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Sette anni per il primo omicidio stradale a Ferrara

La difesa annuncia il ricorso, mettendo in discussione la validità dell'alcol test e le dinamiche dell'incidente

Si è concluso con una condanna a sette anni di reclusione il primo processo per omicidio stradale a Ferrara, che vedeva alla sbarra un 43enne ferrarese, R.M., che il 13 aprile del 2016 fu protagonista di un violento scontro frontale a Cesta con Romana Bonaccorsi, che perse la vita nello schianto.

Una pena elevata ma comunque inferiore a quanto previsto dalla nuova normativa, che prevede una reclusione da 8 a 12 anni per i conducenti responsabili della morte di altre persone mentre guidavano sotto l’effetto di alcol o droghe. L’imputato infatti aveva un tasso alcolemico pari a 1,24 g/l al momento dell’incidente, anche se il suo avvocato Massimo Cipolla nel corso del dibattimento ha contestato la validità dell’alcol test, dal momento che le rilevazioni furono effettuate in ospedale in seguito all’incidente, in assenza di un legale e per fini terapeutici. L’uomo, in sostanza, non poteva essere cosciente e informato di essere sottoposto a un esame legale.

Le motivazioni della sentenza verranno pubblicate entro 90 giorni e solo allora si potrà capire quanto il tribunale abbia tenuto conto delle argomentazioni della difesa, che già annuncia il ricorso in appello per puntare a una piena assoluzione, pur specificando che “la sentenza di oggi non ci lascia insoddisfatti, perché se il giudice è sceso sotto la soglia degli otto anni significa che alcuni dei nostri punti hanno fatto breccia. La pena in ogni caso rimane eccessiva, ma prima di poter esprimere un giudizio approfondito dovremmo conoscerne le motivazioni”.

Secondo Cipolla sarà decisivo dimostrare che l’impatto tra i due veicoli non è avvenuto nella corsia dove transitava la vittima, dal momento che proprio su questo punto i consulenti della procura e della difesa si sono trovati in disaccordo: per l’accusa l’imputato avrebbe invaso l’altra corsia, non lasciando scampo a Bonaccorsi, mentre secondo il consulente di Cipolla non ci sarebbe stata alcuna invasione e l’automobile della vittima, dopo l’impatto con il mezzo di R.M., sarebbe andata a sbattere contro un tronco e altri oggetti al lato della strada, perdendo così la vita. Una circostanza che potrebbe ‘alleggerire’ le responsabilità e quindi la posizione dell’imputato, ma per chiarire questi aspetti sarà necessario aspettare il giudizio di secondo grado.

da estense.com

Venerdì, 05 Ottobre 2018
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