Fano, 18 giugno 2018 - Sfide con la morte lungo la strada che costeggia l’aeroporto, nel tratto a ridosso del quartiere Vallato, dove il percorso è buio. Ragazzini distesi sulla carreggiata, illuminati solo dai fari delle auto che sopraggiungono, si alzano qualche istante prima di essere investiti, mentre i loro amici li riprendono col telefonino. E’ l’ultima agghiacciante moda, ora in voga anche a Fano, che richiama il tristemente noto “blue whale”, gioco del suicidio.
L’ultimo episodio, denunciato anche sui social, è avvenuto la sera dello scorso mercoledì. «Ho visto un ragazzino steso sulla strada – racconta l’automobilista coinvolto – e per fortuna sono riuscito a frenare in tempo, mentre i compagni lo riprendevano col cellulare dal margine della carreggiata. Avrà avuto più o meno sui 16 anni di età e fa parte dello stesso gruppetto che gira al Lido e al quartiere Sant’Orso. Mi sarei fermato per rimproverare questi ragazzi, ma conoscendoli ho evitato, perché mi è stato riferito che tirano i sassi alle macchine».
I ragazzini sarebbero noti per le loro intemperanze, dagli atti vandalici alle sfide sempre più estreme, che mettono in pericolo la loro incolumità e quella degli altri. Sono stati notati diverse volte mentre percorrevano in bici, contro mano e gesticolando minacciosi verso gli automobilisti, la rotatoria tra via Papiria e l’imbocco della superstrada, mentre uno di loro andrebbe in giro con un motorino modificato e senza fanali. Al quartiere Vallato, nei giardinetti poco distanti dalla strada del campo di aviazione, i giovani sono conosciuti da molti coetanei: «Quando vado a trovare i miei nonni – racconta un liceale 16enne – cerco di non passare vicino alle panchine dove si siedono perché ho paura di loro. Anche il parroco ha disapprovato i loro comportamenti, invitandoli a un maggiore rispetto delle persone».
Un’emergenza sociale, stando a quanto riferiscono i coetanei e qualche genitore, innescata da tempo, coinvolgendo un gruppo di ragazzini dai 14 ai 18 anni, che spadroneggiano temuti, consapevoli che la minore età li metterebbe in parte al riparo da provvedimenti delle forze dell’ordine. Intanto la sfida con la morte continua, con il rischio che vengano richiamati tramite i social altri giovani.