(ASAPS)
ROMA - C’è chi, alludendo al Grande Fratello autostradale, ed ai
nuovi controlli che la tecnologia renderà possibili, ha parlato di
"nuova tegola" pronta ad abbattersi sugli automobilisti poco rispettosi
del codice della strada. C’è anche chi ha manifestato un certo fastidio
per il segreto con cui il sistema è stato sperimentato, negli ultimi
mesi, nel tratto lucchese dell’autostrada Firenze Mare (A11), in uno dei
punti preferiti dagli amanti della velocità, tra Altopascio e Capannori,
sulla carreggiata che da Firenze conduce a Migliarino.
Quel che è certo è che il "Tutor", così si
chiamerà il sistema di sorveglianza sperimentato, potrebbe cambiare
per sempre il sistema di rilevazione delle infrazioni, e quindi anche la
mentalità dei corsaioli, perché emetterà verdetti in
base a calcoli incontrovertibili e davvero ben lungi dall’essere facilmente
contestabili, quelli relativi ai tempi di percorrenza tra un casello e l’altro.
La notizia, che giunge proprio in concomitanza con l’apertura dei lavori
al salone internazionale della Sicurezza Stradale, è giunta alla
stampa dopo che l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Vito
Gamberale, ne aveva parlato nel corso della sua audizione alla commissione
Trasporti della Camera, dove è intervenuto per parlare del piano
di innalzamento dei limiti di velocità sulle autostrade.
Eh già... infatti – con molta silenziosità – lo
sforzo "a ritroso" per far correre di più le auto sulle
arterie autostradali prosegue, ed ora il sogno di Lunardi sembra divenire
realtà.
Dobbiamo
ammettere che, per quanto la prospettiva di consentire velocità
più elevate resti l’unico esempio di questo genere in paesi a
mobilità avanzata, nei quali invece gli esecutivi puntano molto
sulla riduzione della velocità, l’idea di mettere un "consigliere"
per elargire più miti consigli ad affiancare le coscienze degli
automobilisti, ci incuriosisce davvero.
Le notizie finora trapelate, parlano dell’applicazione in chiave tecnologica
di un concetto in realtà estremamente semplice, che in passato
– prima della diffusione in larga scala del sistema di pagamento
automatico Telepass – è stato empiricamente utilizzato anche
dagli operatori di Polizia Stradale per accertare i grandi eccessi di
velocità: una volta intercettato il trasgressore, infatti, gli
veniva intimato l’alt in prossimità di un casello, e giunti alla
stazione di esazione, gli agenti accertatori dovevano essere bravi a
far vidimare il biglietto al casellante, che lo obliterava con l’orario
centralizzato del sistema autostradale e lo riconsegnava all’operatore,
che a quel punto doveva calcolare la media percorsa in relazione ai
chilometri percorsi.
Chi scrive ha contestato più di un articolo 142/9° del codice
della strada, procedendo anche all’applicazione della sanzione accessoria
del ritiro della patente di guida, con modalità e risultati certi,
sbarrando la strada a qualsiasi contestazione.
La pecca di quella trovata, stava però nel fatto che tra il ritiro
del biglietto e l’ingresso in autostrada, ci finivano in mezzo soste
agli autogrill, rallentamenti nei cantieri, tratti percorsi a velocità
più ridotta: fattori che contribuivano a diminuire la media e
che quindi rendevano impossibile una contestazione, oltre alla ovvia
difficoltà nella contestazione.
Il nuovo sistema, invece, non avrà bisogno di quella particolare
condizione sine qua non, e potrà contare su vere e proprie boe
di segnalazione e sulla capacità di trasmissione dei dati relativi
ai transiti, tra un ipotetico punto "A" ed un ipotetico punto
"B"; anzi, per meglio dire, tra una moltitudine di punti,
sorvegliando un singolo veicolo insieme a tutti gli altri in viaggio,
creando un database istantaneo in grado di localizzare un trasgressore
e metterlo in una lista nera.
