A 102 anni gli rinnovano la patente di guida
GRADO. È un bel tipo, Fortunato Russignan, e sono tante le cose che restano impresse di lui. Qualche esempio? Quando si ricorda un bell’episodio della sua lunga vita, Fortunato butta indietro la testa, mette la mano sugli occhi e ride forte, prima di raccontarlo. O ancora: Fortunato vive da solo nel suo appartamento di Grado Pineta, in cui regna un ordine impeccabile, e se lo si va a trovare può capitare di trovarlo mentre spignatta davanti a un minestrone. La più incredibile? Fortunato compirà centodue anni fra un paio di mesi e, caso probabilmente unico, gli hanno appena rinnovato la patente. Quando il medico della commissione patenti ha letto i documenti dell’aspirante automobilista (nato a Isola d'Istria nel 1912), ha chiamato l’infermiera. «Secondo lei quanti anni ha questo signore?», le ha chiesto. «Un’ottantina?», ha risposto lei. L’errore è comprensibile: Fortunato tiene fede al suo nome e dimostra almeno vent’anni in meno. Tanto che due giorni fa è saltato in sella alla sua utilitaria e da Grado Pineta, dove vive, ha guidato fino a Trieste per il rinnovo. «Mi spiace solo che l’abbiano rinnovata per un anno soltanto - scherza -. Si fosse potuto fare per due sarebbe stato meglio».
Dove va il signor Russignan con la sua automobile? A Monfalcone, a Trieste, ovunque i suoi impegni lo portino. Gli piacerebbe andare anche nella sua Isola d’Istria, che l’ha visto venire alla luce oltre un secolo fa, in un mondo completamente diverso dal nostro. E la vita di Fortunato è un bell’esempio di chi quel secolo l’ha saputo attraversare con coraggio e leggerezza. «Come ho fatto a conservarmi così bene? Facile! Fino ai trent’anni non ho fatto nulla!», scherza.
Rampollo di una famiglia facoltosa, Fortunato vive una giovinezza agiata nell’Istria del primo dopoguerra. Ma il desiderio di viaggiare lo destina ad altre terre: «La mia famiglia aveva un servizio di vaporetti - racconta -, così mi misi in testa di navigare e magari di emigrare in America». È così che Fortunato va a Trieste dove, dopo diverse traversie, finisce per imbarcarsi sul Neptunia: per un anno fa la spola tra l’Italia e il Sud America, suonando la tromba nell’orchestra e lavorando al bar di bordo. L’anno successivo si imbarca sul Vulcania, destinazione Nord America. «Ho pensato: stavolta la xe fata!», racconta. A New York un italoamericano («de Umago») si offre di trovargli un lavoro, ma si tira indietro all’ultimo e a Fortunato non resta che tornare a bordo. Naviga per quindici anni su diverse navi, sopravvive anche a un terribile ciclone: «Le onde squassavano la nave - ricorda -. A bordo c’era anche quella polesana... Alida Valli!». Dopo tanto andar per mare, decide di tornare a terra e prende in gestione il Bar Italia di piazza Unità assieme a un nipote marinaio. «È al bar che mia figlia si è innamorata di un soldato americano che me l’ha portata via», ricorda con un sorriso.
Proprio grazie alla scelta della figlia, però, finisce per coronare il suo sogno: va a vivere in America dove, fra New York e la Florida, vive per molti anni. «In Florida pulivo piscine in un grande residence, pigliavo soldi come acqua e tutti mi volevano
bene». Nel '74 decide di tornare in Italia e prende casa a Grado. Qualche mese fa la seconda e amatissima moglie gli è stata portata via da un male, ma Fortunato non ha perso la voglia di vivere. «Il cielo me ne ha dati 102, ma se me ne dà altrettanti li prendo».
di Giovanni Tomasin
da ilpiccolo.gelocal.it
Auguri! (ASAPS)