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di Riccardo Matesic*
Le industrie dell'auto e della moto: disinnescate la Brexit!

ACEM, le associazioni dei costruttori europei di auto e moto, hanno diffuso dei “Position paper” per mettere in guardia sui rischi della Brexit. Con l'uscita della Gran Bretagna dall'Europa e con il ritorno delle frontiere, si rischiano difficoltà normative, colli di bottiglia burocratici e doganali, costi nascosti e vere e proprie tasse. In sostanza i costruttori di veicoli chiedono di lasciare intatto il quadro normativo e commerciale attuale
Foto di Siyuwj

“Una Mini attraverserà il Canale della Manica tre volte in un viaggio di 2.000 miglia, prima che la vettura finita esca dalla linea di produzione. Iniziando da Oxford, sarà spedita in Francia per essere equipaggiata con componenti chiave, prima di essere riportata nello stabilimento BMW di Hams Hall, nel Warwickshire, dove sarà forata e fresata. Una volta completato questo processo, la Mini sarà inviata a Monaco di Baviera, per essere equipaggiata del motore, prima di terminare il suo viaggio di ritorno allo stabilimento Mini di Oxford per l'assemblaggio finale”.
A parte l'errore aritmetico di distrazione (i passaggi sulla Manica sono quattro), è interessante che Jeremy Corbyn, leader dei laburisti inglesi, abbia scelto l'esempio di un'auto formalmente inglese per spiegare perché è importante mantenere almeno un'unione doganale europea. Un esempio che racconta quanto l'industria dell'automotive, e non solo quella, oggi sia fortemente internazionalizzata e integrata...

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da il Centauro n. 213

 

Venerdì, 24 Agosto 2018
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