A questo punto, c’è da giurarlo, un operatore della Polizia Stradale
che lavorerà alla console di regia di questa immensa "vasca",
non dovrà far altro che estrapolare i trasgressori, accertare
le responsabilità solidali e formare il verbale, che sarà
poi inviato direttamente a casa.
Nulla toglie che, i casi di trasgressione più gravi, potranno
essere immediatamente segnalati per il tramite dei Centri Operativi
Autostradali alle pattuglie della Stradale impegnate nei servizi di
vigilanza, che potranno così intercettare gli autori delle violazioni
e procedere alla contestazione immediata.
Il segmento pilota istituito in via sperimentale sulla A11, ha messo
alla prova il sistema, dimostrando che funziona e che può superare
il concetto stesso di accertamento, almeno così come è
stato finora concepito: le uniche armi a disposizione delle forze dell’ordine,
infatti, sul fronte del contrasto agli eccessi di velocità, sono
le apparecchiature tecniche: autovelox, multavelox o telelaser, hanno
mostrato in più occasioni di essere strumenti estremamente efficaci,
ma al tempo stesso la loro validità si è sempre dovuta
confrontare con vizi di forma, con cause di nullità o semplicemente
con sentenze anche clamorose di giudici che ne annullavano gli effetti.
In più, l’azione di questi strumenti è necessariamente
limitata alle circostanze di luogo o di tempo, e specificatamente al
tratto di strada in cui messo in atto il servizio, alle condizioni meteo,
al traffico e via di seguito.
Il Tutor , invece, sarà sempre al lavoro: giorno, notte, con
il sole o con la pioggia, intervenendo potenzialmente in ogni singolo
evento trasgressivo.
C’è chi grida alla perdita della privacy, che in autostrada –
dunque – non esiste di fatto già più, con il proliferare
dei tanti sistemi di esazione che puntano l’utente dall’atto del proprio
ingresso in autostrada fino al momento in cui ne esce; e c’è
chi ora pensa – allarmato – che forse la stessa intenzione
di Lunardi, quella di innalzare il limite di velocità ma con
una continua e strettissima vigilanza su ulteriori eccessi rispetto
a quelli "consentiti", potrebbe alla fine dimostrarsi nemmeno
troppo allettante, perché se lo scopo era quello di non perdere
la patente fino alla soglia di 201 km/h, la prospettiva "barrichelliana"
potrebbe infrangersi contro il muro dei controlli, che se davvero blindassero
la rete autostradale, provocherebbero un’emorragia di punti senza precedenti.
Noi di Asaps, come già detto, staremo a guardare, astenendoci,
per il momento, da ogni tipo di giudizio.
Del resto, la nostra posizione sulla questione 150 è più
che nota, ma se le intenzioni del ministro Lunardi sono quelle di far
rispettare i limiti massimi di velocità, noi siamo assolutamente
d’accordo. Non sarebbe infatti più la velocità di 150
all’ora, il nocciolo della questione, ma la soglia psicologia innalzata
e l’impunità fino a 200 e passa orari.
Semmai, ci permettiamo di far notare che a questo punto si dovrebbe
intervenire sul codice, ed eliminare quel gap di 40 km/h che c’è
tra il limite di velocità consentito e quello oltre il quale
scatta la sanzione maggiore, con il ritiro di patente. Si vada pure
(come mera ipotesi) a 150 all’ora, ma a condizione di eliminare del
tutto, o quasi, la tolleranza permissiva che legittima, de facto, chi
crede di essere sul paddock di un gran premio. A 160 la sanzione più
severa e via 10 punti, con sospensione della patente. Siamo sicuri che
a queste condizioni molti tifosi della velocità diventerebbero
molto più tiepidi.
E ci dispiacerebbe poi molto che un eventuale innalzamento dei limiti
rovinasse i progressi fatti, sul fronte della sicurezza, proprio in
autostrada, dove si muore davvero di meno. Sarebbe un delitto! |