Mancate revisioni all'etilometro? Il paradosso: due agenti in tribunale per "abuso di potere"
Hanno utilizzato un etilometro che presentava tutte le caratteristiche per essere a norma con la revisione periodica in seguito ad un incidente stradale e si sono trovati a processo per “abuso di potere”. Una situazione kafkiana, come purtroppo molte ne capitano, che ha visto come protagonisti due agenti della Polizia Stradale di Forlì. Il caso viene reso noto dal sindacato di Polizia Sap, che se la prende contro le “storture” di un sistema dove a volte sono gli stessi tutori dell'ordine a fare le spese di malaburocrazia e leggi contorte.
Spiega il vice segretario provinciale SAP Spartaco Ulrico Collinelli: “Questa storia è accaduta a due agenti della Polizia Stradale di Forlì: in una serata primaverile del 2015 i due agenti di pattuglia mentre percorrono la via Emilia si trovano di fronte a un incidente stradale, fortunatamente non grave. Procedono a tutti i rilievi del caso e accertano con l'apparecchio etilometrico in loro dotazione che la conducente di una delle due vetture coinvolte aveva un tasso alcolemico 4 volte superiore al consentito. La guida in stato di ebrezza, come è noto è un reato e come tale viene giudicato in tribunale. Dopo quasi due anni, gli agenti vengono chiamati a testimoniare e da quello che è un evento di routine si crea una strana anomalia. La difesa dell'automobilista inquisita, produce una perizia secondo la quale le revisioni periodiche annuali dell'etilometro usato per l'accertamento, non essendo state effettuate regolarmente ne inficiavano la precisione. Il giudice accoglie questo principio e assolve l'automobilista”. E detta così sembrerebbe uno delle tante situazioni in cui la mancanza di cura degli organi dello stesso Stato impediscono di fatto l'accertamento delle responsabilità penali.
Tuttavia la vicenda non finisce qui e la racconta Collinelli: “A questo punto gli agenti pur vedendo vanificato il proprio lavoro, del tutto incolpevolmente perché l'ultima revisione presente sull'apparecchio, secondo la normativa e secondo le loro disposizioni era regolare ed effettuata da meno di un anno prendevano atto dell'accaduto pensando forse ad una conclusione “fortunosa” della vicenda per l'imputata. Il “problema” avrebbe riguardato il loro ufficio preposto alla manutenzione degli apparecchi in dotazione, il suo Dirigente, il Ministero che emanava le disposizioni di omologazione e manutenzione, la ditta costruttrice dell'apparecchio, ma non certo i due agenti. Accade però che l'automobilista ingiustamente accusata, faccia un esposto in procura contro ignoti per il danno subito. Casualmente proprio dopo questo “piccolo” evento di provincia la Direzione centrale del servizio di Polizia Stradale emana una circolare in cui ribadisce che le modalità di revisione degli apparecchi finora adottate sono corrette. Verrebbe quasi da pensare che “il problema” abbia scalato tutta la scala di comando fino al vertice. Ma a questo punto chi pensate sia stato chiamato a rispondere del danno provocato all'automobilista? Il ministero? La direzione del servizio di Polizia Stradale? Il dirigente dell'ufficio? Ma no! Sono i due agenti che vengono chiamati a comparire davanti G.i.p. indagati per il reato di abuso di potere”.
Protestano dal Sap: “Sono i due agenti che devono assumere un avvocato anticipando qualche migliaia di euro (in attesa del rimborso che avverrà dopo l'assoluzione). Ovviamente i loro superiori responsabili anche della manutenzione degli apparecchi hanno pensato bene di non intromettersi e di non preoccuparsi minimamente di loro e della loro vicenda giudiziaria. Per fortuna, checchè se ne dica, esistono i sindacati e il SAP ha fornito loro tutta l'assistenza possibile fino all'udienza, nella quale il Giudice ha archiviato il procedimento riconoscendo corretto il comportamento dei due agenti non funzionalmente preposti ai controlli contestati, agli apparecchi”.
Ovviamente gli agenti ne verranno fuori velocemente, senza dubbio. Ma rimangono grandi perplessità? E ora non ci chiedete perché i controlli spesso non funzionano e gli agenti sono demotivati. Con riflessi negativi sulla sicurezza stradale. (ASAPS)