Milano, la pirata della strada è un avvocato
Milano - Avvocatessa investe due ragazzi in scooter mentre, alla guida, parla al cellulare, poi rallenta, vede che i due sono caduti e terra, accelera e scompare. È indagata per lesioni gravi e fuga, ma dal casellario giudiziale risulta anche che l’avvocatessa, del foro di Milano, bella, bionda di 33 anni, ha appena patteggiato una condanna per associazione a delinquere finalizzata alla truffa.
La storia è articolata, la prima udienza del processo per il «pirata della strada» che si è costituita la mattina dopo l’incidente è già stata fissata al 6 marzo. Tutto comincia la notte del 17 febbraio di quest’anno. Sono quasi le 3 del mattino la giovane avvocatessa a bordo della sua grossa Bmw torna a casa, zona Quarto Oggiaro, dopo una serata con gli amici. All’altezza di Porta Volta attraversa un incrocio con il semaforo lampeggiante senza dare la precedenza a destra. In quel momento sta sopraggiungendo uno scooter, da Biancamano, a bordo due ragazzi. Li investe, lei nell’investimento perde il paraurti che resta a terra, ammacca la carrozzeria e rompe un fanale. C’è un testimone dell’investimento, la signora che chiamerà i soccorsi. La donna stava camminando sul marciapiede di Biancamano, si scosta per non essere a sua volta colpita dal paraurti che vola via dopo lo scontro e racconta di una donna al volante della Bmw, giovane, bionda, al cellulare, che procedeva a velocità «sicura» senza dare la precedenza. La Bmw rallenta, la donna vede che ha investito i due ragazzi e se ne va senza fermarsi. Nessuno dei due investiti è gravissimo, ma uno dei due, entrambi sono 30enni, ha 8 fratture scomposte alla tibia e forse avrà danni permanenti.
La mattina dopo l’avvocatessa, forse quel che resta della notte le porta consiglio, si presenta alla centrale dei vigili di via Custodi, vuole denunciare l’accaduto. Tanti hanno visto, i pezzi della sua auto sono rimasti a terra, c’erano le telecamere, probabilmente capisce che non ha scampo. «Ieri sera ero sconvolta perché avevo litigato con il mio fidanzato – fa mettere a verbale – sì, mi sono accorta che i due ragazzi erano a terra, ma ero troppo turbata e arrabbiata, quindi non mi sono fermata. Poi ho visto che uno si stava rialzando, ero tranquilla». E ancora nel verbale: «Non ho chiamato nemmeno il 118 perché ho visto che due persone erano accorse dai ragazzi e altra gente si era fermata, quindi non importava che mi fermassi anche io, ho pensato che se avessero avuto bisogno di soccorsi qualcuno, quella notte, li avrebbe aiutati». Alla giovane, difesa da Giovanni Briola, è stata subito ritirata la patente ed è stata indagata per le lesioni gravi e omissione di soccorso. I due ragazzi, invece, sono difesi da Francesco Pesce. La bella avvocatessa però, deve decidere da che parte della legge stare, perché proprio a maggio ha già patteggiato una condanna a due anni per associazione a delinquere, è finita immischiata in un’altra brutta storia, quella volta per truffa.
di ANNA GIORGI
da ilgiorno.it
No avvocato così non va bene. (ASAPS)