Ecco
il famoso "provvedimento anti Suv": un superbollo che
colpisce le macchine che inquinano di più. Il meccanismo
di tassazione è tutto da definire, ma si sa che questo provvedimento
finirà nel collegato alla finanziaria. E che quindi in breve
tempo diventerà realtà.
Come annunciato dal presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci,
è stato messo a punto un meccanismo che non penalizzi tutti
i Suv, ma solo quelli che inquinano di più. "Segnando"
però sulla lavagna dei cattivi anche supercar e ammiraglie
dagli elevati consumi.
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E
qui è difficile sbagliare perché in sede di omologazione
le varie emissioni tossiche sono registrate con precisione assoluta. Lo
scopo è chiaro: "Scoraggiare l’acquisto, soprattutto in città,
delle macchine che consumano di più".
Questo, in estrema sintesi, il progetto del Ministero dell’Ambiente e
della tutela del territorio annunciato dal sottosegretario Roberto Tortoli
nell’ambito della risposta all’interrogazione del deputato della Margherita
Ermete Realacci sul problema dei Suv in città.
"Gli introiti derivanti da un tale meccanismo fiscale - ha detto
Tortoli - sarebbero opportuni nella misura in cui gli stessi fossero utilizzati
allo scopo di finanziare interventi volti a ridurre l’inquinamento atmosferico
nelle aree che presentano maggiori criticità".
Ma come si arriverà a questa tassazione? E quali saranno le auto
coinvolte? Per ora è ancora tutto da definire, ma Tortoli ha evidenziato
la necessità di "un accurato studio di fattibilità
che analizzi nel dettaglio i consumi, le emissioni, le percorrenze medie
riferite alle categorie di veicoli più diffuse in ambito urbano".
Questo vuol dire, probabilmente, anche "sconti" se le auto in
questione circolano poco. Ma visto che non esistono statistiche precise
sui km percorsi in base alla tipologia di veicolo, è molto probabile
che l’ultima idea di Tortoli sia destinata a naufragare. E che la tassa
sarà applicata solo in base alle emissioni di C02. Al Ministero
- comunque - sono già al lavoro, e fra poco ne sapremo di più.
Nel frattempo, grande soddisfazione è stata espressa da Realacci:
"Siamo ad una svolta - ha affermato perchè per la prima volta
in Italia non vengono ignorate le indicazioni di Kyoto. Una colpa grave
dell’attuale governo, ma - bisogna essere onesti - anche del precedente
dell’Ulivo".
Diverso il parere di Salvatore Pistola, presidente dell’Unrae, l’associazione
dei costruttori esteri in Italia: "Esistono delle omologazioni -
afferma - e i veicoli in base proprio a queste severissime omologazioni
vengono poi autorizzati a circolare. Esistiono poi dei provvedimenti estemporanei
che di tanto in tanto vengono presi. Così in Italia abbiamo ancora
un circolante pieno di vetture non catalizzate e automobilisti schiacciati
dalle tasse. Certo che il superbollo - continua Pistola - non risolve
i problemi dell’ambiente. Perché questo incide poco sui veri fattori
inquinanti della città. Ci dobbiamo solo augurare di trovare iniziative
valide e non di facciata, fermo restando il diritto alla mobilità.
Iniziative estemporanee, pensate male non possono avere un risultato tangibile.
Una sola cosa è certa: fra rispetto sulle normative del riciclaggio,
la lotta alla riduzione dei consumi, le nuove regole per la protezione
dei pedoni, l’industria dell’auto è chiamata a fare sforzi enormi.
Che avranno un sicurio riflesso sul costo delle auto".
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