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Era ubriaco ma guidava piano: automobilista di Treviso assolto

Treviso. La Corte d’appello gli riconosce la «particolare tenuità» nonostante il tasso alcolico a 1,10. Restituita anche la patente

 

TREVISO. Ubriaco al volante? Va bene, dai, puoi guidare lo stesso. L’importante è che tu vada piano, non dia in escandescenze quando la polizia ti ferma per farti il palloncino e che tutto sommato tu sia una brava persona, senza precedenti specifici né l’abitudine ad alzare il gomito. È questo il succo di una sentenza destinata a fare due cose: discutere e giurisprudenza. Protagonista un automobilista trevigiano che è stato assolto in appello dopo una condanna pesantina (venti giorni di arresto, mille euro di multa, otto mesi senza patente) per guida in stato di ebbrezza, con un tasso alcolico nel sangue pari a 1,10 grammi/litro, ben oltre la soglia di legge (0,50) e anche quella che fa scattare la sanzione penale (0,80). Motivo, in estrema sintesi: una serie di comportamenti “virtuosi” che hanno fatto propendere i giudici d’appello per la cosiddetta «particolare tenuità» del reato. Non ha fatto male a nessuno, insomma. Ecco indietro la sua patente, grazie, arrivederci e cin-cin.

Scherzi a parte, l’avvocato Paolo Salandin che ha difeso l’automobilista in giudizio parla di «una sorta di depenalizzazione giudiziaria». Di fatto, i giudici cancellano il reato. E non, come successo in altri casi, per errori di procedura, taratura dell’etilometro sballata, mancata presenza dell’avvocato al momento del test eccetera: no, qui al reato di guida in stato di ebbrezza (articolo 186 del codice della strada) si applica per la prima volta un concetto generale, quello della non punibilità per «particolare tenuità» prevista dall’articolo 131 bis del codice penale. Fuor di tecnicismi: l’automobilista era sì ubriaco, ma non «grave».

La Corte d’appello di Venezia lunedì ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Salandin in cui si spiega come l’automobilista (Andrea Bortoletto, 32 anni, nato a Montebelluna e residente a Spresiano), non ha fatto del male a nessuno e non ha provocato alcun incidente, il suo comportamento non era «abituale», anzi, era «del tutto occasionale» (non beve spesso, insomma, e non gli era mai stata ritirata la patente in precedenza), e poi «veniva fermato nel corso di un controllo di routine, non certo perché transitasse ad alta velocità o zigzagando o in alcun altro modo potenzialmente offensivo per alcuno».

Infine, una volta fermato e sottoposto all’alcoltest, è stato collaborativo e con comportamenti «improntati al fair play», come ha scritto - testuali parole - l’avvocato, tanto che in quella sera del primo maggio del 2016 durante il controllo effettuato a Villorba «gli operatori della polizia stradale si sono trovati ad avere a che fare con una persona che, non fosse stato per la misurazione effettuata attraverso lo strumento, avrebbero potuto definire sobria e nel pieno del proprio dominio di sè».

Alzi la mano chi, in una bicchierata tra amici, non ha mai sentito la frase «io riesco a guidare benissimo anche se sono ubriaco»: quello, forse, era un modo un po’ contrariato per esorcizzare la paura di trovare la pattuglia per strada, o un’invettiva contro la pesantezza delle sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza. Ora, invece, in pratica è ciò che conferma la terza sezione penale della Corte d’appello di Venezia, alla quale l’automobilista si era rivolto dopo un decreto penale di condanna al quale si era opposto per vedersi poi condannare dal giudice dell’udienza preliminare di Treviso, Bruno Casciarri, a venti giorni di arresto e mille euro di ammenda, oltre alla sospensione della patente per otto mesi. Ora gli viene restituita anche quella. «Farò girare la sentenza perché credo sia la prima in assoluto, in questo senso, e farà giurisprudenza», dice l’avvocato Salandin.

 

di Fabio Poloni
da tribunatreviso.gelocal.it


NO PROPRIO NON CAPIAMO
Ma allora qui si sta perdendo tempo...! Se con un valore alcolemico di 1,10 si viene assolti allora è meglio riporre i pochi etilometri disponibili in magazzino!! Si deve quindi aspettare l’investimento di qualcuno sulla strada per arrivare alla condanna? (ASAPS)
“La Corte d’appello di Venezia lunedì ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Salandin in cui si spiega come l’automobilista (non ha fatto del male a nessuno e non ha provocato alcun incidente, il suo comportamento non era «abituale», anzi, era «del tutto occasionale» (non beve spesso, insomma, e non gli era mai stata ritirata la patente in precedenza), e poi «veniva fermato nel corso di un controllo di routine, non certo perché transitasse ad alta velocità o zigzagando o in alcun altro modo potenzialmente offensivo per alcuno».

Venerdì, 01 Giugno 2018
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