Si chiameranno onorevolimotociclisti! O qualcosa di simile, anche se il nome al momento non è ancora definito con certezza. Sono un gruppo trasversale di senatori e deputati, che la neonata Associazione Utenti Motocicli (www.utentimoto.it) ha riunito a Roma nei locali del Senato della Repubblica. Più che di una conferenza stampa, però, si è trattato di un incontro aperto, al quale hanno partecipato rappresentanti dell’industria motociclistica (ANCMA) e dei consumatori (Federconsumatori). In più sono intervenuti il presidente della Consulta degli Assessori alla Mobilità Urbana, l’Assessore Arcangelo Merella di Genova, e il segretario della Consulta Nazionale della Sicurezza Stradale, Maurizio Coppo. Nomi noti ai lettori di Motonline.com, perché spesso è con il supporto di queste persone che costruiamo i nostri articoli. Dunque si è trattato di un incontro fra tutte le parti in causa, che è servito soprattutto a conoscersi, ed a mettere a punto una scaletta dei temi da affrontare. A cosa servirà tutto ciò? Sicuramente ad avere dei "santi in paradiso" dentro il Parlamento, cosa che potrà evitare, in futuro, che nascano leggi sciagurate come la 168, quella sulle confische; tuttora in vigore. Ma il vero lato inedito di questa alleanza, è la capacità di riunire intorno a un tavolo un po’ tutti i soggetti interessati, facendo sì che si creino forme di collaborazione e di condivisione di progetti, che in futuro potranno servire a superare molti ostacoli. Serve un coordinamento. Quello della sicurezza stradale è stato un nodo fondamentale dell’incontro con gli onorevoli motociclisti. L’intervento di Maurizio Coppo, della Consulta Nazionale della Sicurezza Stradale, ha dato infatti molti elementi sui quali ragionare. Coppo era reduce da una riunione dell’omologo organismo della Commissione Europea, ed ha ribadito, una volta di più, come a Bruxelles guardino con sempre maggiore preoccupazione i nostri incidenti. Lo abbiamo scritto: siamo l’unica categoria di utenti della strada che non sta riducendo la propria mortalità, in tutta Europa. E questo porterà a breve novità legislative penalizzanti, come, anche di questo abbiamo già parlato, la revisione della patente per moto. Coppo ha offerto però anche un punto di vista differente, facendo riferimento a uno studio sull’incidentalità stradale della Lombardia, dal quale emerge che, posto 10 il valore di vulnerabilità medio dei motociclisti sulle strade della Regione, a Sondrio tale percentuale sale a 29 mentre a Bergamo crolla a 5. E visto che non è credibile che a Sondrio siano tutti scellerati, questa è la spia che ci sono cause esterne, da cercare nelle infrastrutture o nelle dinamiche del traffico. Di più: le statistiche dimostrano che laddove il trasporto pubblico è carente, la vulnerabilità stradale è più elevata. Succede anche negli Stati Uniti, dove le infrastrutture sono di eccellente qualità, dove tutti guidano veicoli nuovi con un rispetto delle norme ben superiore al nostro. Eppure il loro tasso di mortalità stradale è pari a 1,8 volte il nostro. Perché lì usano tutti l’automobile, perlomeno in alcuni stati. Tutto questo va studiato con attenzione, e Coppo ha auspicato la nascita di un’autorità senza portafoglio (non deve distribuire soldi…) che favorisca lo scambio di informazioni sulle migliori esperienze. Un esempio? La Spagna aveva fatto un patentino per il ciclomotore simile al nostro: dopo due anni l’ha abolito. Ecco, sarebbe interessante capire in base a quali esperienze e motivazioni, perché magari ci risparmieremmo un’esperienza negativa già fatta da qualcun altro. Le richieste al prossimo premier. “Manca una politica per la sicurezza e la fruibilità dei mezzi a due ruote che sia proporzionata al numero degli utilizzatori, quasi dieci milioni di utenti, e a quello degli incidenti”. Ha aperto così il suo intervento il senatore Gianfranco Pagliarulo, forse l’anima di questo gruppo di parlamentari, visto che con lui avevamo parlato di questo suo progetto già qualche mese fa. Ed ha continuato: “Bisogna parlare anche di guard rail, asfalti e buche, di segnaletica orizzontale e verticale, di educazione stradale per gli automobilisti, che continuano a non capire quanto il motociclista sia vulnerabile nel traffico”. “Per questo noi onorevoli motociclisti, dobbiamo impegnarci a sensibilizzare il prossimo presidente del Consiglio. E potremo farlo, perché questo schieramento è trasversale. Noi dell’opposizione - i senatori Pagliarulo, Brutti, Crema e l’On. Pisicchio - abbiamo già scritto una lettera aperta a Prodi, chiedendogli dei passi ufficiali nel caso divenga il