Como, truffa all'esame della patente
Videocamera nascosta per copiare: denunciato
Ha cercato di passare l'esame per la patente facendosi suggerire le risposte da un complice esterno con cui comunicava con le auricolari collegate a un telefonino nascosto sotto la maglietta. Ma non l'ha fatta franca. Nei guai nei giorni scorsi è finito un 20enne egiziano, residente in provincia di Milano, presentatosi ai test alla Motorizzazione di Como tramite un'autoscuola della bassa comasca.
Il giovane è stato colto in flagrante dagli agenti della Polizia Locale di Como e il suo esame è finito lì.
La truffa
Il giovane dopo aver occultato uno smartphone sotto il vestiario, grazie ad un foro praticato sulla maglietta ha posizionato l’obiettivo della videocamera in maniera tale da poter inquadrare il monitor su cui erano proiettati i quiz per gli esami di teoria. L'apparecchiatura e i fili erano ben nascosti e attaccati al torace con del nastro adesivo. Il sistema escogitato consentiva al candidato di trasmettere le domande all’esterno in modo da poter ricevere in tempo reale le risposte attraverso due minuscoli e trasparenti auricolari. Un complice, completava l’operazione comunicando, dopo aver letto le domande, dove posizionare correttamente le crocette.
L'intervento della Polizia Locale e le cure in ospedale
Il ragazzo, una volta sorpreso, ha ammesso parzialmente le proprie responsabilità e, solo una volta condotto presso il Comando, ha rivelato agli Agenti di aver occultato all’interno delle orecchie gli auricolari.
Le ridotte dimensioni del piccolo marchingegno elettronico hanno rischiato di costar caro al giovane che è stato costretto alle cure da parte dei medici dell’Ospedale Sant'Anna di San Fermo della Battaglia.
Nell’intento di non essere scoperto il 20enne ha infatti infilato troppo in profondità le piccole cuffie che sono state recuperate solo grazie ad un intervento dei medici del pronto soccorso.
Le indagini sui complici
Gli Agenti della Unità Operativa Sicurezza Urbana coordinati dal Commissario Luciana Costantini stanno cercando ora di risalire all’identità del complice che suggeriva le risposte attraverso approfondimenti sulle schede sim e sullo smartphone sequestrati all’autore della tentata truffa.
Il materiale utilizzato dall’indagato è stato sottoposto a sequestro penale (cellulare – schede sim- auricolare), mentre dopo gli atti di rito, il giovane è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Como per il reato di tentata truffa in concorso. Non si tratta del primo caso verificatosi presso la Motorizzazione Civile di Como. Nel corso del 2016 e del 2017 la Polizia Locale aveva deferito alla Autorità Giudiziaria per il medesimo reato sei persone: era successo lo scorso gennaio e nel dicembre 2017.
Anche stavolta la furbata non è riuscita. (ASAPS)