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Notizie brevi 13/11/2018

L’Asaps: «In autostrada a 150 km/h? Provvedimento inutile e pericoloso»

La proposta di elevazione del limite di velocità in autostrada fa insorgere la storica associazione di sicurezza stradale: «Porterebbe solo svantaggi perché aumenterebbero consumi, inquinamento, rischi di incidenti e quindi più code con perdite di tempo»

Non va proprio giù all’Associazione sostenitori polizia stradale la recente proposta di elevare da 130 a 150 chilometri orari la velocità massima in autostrada formulata dal presidente della commissione trasporti della Camera, Alessandro Morelli (Lega). «Intanto non è affatto una novità perché è la riedizione di un vecchio progetto dell’allora ministro dei trasporti Pietro Lunardi — spiega Biserni — che per fortuna non è stato realizzato nel 2001 ma non solo è pericoloso elevare i limiti a 150 km/h ma non si guadagnerà assolutamente tempo perché è dimostrato che alzare anche di soli dieci chilometri (di più per 20 chilometri) aumenterebbero parallelamente i sinistri, magari anche di lieve entità e questo causerebbe più frequenti code e rallentamenti». Biserni va oltre: «Se tutto invece dovesse filare liscio, in un tratto lunghissimo autostradale come la Milano-Rimini si guadagnerebbero solo 15 minuti».

Il codice della strada

L’Asaps, tra l’altro ricorda come l’articolo 142 del codice della strada già consenta «sulle autostrade a tre corsie più corsia di emergenza per ogni senso di marcia, dotate di apparecchiature debitamente omologate per il calcolo della velocità media di percorrenza su tratti determinati, (13) gli enti proprietari o concessionari possono elevare il limite massimo di velocità fino a 150 km/h sulla base delle caratteristiche progettuali ed effettive del tracciato, previa installazione degli appositi segnali, sempreché lo consentano l’intensità del traffico, le condizioni atmosferiche prevalenti ed i dati di incidentalità dell’ultimo quinquennio. Ma nessuna concessionaria lo ha elevato non ravvisando le condizioni di sicurezza indicate dal Codice».

I rischi

Biserni sottolinea anche come «l’elevazione del limite comporterà un maggior consumo e un maggior inquinamento» ma, soprattutto, «la differenza da 130 a 150 km/h comporta un aumento percentuale della velocità a 130 con strada asciutta ci servono 93,14 metri a 150 ce ne servono 124,01. Con strada bagnata a 130 ci servono 130,40 metri. A 150 ce ne servono 173,71. Per chi va forte poi sarà prevista anche una selezione per gareggiare in Formula Uno? Perché per quanti andranno alla media di 200 km/h i 3 punti persi saranno un’inezia rispetto a un corredo di 26 punti in dotazione al 90% dei patentati».

Il confronto

Ma come si comporta il resto d’Europa? «Nessun Paese al mondo ha pensato o pensa di elevare i limiti di velocità — prosegue Biserni — anzi in Francia e Spagna si stanno abbassando di 10 chilometri orari nelle Statali. In Italia si avrebbe il paradosso di aver inventato e realizzato il sistema del Tutor che è stato determinante per ottenere risultati molto positivi e addirittura clamorosi sul versante della sicurezza, per poi permettere poi di elevarli. Con questa modifica si verificherà la situazione assurda che chi corre fino a 200 chilometri orari di media se la caverà con appena 169 euro di sanzione e solo tre punticini di prelievo, come per un sorpasso irregolare di lieve entità, come accendere gli abbaglianti quando non è consentito”. “Se le macchine sono oggi molto più sicure - si domanda il presidente dell’Asaps - come mai nessun Paese ha pensato o pensa di elevare i militi di velocità? Anzi in alcuni Paesi (vedi Francia e Spagna) si stanno abbassando di 10 chilometri i limiti delle statali. Abbiamo forse in Italia un parco veicoli migliore degli altri Stati? No, è mediamente più datato, con una media di 11 anni di vita”. E se il Tutor “in larga parte è stato determinante per ottenere risultati molto positivi e addirittura clamorosi”, è però stato progettato “per limitare le velocità, secondo i limiti massimi previsti, non per permettere poi di elevarli”.

da corriere.it


Anche il Corriere della Sera rilancia la argomentata posizione dell’ASAPS.

Martedì, 13 Novembre 2018
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