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Notizie brevi 12/06/2018

Firenze, folle inseguimento dopo una lite: morto il giovane travolto

Duccio Dini, 29 anni, era ricoverato in terapia intensiva: donati gli organi. Tre gli indagati per omicidio volontario. Il sindaco Nardella proclama il lutto cittadino
Duccio Dini (Foto Facebook)

E' morto alle 19, dopo un giorno di coma, nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Careggi Duccio Dini: il ragazzo di 29 anni travolto domenica da una delle auto coinvolte nell'inseguimento avvenuto in via Canova, nella zona dell'Isolotto a Firenze. I genitori hanno dato il consenso alla donazione degli organi. A mezzogiorno era iniziata la procedura per l'accertamento della morte cerebrale del ragazzo. Sette ore, al termine delle quali, non è stata riscontrata attività cerebrale ed è stato quindi dichiarato il decesso del giovane. Secondo quanto appreso, all'espianto parteciperà anche un medico legale incaricato dalla procura di Firenze.

>FOTO - Firenze, un inseguimento fra auto a folle velocità e un ragazzo travolto in motorino

Per la sua morte i magistrati hanno iscritto nel registro degli indagati tre persone con l'accusa che, dopo la morte di Dini, è passata da lesioni gravissime a omicidio volontario con dolo eventuale. Nell'inchiesta del pm Tommaso Coletta sono coinvolti Debran Mustafa e Remzi Amet, arrestati domenica dai carabinieri, e Antonio Mustafa denunciato a piede libero. I tre dovranno rispondere anche dell'accusa di lesioni nei confronti del quarto uomo di origine macedone inseguito dalle due auto.

La dinamica è stata ricostruita dai carabinieri anche grazie ad alcune testimonianze dei presenti, che si sono presentati in caserma anche dopo l'appello lanciato dalla procura, e dalle immagini delle telecamere di sorveglianza. Nei video non si vede il momento dell'impatto ma si vedono le auto sfrecciare in via Canova e sfiorare un altro motorino poco prima dello schianto.

>VIDEO - Tragico inseguimento fra auto a Firenze, così un motociclista si è salvato

Secondo quanto ricostruito il ragazzo, commesso in un negozio del centro, si stava recando al lavoro ed era fermo sul suo motorino Sh bianco all'ultimo semaforo sul rettilineo, prima del ponte all'Indiano, quando è stato tamponato da una delle due auto. L'impatto è stato devastante: lo scooter è balazato a 25-30 metri più avanti finendo su un'aiuola. Il casco è volato e Dini è stato scaraventato sull'asfalto. Trasportato in ospedale a Careggi, è arrivato già privo di conoscenza.

Oggi pomeriggio in via Canova, teatro della tragedia, è stato organizzato un sit in di protesta che si è trasformato in un corteo a cui hanno partecipato oltre 500 persone: tante le bandiere, i fiori bianchi e i messaggi per Duccio. Ma anche slogan per lo smantellamento del campo e contro i rom. Poco dopo, circa 300 persone si sono staccate dal corteo per tentare di raggiungere il campo, presidiato da un cordone di forze dell'ordine. "Vendetta, vendetta" e "ruspe, ruspe", alcuni dei cori scanditi. Per cercare di sedare gli animi è arrivato anche Luigi Ciatti, il padre di Niccolò, il ragazzo fiorentino ucciso la scorsa estate in una discoteca di Lloret de Mar. "Sono qui con voi - ha detto Ciatti rivolto alla folla - perchè avete ragione: dobbiamo chiedere giustizia. Ma dobbiamo anche rispettare la legge e aspettare che la giustizia arrivi. La polizia ha organizzato per la notte un servizio di vigilanza al campo, con pattuglie che passeranno al Poderaccio.

>FOTO - Firenze, tensione al corteo in memoria del giovane travolto durante folle corsa

Il sindaco Dario Nardella, che domenica era andato a Careggi per esprimere vicinanza ai familiari del giovane fiorentino, oggi ha ribadito l'invito alla cittadinanza "a tenere la calma" e partecipare "uniti al dolore della famiglia". Mentre ha chiesto alle forze politiche "di non avallare iniziative che incitano alla violenza e all'odio razziale". "Duccio non ce l’ha fatta. La sua battaglia per la vita è finita tra le braccia della sua splendida famiglia e degli amici. A loro va il profondo cordoglio di tutta Firenze. Per questo ho deciso di proclamare il lutto cittadino", ha aggiunto Nardella che ha annunciato la decisione del Comune di costituirsi parte civile al processo. "La nostra città non cerca vendetta e non è razzista. Ma vuole legalità e giustizia  - ha concluso il sindaco - Se il ministro dell'interno vorrà aiutare per davvero la nostra città ha l'occasione per mettere a disposizione più risorse, più mezzi e più uomini".

"Chiediamo scusa, ci dispiace immensamente per quello che è accaduto, per quel ragazzo" le parole arrivate, tramite un mediatore culturale, campo rom del Poderaccio a Firenze. Che ha affidato le proprie scuse a Moustafà, un mediatore culturale del campo.

da repubblica.it


Non si può morire così!
Ancora una terribile violenza stradale con conseguenze tragiche e conseguenze anche sul piano dell’ordine pubblico. Situazione sempre più difficile da gestire. (ASAPS)

Martedì, 12 Giugno 2018
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