dal “Corriere Romagna” del 12 novembre 2004 | |
La Polizia Municipale di
Rimini informa | |
RIMINI - Biciclette elettriche, a pedalata assistita, a opzione mista... Pedalare non è mai stato così semplice e complicato nello stesso tempo. Già, perché se da un lato chi non ha voglia di sudare sui pedali trova conforto in un “aiutino” elettrico, dall’altro chi di leggi non ne mastica da oggi rischia la multa, il fermo o addirittura il sequestro del veicolo. Per mettere un po’ d’ordine nelle poche convinzioni e nei tanti dubbi dei ciclisti metropolitani, il comando della polizia municipale di Rimini ha emesso un comunicato stampa che fa piazza pulita di ogni equivoco.“La bicicletta elettrica - si spiega - è veicolo dotato di un acceleratore che distribuisce potenza indipendentemente dall’azione della pedalata. È, quindi, classificato come ciclomotore. La bicicletta a pedalata assistita è veicolo dotato di un motore elettrico ausiliario avente potenza nominale massima di 0,25 kw, la cui azione propulsiva interviene esclusivamente quando siano stati azionati i pedali e s’interrompe quando il veicolo raggiunge i 25 chilometri orari o prima se il ciclista smette di pedalare”. In questo ultimo caso siamo in sella a un semplice velocipede e non abbiamo bisogno d’indossare il casco o di avere in tasca alcuna assicurazione. Il discorso si complica con i mezzi dotati di un dispositivo che permette la circolazione a pedalata assistita o a motore. “Questi sono considerati sempre e comunque ciclomotori - continua il comunicato della polizia municipale - per cui rientrano nell’articolo 52 del codice della strada e per essere ammessi alla circolazione o alla omologazione devono essere sottoposti ad accertamenti tecnici dei requisiti d’idoneità alla circolazione o ad omologazione. Questi veicoli sono soggetti a tutte le norme riguardanti la circolazione dei ciclomotori”. Tradotto: è come essere in sella a uno scooter anche se all’apparenza ci può sembrare d’inforcare una bici. L’equivoco, in cui sono caduti non pochi riminesi, è noto da tempo al comando della polizia municipale che ha per questo inoltrato un apposito quesito al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Recentemente è arrivata la risposta: i veicoli che hanno il doppio dispositivo (a pedalata assistita o a motore) sono da considerarsi ciclomotori. Pertanto se si guida un mezzo del genere privo del certificato di circolazione s’incorre in una multa di 131 euro e nel sequestro del veicolo per confisca. Se mancano i dispositivi di equipaggiamento previsti dall’articolo 72, comma 1 e 13 del codice della strada si rischia una sanzione di 68,25 euro. Se alla guida c’è un minorenne privo di patentino, il veicolo sarà sequestrato e la multa arriverà a 516 euro. Sequestro e multa di 68,25 euro anche per chi non indossa il casco. Se, invece, non si è provveduto alla copertura assicurativa, la sanzione prevista, oltre al sequestro, è di 687,75 euro. Dopo il chiarimento del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il comando della municipale avvisa che non vi sarà più indulgenza per i trasgressori. Da domani, quindi, inforcare la bici elettrica o quella “a sistema misto” vorrà dire guidare un mezzo soggetto alle stesse norme di uno scooter. | |