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Notizie brevi 16/10/2018

Con che patente si guida la Vespa elettrica

Quale patente è necessario avere per poter guidare la nuova Vespa Elettrica, già prenotabile on-line
Foto di repertorio dalla rete

Si tratta della versione green della grande icona italiana firmata Piaggio, che unisce la silenziosità alla connettività avanzata e anche alla personalizzazione e all’accessibilità, oltre a rispettare i valori ambientali a cui oggi teniamo molto. Siamo in un mondo in cui l’elettricità ormai fa parte del nostro quotidiano e parliamo spesso dell’eliminazione della benzina e del diesel. Per questo motivo anche i mezzi di trasporto vanno in questa direzione, molto più avanti le auto rispetto alle moto, ma comunque dei passi sono stati fatti.

È bene sapere tutto ciò che riguarda le leggi che regolano l’omologazione e la circolazione dei veicoli elettrici a due ruote. Ancora si parla poco di mezzi elettrici a due ruote, vi sono pochi modelli sia in produzione che in circolazione, perciò la percezione generale è concentrata sugli scooter di piccole dimensioni, usati soprattutto in città, proprio come la nostra mitica Vespa Elettrica.

Facciamo una prima classificazione dei veicoli elettrici, suddivisi in tre categorie. Ci sono gli L1 e, che vanno ad una velocità massima di 45 km/h e hanno una potenza inferiore ai 4 kW, sono i vecchi motorini 50cc che possono essere guidati con il patentino, categoria di patente AM. Poi ci sono gli L1 e-A, in cui rientrano tutte le e-Bike, che non necessitano di alcuna patente per la guida e infine gli L1 e-B, che hanno una potenza maggiore di 4 kW.

Per quanto riguarda le patenti, bisogna però fare una distinzione. I mezzi con potenza fino a 11 kW necessitano della A1 o della B per la guida. Quelli fino a 35 kW possono essere condotti invece da chi ha la patente A2 e per una potenza superiore serve la patente A, che spesso viene definita A3. Questo ci fa quindi capire che, ovviamente, in base al tipo di patente del conducente, si possono guidare mezzi di trasporto differenti.

Le Case produttrici cercano di creare veicoli che possono essere guidati da una quantità maggiore di persone, in possesso delle patenti più diffuse. Spesso, per questo motivo, decidono di commercializzare, molti scooter e moto con una bassa potenza, che necessitano semplicemente della patente B. Il punto di debolezza in questa decisione sta nel fatto che il cliente predilige potenze maggiori, con prestazioni elevate e non deludenti.

Nel caso dei veicoli elettrici, però, c’è un escamotage possibile: può essere fatta la rilettura del ciclo di omologazione. Questo significa che per l’omologazione il legislatore parla di due tipi di potenza, quella netta, misurata con il regolatore di potenza al livello più alto, e quella massima su 30 minuti, che dipende anche dalle prestazioni della batteria e non solamente dal motore. Questo permette al costruttore di abbassare la potenza dichiarata dei mezzi che produce, nel caso in cui questi, portati alla massima, esauriscono la batteria in meno di 30 minuti. Le Case quindi possono usare batterie di prestazioni scarse per poter omologare anche mezzi più potenti con meno kW.

da motori.virgilio.it

Martedì, 16 Ottobre 2018
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