Sicurezza stradale, ecco la giornata della memoria per le vittime
"La sicurezza stradale passa per la partecipazione di tutti. Una sorta di assunzione di responsabilità di ognuno di noi. Uno dei principali nemici della sicurezza stradale è proprio la distrazione che, oggi, non deriva soltanto dall’uso scorretto di telefoni cellulari e smartphone, ma è sempre più un’insidia legata agli strumenti elettronici di bordo ove questi ultimi non siano congegnati e studiati per essere usati senza distogliere il conducente dall’attività di guida". Così il capo della Polizia Franco Gabrielli, ha lanciato all'università La Sapienza davanti a mille studenti la "Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada" che verrà celebrata domenica 18 novembre. Un momento di ricordo e riflessione dedicato, la terza domenica di novembre, alle vittime di incidenti stradali ed ai loro familiari, e proclamato per la prima volta dall'Onu nel 2005 per contribuire al cambiamento delle abitudini negative degli automobilisti.
Davanti a lui studenti delle scuole secondarie di secondo grado, universitari e delle associazioni vittime della strada che hanno affrontato due temi chiave: quello della vicinanza e del sostegno alle vittime di incidenti stradali e il tema della prevenzione e dell’educazione alla sicurezza stradale attraverso la premiazione ufficiale del concorso abbinato alla 18^ edizione del progetto Icaro, la campagna di sicurezza stradale promossa dalla Polizia di Stato.
Il concorso - bandito dal MIUR e riservato agli studenti delle scuole Secondarie di Primo e Secondo - ha avuto ad oggetto la scrittura di uno storytelling, con riferimento ad una esperienza stradale collegata alla distrazione e al multitasking. Le scuole vincitrici sono state premiate nel corso della mattinata. E non sono mancati veri e propri acuti. Come il testo scritto da "un ragazzino di Caserta.
La fotografia, tragica, del settore, l'ha regalata il prefetto Roberto Sgalla, capo delle specialità della Polizia: "Nel 2017, secondo l’ultima pubblicazione ISTAT - ha pisgato - si sono registrati in Italia 174.933 incidenti stradali con lesioni a persone, che hanno provocato 3.378 vittime (entro il 30° giorno) e 246.750 feriti. Dopo la riduzione delle vittime registrata nel 2016, nel 2017 il numero dei morti è tornato, pertanto, a crescere del 2,9% (95 vittime in più)".
In base ai dati ISTAT, nel 2017 gli incidenti imputabili alla guida distratta sono quasi 36 mila, pari a circa il 16% degli incidenti stradali con feriti.
Per i giovani poi l’incidente costituisce la principale causa di morte - nel 2017, secondo i dati Istat, gli under 24 che hanno perso la vita sulle nostre strade sono stati 417 - ma soprattutto perché i ragazzi, già protagonisti della strada come pedoni, ciclisti e conducenti di ciclomotori, sono la generazione dei futuri automobilisti ed i migliori portavoce del messaggio di legalità con il mondo degli adulti.
"Tutti siamo stati ragazzi, ha spiegato Sgalla, tutti siamo stati trasgressori. Ai miei tempi si citofonava a caso e poi si scappava. Chi avrebbe mai detto che poi nella vita sarei andato a citofonare per avvisare mamme, papà o figli della morte di un loro caro".
Temi forti, duri. "E non a caso - ha spiegato Annamaria Giannini professore ordinario della Sapienza Università di Roma Dipartimento di Psicologia - in collaborazione con l'Ania e con la Polizia di Stato dedicato alle vittime di incidenti stradali e ferroviari, è stato avviato il progetto Chirone, nato con lo scopo di delineare un nuovo ruolo dell’operatore della Polizia Stradale e Ferroviaria nella gestione dei rapporti con le vittime.
La vicinanza alle vittime di reato rappresenta un aspetto fondamentale dell’attività di polizia, per favorire le indagini ed evitare la cosiddetta “vittimizzazione secondaria” ma anche per rispondere ad un bisogno di sicurezza della società che si acuisce al verificarsi di fatti violenti".
"Il progetto - ha concluso Giannini - è orientato a delineare un nuovo ruolo per l’operatore di Polizia che abbia come compito principale quello di gestire i rapporti con le vittime di incidenti stradali e ferroviari, anche attraverso la predisposizione di linee guida che possano fornire un utile strumento per gli operatori".
