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Notizie brevi 10/12/2018

Nonno ucciso in bici, la nipote risarcita per motivi affettivi

Treviso, per il giudice non vale la mancata convivenza. L’uomo era il suo punto fermo
Il luogo dell’incidente

TREVISO - Anche se non vivevano nella stessa casa, era abituata a vedere il nonno ogni giorno. Era la sua unica nipote e con lei trascorreva gran parte della giornata. Era sempre stato così, da quand’era nata a quando lui, improvvisamente, non era più tornato a casa dal suo giro in bicicletta. Sette anni nei quali, per lei così piccola, quel nonno era stato un punto fermo, una certezza d’amore e di presenza. E oggi quel legame così forte è stato riconosciuto anche dal tribunale civile di Treviso, che ha condannato una compagnia assicurativa tedesca a risarcire la nipote dell’anziano.

La sentenza
Una sentenza destinata a fare giurisprudenza e che va contro un pronunciamento della Cassazione del 2012, facendo cadere un principio dietro al quale, fino ad oggi, si erano sempre trincerate le compagnie assicurative, respingendo le richieste di risarcimento da parte di congiunti esterni al nucleo familiare ristretto. E cioè il vincolo della convivenza con la vittima. La nipote in questione, infatti, non viveva nella stessa casa del nonno. Ma il giudice Clarice Di Tullio, della prima sezione civile del tribunale trevigiano, ha sentenziato: «Attribuire rilievo decisivo a una circostanza quale la convivenza comporta il rischio di mettere ingiustamente in secondo piano l’importanza di un legame affettivo e parentale, la cui solidità e permanenza non possono ritenersi minori solo perché ricorrano circostanze diverse dalla coabitazione».

L’incidente
L’incidente che ha strappato il nonno alla nipotina si è verificato nel 2010. L’uomo, un 62enne di Piombino Dese (Padova), era in bici quando, lungo la provinciale 102 a Vedelago, era stato travolto da un tir condotto da un 58enne tedesco. Le indagini hanno accertato un concorso di colpa, al 60% del ciclista che avrebbe attraversato improvvisamente la strada e del 40% del camionista, per aver superato i limiti di velocità. Il 58enne aveva quindi patteggiato dieci mesi per omicidio colposo.

Il risarcimento
Nonostante questo l’Uci, che gestisce i sinistri in Italia per conto della compagnia estera Allianz Versicherung, non ha voluto liquidare ai familiari della vittima un euro di più degli acconti versati a titolo risarcitorio in sede stragiudiziale. Per questo motivo i parenti, assistiti dagli avvocati Andrea Piccoli e Alessandro Menin di Studio 3A, hanno citato le due compagnie assicurative in sede civile. E il giudice Di Tullio ha dato loro ragione, non solo riconoscendo un’ulteriore somma, ma soprattutto accogliendo la richiesta di risarcimento della nipote. L’Uci ne aveva chiesto il rigetto, appellandosi alla non convivenza sancita da una sentenza della Cassazione del 2012. Ma per il giudice trevigiano «ai fini della risarcibilità quel che rileva è la perdita di un affetto. E’ comune esperienza il ruolo dei nonni nel corretto sviluppo psichico dei nipoti e il legame d’affetto che li unisce. Ancorare il risarcimento del danno al mero fatto della coabitazione condurrebbe alla conseguenza di alimentare automatismi risarcitori inaccettabili».

da corrieredelveneto.corriere.it


Il nonno è importante, sempre più importante per i suoi nipoti. (ASAPS)

Lunedì, 10 Dicembre 2018
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