Si
è svolta presso il centro congressi di Montecitorio, a Roma, la
58esima assemblea generale della Confetra, la Confederazione Generale
Italiana dei Trasporti e della Logistica, che quest’anno ha avuto
per tema: “Il sistema logistico motore dell’economia italiana”.
A prendere parte ai lavori, oltre al presidente di Confetra, Giuseppe
Smeriglio, anche il ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, il
commissario UE, Rocco Buttiglione, il presidente di Confindustria Gian
Maria Gros-Pietro, il segretario generale di Confcommercio, Sergio Billè
ed il massimo esponente della Cisl, Savino Pezzotta.
Particolarmente importante è apparso l’intervento del presidente
Smeriglio, che ha messo in luce alcuni aspetti della logistica italiana
non di poco conto. Basti pensare, infatti, che tra una decina di anni
il trasporto delle merci e dunque la logistica italiana potranno valere
tra il 15 ed il 20 per cento del Pil nazionale. L’Italia e soprattutto
i suoi porti, potranno diventare il baricentro dei traffici tra l’Europa
ed il cosiddetto Far East e Cina, che entro il 2015 disporranno di oltre
il 50 per cento della capacità produttiva.
Per fare tutto questo, secondo Smeriglio, è necessaria una politica
coraggiosa di investimenti, che a fianco degli interventi governativi
sappia rendere competitivo il sistema logistico nazionale. Per l’Italia,
ha più volte sottolineato Smeriglio, è giunta una grande
opportunità di sviluppo che deve passare attraverso la creazione
ed il potenziamento delle infrastrutture nell’arco dei prossimi due
anni.
Quest’opportunità, ha ribadito il presidente di Confetra,
si chiama globalizzazione di ritorno dai Nic (new industrial countries)
che ci invadono di manufatti a bassissimo costo: nel 2015, infatti, sia
la Cina che il Far East disporranno di nuove capacità produttive,
in grado di moltiplicare di quattro volte le esportazioni di manufatti
verso l’occidente via mare e attraverso il canale di Suez. Questa
movimentazione e il loro indotto hanno l’Italia e in particolare
Genova come baricentro per tutta l’area europea.
Per Giuseppe Smeriglio, dunque, non è affatto esagerato affermare
che tra dieci anni il trasporto e la logistica potranno ricoprire il 20
per cento del Pil nazionale e proprio per questo motivo occorrerà
saper fare scelte strategiche giuste, per non avere imprese deboli in
un territorio leader.
“Per 25 anni – ha detto il presidente di Confetra –
abbiamo coltivato l’illusione di poter avere uno sviluppo senza investire
in infrastrutture. Così, mentre il resto dell’Unione europea
aumentava del 73 per cento la rete autostradale, noi a malapena giungevamo
al 10 per cento, senza riuscire a fare una sola linea completa dell’alta
velocità ferroviaria. L’euro e la globalizzazione hanno spazzato
via queste illusioni.”
Quali dunque gli interventi suggeriti dalla Confederazione generale dei
trasporti? La migliore risposta, è stato detto, trova realizzazione
nell’avverarsi di alcune condizioni.
Nella prima è previsto il completamento ed il rafforzamento delle
grandi tangenziali di Mestre, Bologna, Milano, Roma e Torino. Inoltre,
occorrerà investire pesantemente nei porti contenitori ed attivare
l’autostrada Brescia-Bergamo-Milano, completando nel contempo la
Salerno-Reggio Calabria. La seconda condizione è la creazione di
“hub-logistici” nei quali le merci possano essere stoccate,
lavorate e preparate per la distribuzione.
La terza fase prevede la creazione di presupposti per cui l’Italia
sia attrattiva per un investitore che voglia realizzare la sua sede europea,
con tutte le funzioni che essa comporta. La quarta ed ultima condizione
riguarda l’ammodernamento dell’assetto normativo di settore
ed in particolare alla riforma dell’autotrasporto, a quella delle
gestioni portuali, alla disciplina del traffico urbano ed a quella di
orientamento del trasporto combinato ferro-gomma.
Il presidente di Confetra, Giuseppe Smeriglio, ha poi concluso il suo
intervento con un appello al premier Berlusconi: “rilanciamo il
patto per la logistica con più forza e convinzione, formando un
tavolo comune con enti locali, sindacati, società di gestione autostradale
e ministeri, così da rilanciare definitivamente la competitività
del trasporto ed offrire nuove opportunità al Paese.” .
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