Fondamentale da questo punto di vista il contributo dell'Ania, l'Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici: "Tale fondamentale attività proprio per la particolare natura ed importanza - ha spiegato infatti Umberto Guidoni, responsabile del servizio auto di ANIA e segretario generale della Fondazione Ania - deve essere accompagnata da un adeguato percorso formativo: per quanto riguarda la formazione a livello nazionale, sono stati effettuati 2 corsi che hanno consentito di attribuire la qualifica di Formatore Chirone a 115 operatori, mentre 2.555 sono stati coloro i quali hanno partecipato ai corsi di comunicazione, deontologia e vittimologia presso il CAPS di Cesena. La Polizia di Stato ha inoltre dato il proprio contributo alla progettualità ANIA CARES, avviata dalla Fondazione ANIA ed il Dipartimento di Psicologia della “Sapienza Università di Roma” con l’obiettivo di fornire un servizio di Pronto Soccorso Psicologico alle vittime della strada".
Un lavoro enorme, svolto dal Comitato scientifico incaricato dalla Fondazione Ania, in stretta connessione con gli operatori di Polizia Stradale che intervengono sugli incidenti stradali e con alcuni rappresentanti delle Associazioni di vittime d’incidente stradale e loro familiari, ha portato alla definizione di una serie di linee guida specialistiche d’intervento ed alla formazione di una prima rete di psicologi specializzati, che nella prima fase di attività sono operativi nelle province di Milano, Firenze, Roma e Campobasso. Nelle predette realtà territoriali pilota, tramite un numero verde 800.893.510, è possibile richiedere un intervento di pronto soccorso psicologico da parte degli psicologi abilitati, che sono circa 100.
E cosa succedeve prima di tutto questo? "Nulla", ha spiegato Stefano Guarnieri in una commovente presentazione realizzata mettendo in fila sul tappeto dell'Aula Magna tutti gli oggetti simbolo dell'incidente stradale che si è portato via suo figlio Lorenzo. "Quando perdi un tuo familiare a seguito di un crimine - spiega infatti Guarnieri - sei a tua volta vittima. Trovandoti in una condizione di forte debolezza psicologica devi affrontare un percorso che sarebbe difficile per chiunque in condizioni normali e che per te appare impraticabile, aspro, in costante salita. E, soprattutto nel caso di crimini stradali, sei lasciato spesso solo ad affrontarlo. Ti accorgi di non esistere come vittima per lo Stato italiano. Qualche passo in avanti è stato fatto grazie ad esempio alla Polizia di Stato e alla Fondazione ANIA con progetti a sostegno alle vittime. Poco o niente è stato fatto invece dal sistema giustizia. Nel codice di procedura penale la frequenza più alta è quella della parola "giudice" (1033), seguita da "pubblico ministero" (602), "sentenza" (457) e "imputato" (428). E la parola "vittima" dove si colloca? Per ultima, nominata una sola volta. Infatti la vittima nel processo penale non esiste. In una società che si reputa civile tutto questo può e deve cambiare".
E per cambiare questo ed altro un aiuto arriva dal progetto Icaro, giunto alla 19ª edizion: è la campagna di prevenzione promossa dalla Polizia di Stato, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia - Sapienza Università di Roma, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Moige (Movimento Italiano Genitori), la Fondazione ANIA per la sicurezza stradale, la Federazione Ciclistica Italiana, la società Autostrada del Brennero S.p.a., Enel Green Power, il Gruppo autostradale ASTM-SIAS / SINA e con il contributo di Avio Aero.
L'iniziativa ha l'obiettivo di far comprendere ai giovani l'importanza del rispetto delle regole, promuovere una cultura della legalità ed evitare che i ragazzi assumano comportamenti pericolosi, causa principale degli incidenti stradali. Al progetto è collegata una ricerca scientifica, a cura del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Roma “la Sapienza” che ha dimostrato come tali attività siano capaci di aumentare la sensibilità nei confronti dei pericoli stradali.
Negli anni il progetto Icaro ha raggiunto circa 200.000 studenti nelle scuole di ogni ordine e grado e molte centinaia di migliaia sono quelli venuti in contatto nel corso degli eventi, nei teatri, nelle piazze e nelle attività proposte dal Pullman Azzurro.
Il progetto Icaro, nel 2009 è divenuta anche un progetto europeo (ICARUS) che ha visto la Polizia Stradale capofila nell’Unione europea nel campo dell’educazione stradale, con una ricerca scientifica elaborata dal Dipartimento di Psicologia dell’Università Sapienza. Nell’ambito del progetto è stato realizzato anche il film Young Europe, interamente prodotto dalla Polizia di Stato con il cofinanziamento della Commissione Europea. In Italia il film è stato proiettato in tutte le province raggiungendo decine di migliaia di ragazzi ed è utilizzato come attivatore emozionale nelle campagne di sicurezza stradale della Polizia di Stato.
di VINCENZO BORGOMEO
da repubblica.it/motori