Rimini Fra un anno i dati sedimentati. | ||||||||||||||||||||
La prima parola che ci viene in mente a commento dei dati degli incidenti stradali distribuiti ieri dall’ISTAT al Salone Internazionale della Sicurezza Stradale di Rimini è finalmente! Sì finalmente perché distribuire i dati del 2003 a 50 giorni dal 2005, ci sembra veramente un record di cui faremmo volentieri a meno. Ma tant’è. Da anni si trascina questa polemica sul ritardo nella raccolta e distribuzione dei dati, ritardo che non sarà probabilmente addebitabile del tutto all’Istat, ma verosimilmente a un sistema di raccolta ed elaborazione che ha bisogno di aggiustamenti. Sarebbe ora che venissero fatti. Si tratterà ora però di vedere se questi dati sono attendibili. Sì perché ieri (il 12 novembre, n.d.r.) durante la presentazione le polemiche non sono mancate. Innanzi tutto il rappresentante dell’Ania ha sottolineato che l’associazione che raggruppa le assicurazioni aveva dati diversi, e questo ha animato molto la discussione ma forse per una serie di equivoci. E’ naturale che i dati siano diversi, in quanto provengono da “universi diversi”. L’Istat, è noto, raccoglie gli elementi statistici dai moduli compilati dalle sole forze di polizia distribuite sul territorio e relativi esclusivamente agli incidenti con feriti, calcolando i decessi avvenuti nei primi 30 giorni dall’evento. L’Ania raccoglie invece tutte i dati di incidenti (alcuni milioni) denunciati dalle parti alle compagnie. E’ evidente che sono molti di più. Inoltre, e come Asaps abbiamo cercato di spiegarlo a Rimini, l’avvento della patente a punti ha fatto sì che molti automobilisti non chiamino più la polizia per i rilievi di legge e in qualche caso anche quando ci sono protagonisti con lesioni lievi. Sempre più spesso di un incidente vengono presentati referti alle compagnie a distanza di giorni dal sinistro. Referti emessi da medici personali o specialisti in quanto i soggetti coinvolti hanno preferito non passare dal pronto soccorso temendo una ricostruzione successiva da parte della polizia, con relativo rischio punti. Banale no? E’ quindi evidente che la forbice della raccolta dati si è allargata. Questo discorso vale solo per gli incidenti con danni a cose e quelli con feriti molto lievi. Non certamente per gli incidenti mortali o con feriti gravi. I dati generali ci parlano di un regresso del 5,9% degli incidenti, del 10,7% dei morti e del 6,6% dei feriti. Dati confortanti, anche se non esaltanti, che confermano un primo effetto positivo della PaP, già nel 2003. Semmai il problema è un altro. Da alcuni anni l’Istat in autocorrezione rivede i numeri degli incidenti relativi all’anno precedente aggiungendo dati che nella prima versione non erano stati calcolati. Questo significa che già lo scorso anno abbiamo ragionato e fatto riflessioni su numeri che sono stati poi rivisti. Gli incidenti del 2002 erano stati calcolati in 337.812, poi sono stati rivisti e ricalcolati nel raffronto col 2003 a 341.660.
Qui sotto riportiamo la sintesi dei dati della sinistrosità del 2003, raffrontati con quelli del 2002.
Incidenti stradali.
Morti e feriti – Anni 2002-2003
(valori assoluti e variazioni percentuali)
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