(ASAPS)
FRANCIA — In Italia vige la convinzione che il cosiddetto
patentino sia una novità assoluta e che la sua adozione
abbia lanciato l’Italia ai vertici della sicurezza stradale
europea. In Francia, però, i conducenti di ciclomotori
devono confrontarsi con l’ottenimento del cosiddetto "Brevetto
di Sicurezza Stradale" (BSR), divenuto obbligatorio a partire
dal 1997. Gli scooteristi transalpini, per ottenerlo, devono sottoporsi
a un corso di formazione teorica al quale vengono fatte seguire
5 ore di guida.
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L’ultima
settimana prima di questo lungo ponte autunnale, i francesi hanno lavorato
a fondo per la settimana nazionale della sicurezza stradale, nel corso
della quale il ricco carnet di appuntamenti ha previsto anche vacanze
studio per le nuove leve della strada, considerate tra le più a
rischio della viabilità francese ma anche quelle su cui è
importante lavorare a fondo per formare i conducenti del futuro.
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In
un paese che vive — esattamente come in Italia — un
acceso dibattito sull’opportunità o meno di abbassare
a 16 anni l’età per il conseguimento della patente
di categoria B, le vacanze di questo piccolo ponte sono servite
a molti apprendisti piloti ad affinare le proprie tecniche di
guida e confrontarsi con i rispettivi tutori. Davanti alle scuole
guida è ormai una consuetudine vedere i giovani virgulti
indossare caschi ben serrati sulla testa, guanti e tenute di sicurezza
(giacche, stivaletti e paraschiena), e i gilet retroriflettenti
con i contrassegni degli aspiranti centauri.
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Scaldano
il motore, rigorosamente posizionati sugli scooter in fila indiana dietro
la safety car della scuola guida, su cui viaggia l’istruttore che
li segue passo passo nella viabilità cittadine ed in quella extraurbana.
I discenti possono interagire con il tutor attraverso un walkie-talkie,
collegato ad un auricolare come se si trattasse di un normale telefonino.
Il "monitore" spiega loro come avvicinarsi ad uno stop, come
affrontare una precedenza o come immettersi nel flusso di traffico di
una rotatoria. Dal 1997, gli istruttori di scuola guida hanno affinato
le proprie tecniche pedagogiche, adattandole ai ragazzini desiderosi di
saltare in sella al primo veicolo a motore della propria vita, responsabilizzandoli
fin dal primo imprinting con la strada. Il risultato è che gli
allievi hanno mostrato negli anni una crescente risposta positiva all’educazione
stradale, ed alla fine delle 5 intense ore di pratica sono pronti a volare
con le proprie ali, da soli. Quando avranno ottenuto il BSR, il costo
sostenuto dalle rispettive famiglie per far sostenere ai propri rampolli
la formazione pratica, è in media di 100 euro, mentre quella teorica
è insegnata agli alunni delle scuole dell’obbligo a partire
dalla quinta elementare, anche se le nozioni relative al comportamento
sulla strada da pedoni inizia fin dalla prima elementare.
Quello
che costa di più, anche in Francia, è proprio il
resto: l’assicurazione, in primis, ma anche il ciclomotore,
l’equipaggiamento, tanto che ormai i nuovi scooter sono divenuti
un segno di distinzione anche tra i più giovani. E se l’evoluzione
del patentino francese ha migliorato le capacità dei teenager
di vivere la strada con maggiore responsabilità, da parte
della Gendarmeria giungono ancora molti segnali d’allarme.
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"I giovani
scooteristi — dicono i militari — continuano ad essere poco
rispettosi agli stop ed ai semafori, mentre il limite massimo di velocità
loro consentito è puntualmente superato". Quando uno di loro
viene colto in eccesso di velocità, il codice francese prevede
una multa di 135 euro: ed anche in Francia il problema dei motorini truccati
preoccupa non poco le forze di polizia, ma per una volta le sanzioni italiane
sono più pesanti, tanto che per un ciclomotore che abbia le caratteristiche
costruttive alterate in eccesso, è prevista la confisca per la
distruzione, mentre in Francia semplicemente una visita di revisione.
(ASAPS).
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