Nella
foto AP, il ministro dei trasporti francese Dominique Perben
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Moritz
Leuenberger, consigliere federale |
(ASAPS)
SEDRUN (SVIZZERA) – Mentre in Piemonte diventa sempre
più rovente la protesta di ambientalisti e degli
abitanti della Val di Susa, che si oppongono al progetto
italo francese della ferrovia ad alta velocità Torino-Lione,
in Svizzera si torna a parlare di valichi alpini e di mobilità
sostenibile. Attorno al tavolo i ministri dei trasporti
della Confederazione elvetica, di Francia, Italia, Germania,
Austria e Slovenia – oltre ad un rappresentante dell’Unione
europea –, che hanno discusso del futuro del movimento
mercantile sul bacino delle Alpi. Si è parlato della
"Borsa dei Transiti Alpini", un concetto ideato
proprio dalla Svizzera, che insieme alla Francia ha patrocinato
l’iniziativa, e si è tornati a ribadire la necessità
di conferire alla ferrovia il primato del trasporto.
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Tutti
d’accordo, come al solito, ma intanto – mentre i treni
merci restano pochissimi (anzi su questi numeri c’è
ormai da tempo il segno meno) e ancora poco convenienti, almeno
da un punto di vista logistico – dobbiamo registrare il continuo
incremento del trasporto su gomma, più che raddoppiato dal
1985 ad oggi, e su cui grava la previsione di un’ulteriore
crescita del 50% da qui al 2025. Sulla Torino-Lione, Lunardi ha
garantito che i tempi saranno rispettati – nonostante la vibrante
e pacifica protesta – e sembrano profilarsi sia un intervento
di potenziamento per la linea Domodossola-Novara (dal 2007), che
assorbirà il traffico proveniente dal Ticino, su cui è
in fase di completamento una linea ad alta velocità, che
la realizzazione della nuova linea Chiasso-Seregno-Bergamo entro
il 2016.
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Già
in altri precedenti summit, ai quali l’Asaps aveva partecipato
accreditandosi tra gli organi di stampa con la propria testata
giornalistica Il Centauro, era stato il paese dei Cantoni
a indicare la rotaia come il miglior futuro possibile nel
settore della logistica, e in più occasioni gli interventi
degli elvetici suonavano come veri e propri rimproveri a tutti
i suoi vicini, che avevano al massimo messo in atto iniziative
definite da molti protezionistiche (come il sistema dei cosiddetti
"ecopunti", in Austria), cercando perlopiù
di limitare i transiti da parte di vettori stranieri. Proprio
questa tenace azione diplomatica della Svizzera, le è
valso il titolo di "pioniere", come ha tenuto a
sottolineare l’agenzia di stampa Swissinfo, riconosciutole
da parte degli stati confinanti.
Ai paesi convenuti per il summit, la delegazione elvetica
ha illustrato il progetto della Borsa dei Transiti Alpini
(BTA), che prevede in sostanza di mettere all’asta i
contingenti per l’attraversamento delle Alpi.
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è
una proposta complessa, sulla quale l’Unione Europea – che
aveva inviato in propria rappresentanza l’italiano Enrico Pasquarelli
– ha espresso una certa perplessità perché incompatibile
con il principio politico che ha animato i rapporti commerciali all’interno
dell’Unione stessa, privi cioè di ostacoli di sorta. Pasquarelli,
e con lui tutti i ministri dei trasporti dei vari stati convenuti,
hanno preso però l’impegno di analizzare nei dettagli
il sistema proposto dagli svizzeri e fornire le proprie valutazioni
nel corso del prossimo summit, previsto in Francia nel 2006.
Pietro Lunardi e i suoi colleghi, hanno avuto modo di visitare nell’occasione
il cantiere del costruendo tunnel ferroviario del San Gottardo, che
proprio a Sedrun ha un pozzo d’accesso. Si tratta di un manufatto
che una volta completato raggiungerà la lunghezza di 57 chilometri
e sarà il più lungo al mondo. Nelle viscere delle Alpi
correranno i treni che partiranno – già dal 2015 –
da Erstfeld, nel cantone Uri, fino a Biasca, nel Ticino.
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Vicinissimo
proprio a noi italiani, dunque, ai quali viene riconosciuta
con questa opera una posizione di grande fiducia commerciale
(e non solo), che condividiamo con la Svizzera moltissime
rotte, e che finiremo con il dover guardare – come ha
auspicato pochi giorni fa lo stesso presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi – anche al mare ed alle immense
autostrade che il Mediterraneo,
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nel quale
occupiamo una posizione di assoluta strategicità, ci offre.
I potenziali benefici in termini di sicurezza stradale, ovviamente,
sono enormi.
Non per niente l’iniziativa elvetica – che ormai è
consolidata fin dal 2001 – è sorta all’indomani delle
sciagure avvenute nelle gallerie dei Tauri (Austria), del San Gottardo
(Svizzera) e del Monte Bianco (Italia/Francia). Lo stesso incontro
di Sedrun non era assolutamente in programma, visto che i vertici
di questo tipo hanno cadenza biennale: l’ultimo era avvenuto
a Zurigo nel 2004 e il prossimo avrebbe dovuto tenersi solo nel 2006,
ma dopo l’ennesimo incidente avvenuto all’interno di un
tunnel – e siamo nel cuore del Frejus, nel giugno scorso –
svizzeri e francesi hanno voluto fare il punto della situazione, ottenendo
dagli altri partner tutte le informazioni possibili relative al traffico
merci su strada (compresi incidenti secondo le varie fattispecie di
dinamica e relative conseguenze).
La mole dei dati servirà a mettere in cantiere protocolli di
sicurezza (prevenzione ed azione) più efficaci da adottare
in caso di emergenza e soprattutto comuni a tutto il bacino alpino,
favorendo così nelle zone confinarie aiuti "compatibili"
dai paesi vicini. Una parte del programma, si propone perfino di formare
i conducenti dei veicoli commerciali che debbano transitare nei tunnel
più lunghi. E proprio sul cantiere dell’Alptransit, il
ministro italiano Lunardi e quello austriaco Gorbach hanno sottoscritto
un accordo per la rapida realizzazione del traforo del Brennero: i
lavori dovrebbero cominciare già a maggio. |