Sta
diventando sempre più popolare il cambio automatico che elimina
il pedale della frizione e fa riposare di più il guidatore. Chi
non condivide questa affermazione, significa che non è a conoscenza
di come oltre il dieci per cento dei tassisti di Milano, soltanto per
fare un esempio, lavora con una vettura dotata di cambio automatico e
la percentuale pare destinata ad aumentare considerevolmente.
Tuttavia, anche nella normale produzione le case automobilistiche stanno
sviluppando sempre più questo particolare tipo di trasmissione,
da sempre giudicato per “conducenti” con scarsa propensione
alla guida dinamica e soprattutto di scarsa resa.
I cambi automatici moderni, invece, sono robusti, tecnologicamente sviluppati
e non appesantiscono i consumi più dei normali cambi manuali (basti
pensare che su certi percorsi rendono molto di più con minore spesa).
Chi li utilizza sostiene che non tornerebbe mai indietro e il motivo principale
deriva dal fatto che stress e fatica vengono notevolmente ridimensionati,
grazie anche all’opzione del cambio sequenziale, che rende più
agevole la marcia alle medio-alte velocità.
La novità del momento, tuttavia, riguarda le normali berline e
le auto da città, gran parte delle quali stanno proponendo il cambio
automatico come accessorio optional della casa. A montarlo per prima su
di un modello a larga commercializzazione è stata la Nissan, che
ha inserito il cambio automatico nientemeno che sulla nota Micra. L’ultima,
in ordine di tempo, è stata invece la Ford con la richiestissima
Fiesta, che monta un sistema in grado di passare direttamente dalla retro
alla prima marcia.
Fra le novità messe in campo è d’obbligo riportare
quella della Magneti Marelli, che ha realizzato un cambio automatico la
cui sigla (DFN) nasconde un nome curioso: Dolce Far Niente. Questo sistema,
però, è montato sia sulla Lancia Ipsilon, sia sulla Fiat
Panda e questo la dice lunga su come il cambio automatico stia progressivamente
conquistando tutte le fasce di mercato. (Rocchi).
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