Calamita sul cronotachigrafo, camionisti costretti a guidare anche diciotto ore di fila
Camionisti costretti a mettere un magnete sul cronotachigrafo per falsare i chilometri percorsi e le ore passate alla guida per riuscire a viaggiare anche diciotto ore di fila, pena il licenziamento, il non pagamento dello straordinario o di alcune mensilità. La polizia stradale guidata da Angelo Di Legge e coordinata dal sostituto procuratore Roberto Fontana, ha alzato il velo su un fenomeno molto diffuso nel settore del trasporto su gomma che - ha detto Fontana - oltre a essere gravissimo in sé può avere delle conseguenze importanti per tutti gli utenti della strada, oltre a stravolgere il mercato.
Nei guai sono finiti i tre titolari di 69, 71 e 50 anni, di quattro aziende piacentine di autotrasporti che ora sono indagati per estorsione e per la rimozione dolosa dei cautele contro gli infortuni sul lavoro. Le indagini della sezione di polizia giudiziaria della Stradale, coordinata dall'ispettore Luigi Rasmi, sono iniziate circa tre anni fa quando quattro autisti di origine nordafricana e dell'Est Europa si sono rivolti al comando di via Castello. Hanno raccontato di essere stati licenziati perché si erano opposti al magnete e perché non venivano pagati loro i straordinari. Gli agenti hanno indagato a lungo e dopo aver posizionato, non senza fatica, alcuni gps sui tir (quaranta quelli a disposizione delle aziende nel mirino) hanno verificato le discrepanze dei tragitti e delle ore.
Il magnete oltre a far risultare il mezzo fermo anche se in movimento, inibisce e di fatto mette fuori uso il sistema di frenatura automatica e il controllo della velocità. In questo modo i tir, fanno sapere dalla Procura, viaggiavano anche a 120 all'ora per diciotto ore consecutive tra Piacenza, La Spezia e Genova, «Tratti impegnativi anche per persone in condizioni psicofisiche normali», ha detto il comandante Di Legge. Indagini complesse anche perché la condotta crimininosa veniva messa in atto con metodi quasi rudimentali: un magnete attaccato a una corda facilmente rimovibile che non lascia traccia. Si tratta di un fenomeno molto diffuso nella nostra provincia - ha dichiarato Fontana. La procura ha indagato a 360 gradi e il magnete non veniva utilizzato solo in quelle quattro società, ma sicuramente anche quasi in tutte le altre: troppe le denunce presentate per lo smarrimento del cronotachigrafo, un dato significativo che fa pensare ragionevolemente, che la calamita viene utilizzata in modo sistematico.
Il periodo di guida giornaliero non deve superare le nove ore, con 45 minuti di riposo ogni quattro ore e mezza, e può essere esteso fino a dieci per non più di due volte nell’arco della settimana. E’ consentito, inoltre, un periodo massimo di guida settimanale di non più di 56 ore ed un massimo di 90 ore di guida in due settimane consecutive. Dalla lettura delle relazioni tecniche è emerso il sistematico superamento delle ore di guida giornaliere consentite, con punte anche di 17-18 ore. Inoltre è stato confermato il mantenimento di velocità di marcia considerevolmente superiori a quello consentito con valori di 90/110 chilometri all'ora, in alcuni casi, con picchi di anche superiori. Il clima di intimidazione e le continue minacce di licenziamento dei titolari delle ditte inducevano gli altri dipendenti a non denunciare analoghi fatti di cui erano vittime.
Emanuela Gatti
da ilpiacenza.it
Complimenti ai titolari di questa azienda... (ASAPS)
"Nei guai sono finiti i tre titolari di 69, 71 e 50 anni, di quattro aziende piacentine di autotrasporti che ora sono indagati per estorsione e per la rimozione dolosa dei cautele contro gli infortuni sul lavoro. Le indagini della sezione di polizia giudiziaria della Stradale, coordinata dall'ispettore Luigi Rasmi, sono iniziate circa tre anni fa."