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Notizie brevi 28/08/2018

Piaggio, via alla Vespa elettrica Sarà prodotta da settembre

Da ottobre si potrà ordinarla online, a novembre sarà su strada. E dal marzo 2019 disponibile anche in versione ibrida. Prezzo: circa 6 mila euro. L’espansione negli Usa

In Borsa il titolo Piaggio ha aperto le contrattazioni con un rialzo dell’1,2%. È di oggi l’annuncio ufficiale: il gruppo di Pontedera partirà la prossima settimana con la produzione della Vespa elettrica, che si potrà ordinare anche online.

Settantadue anni dopo quel 23 aprile del 1946, quando venne brevettata, Vespa smonta il suo vecchio motore a due tempi e mette in produzione la sua prima anima elettrica. Una power unit da 4 kilowatt consentirà prestazioni del tutto simili a quelle della tradizionale versione da 50 centimetri cubici: l’ideale per muoversi in città, con una autonomia annunciata di 100 chilometri.Il progetto, presentato lo scorso novembre a Milano, vede la casa di Pontedera (552.800 veicoli venduti nel 2017) accelerare sul percorso della nuova mobilità sostenibile. Un concetto caro a Michele Colaninno, 42 anni, il figlio di Roberto (74) che di questa inversione a «U» è l’entusiasta fautore. Un progetto avveniristico: che parte da un motore elettrico e conta di arrivare alla mobilità assistita dai droni, quegli stessi che Piaggio, la casa madre di Vespa, sta mettendo a punto a Boston, sotto il nome di Gita e Kilo.

Vespa arriva sul segmento degli scooter elettrici con ampio e meditato ritardo: la produzione sta per mettersi in moto, da ottobre sarà possibile ordinare online il proprio modello, che uscirà dalla fabbrica a metà novembre nella versione full electric, mentre dal prossimo marzo sarà disponibile l’alimentazione ibrida, forse più pronta per supplire alla carenza infrastrutturale di rete in Italia. Ma lo fa con un modello che andrà a inserirsi nella fascia alta del mercato, con soluzioni nuove e un prezzo che si aggirerà sui 6 mila euro. Soprattutto lo fa con l’intento di rinnovare una magìa. Infatti, quello che a questo scooter e non ad altri è riuscito è cosa diversa dagli obiettivi di un banale mezzo di trasporto: la Vespa è stata in grado, sempre, di interpretare l’epoca in cui si trovava, evolvendo di decennio in decennio.

Le due ruote messe assieme per la prima volta dal genio di Corradino D’Ascanio sono un simbolo di comodità informale. La Vespa è passata da Audrey Hepburn e Gregory Peck nell’Italia del secondo dopoguerra alla versione «Et3 Primavera» degli anni Settanta, fino alle scorrazzate romane di Nanni Moretti e alle ali sotto ai piedi dei Lunapop di Cesare Cremonini, con cui girare la domenica fuori città, meglio se per i colli bolognesi.

Un simbolo del made in Italy che ha sfondato all’estero, soprattutto in Vietnam e in India e che sul mercato statunitense - dove però i numeri del segmento scooter sono storicamente risicati - vale il 33 per cento del totale. Uno scooter ogni tre venduto in America è una Vespa. Proprio all’America sta probabilmente pensando Colaninno, perché il mercato a stelle e strisce è storicamente capace di interpretare, prima di altri, le tendenze in atto, che in questo caso viaggiano sulla direttrice che coniuga robotica e meccanica.

La Vespa elettrica sfrutterà la piattaforma multimediale già allestita dalla casa, per connettere immediatamente scooter e smartphone. Anche per questo, nei piani non svelati da Pontedera, gli Stati Uniti sono un punto di riferimento importante per lo sviluppo di domani. E non solamente perché a Boston, dove è basata Piaggio Fast Forward, c’è un advisory board a cui partecipano Nicholas Negroponte, Daniela Rus (Mit), John Hoke (Nike), Doug Brent (Trimble) e Jeff Linnell (ex Google). Soprattutto perché lì le nuove tendenze - verso un ecosistema di mobilità a zero emissioni - sono maggiormente avvertite.

Quindi, il progetto che prenderà concretezza dalla prossima settimana a Pontedera ha come riferimento principale l’Italia, che rimane il primo mercato del gruppo e poi per la Vespa elettrica sarà soprattutto Stati Uniti – dove sarà disponibile dal prossimo gennaio - e tre grandi metropoli orientali: Pechino, Shanghai e Singapore. Una strategia mirata, che vuole offrire un’alternativa concreta, una via d’uscita, al traffico allucinante delle metropoli orientali e avvicinare, come direbbe Cremonini, una gira fuori città à-a.

da corriere.it


Un altro contributo contro l’inquinamento. Sarà in grado di percorrere 100 km con una ricarica della batteria. (ASAPS)

Martedì, 28 Agosto 2018
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