prossimo premier”. E la lettera, della quale abbiamo una copia, contiene due richieste molto condivisibili, a cominciare da un organismo di Governo specificamente rivolto alla sicurezza e all’educazione stradale, un organismo che dovrebbe riunire e coordinare tutte le competenze che già operano in questo settore. Si chiede poi una legge specifica in materia, che stabilisca determinati standard obbligatori nella progettazione delle strade. Conversando, l’On. Pisicchio ha poi ribadito come il mondo delle due ruote reclami una par condicio con gli altri utenti della strada, che passi necessariamente per la creazione di un organismo competente sui temi della mobilità; cosa che – ha sottolineato - molti comuni, province e regioni hanno già capito, creando specifici assessorati. Di enti locali ha parlato anche il Sen. Crema, sottolineando come ormai, per parlare di sicurezza, si debba necessariamente aprire un dialogo con i governatori regionali e con gli assessori provinciali e comunali, perché le strade sono nelle loro mani, e proprio loro hanno gli strumenti per programmare piani di sicurezza stradale. I comuni: richieste concrete! Arcangelo Merella, è da quasi nove anni Assessore alla Mobilità del Comune di Genova, ed è anche presidente della Consulta Nazionale degli Assessori alla Mobilità Urbana. Il punto di partenza, a suo parere, è l’impossibilità di soddisfare l’intera domanda di mobilità con i mezzi pubblici. Per questo reclama, come ormai fa da tempo, fondi dallo Stato, per finanziare i trasporti urbani, che assorbono tantissime risorse dei comuni, nel tentativo di mantenere competitivo il costo del biglietto e capillare la copertura. Non arrivano soldi da anni, denuncia Merella, e servirebbero fondi anche per nuovi parcheggi, perché l’intervento statale permetterebbe di contenere l’esborso di capitale da parte dei realizzatori, contribuendo a ridurre i costi della sosta per gli utilizzatori finali. Ma Merella ha parlato anche dello stato delle strade, citando il caso di Roma, dove un recente monitoraggio ha trovato, in poche centinaia di chilometri, oltre 40.000 gravi anomalie! La possibile soluzione, e qui ha chiesto uno specifico intervento ai politici in sala, sarebbe l’obbligo alla certificazione delle strade. Neanche un’idea impossibile, visto che le autostrade venete lo hanno già fatto per legittimare la richiesta di aumento dei pedaggi all’ANAS. E poi una denuncia: la riforma del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha eliminato l’ispettorato alla Circolazione, che era l’organismo al quale i comuni potevano rivolgersi per ottenere l’autorizzazione per tutte quelle pratiche non espressamente previste dal Codice della Strada, ma utili per snellire il traffico e aumentarne la sicurezza. Citiamo un esempio a memoria: le corsie preferenziali per moto, non previste dal Codice. Infine un’ultima richiesta ai politici: una legge che permetta di autorizzare la circolazione dei veicoli di interesse storico nelle giornate in cui ci sono limitazioni della circolazione per smog. Si tratterebbe di un provvedimento che darebbe forza a quei sindaci che vogliono avere il coraggio di continuare a far circolare tali veicoli, e che oggi non hanno appigli legislativi per farlo. Ma gli utenti devono fare la loro parte Tutto giusto, ha chiosato il senatore Paolo Brutti, ribadendo però come, in alcuni casi, le leggi esistano già, ma siano inapplicate. A titolo di esempio ha citato alcune norme sul montaggio dei guard rail, o sulla responsabilità dei manutentori delle strade. La loro responsabilità è già prevista dal Codice, ma sono quasi solo pedoni quelli che fanno causa chiedendo il risarcimento danni al comune per il “trabocchetto e insidia” costituito da buche o lavori mal eseguiti. Invece i motociclisti in molti casi potrebbero reclamare un risarcimento. Dunque, secondo Brutti dobbiamo far sentire la nostra voce, facendo pagare i manutentori che non curano a sufficienza la qualità delle infrastrutture, spingendoli in questo modo a fare il loro lavoro con più coscienza. E questo tema si è trasformato in una richiesta per le associazioni dei consumatori – all’incontro era presente la Federconsumatori - che sfruttando i canali aperti con la stampa, potrebbero stimolare le azioni di rivalsa nei casi più palesi. Dunque, come avrete capito, il merito maggiore dell’Associazione Utenti Motocicli è forse proprio questo: aver riunito in una stessa sala un po’ tutti i soggetti coinvolti, facendoli dialogare, aiutandoli a scambiarsi esperienze e richieste specifiche. Ora c’è già un secondo incontro previsto, che avrà contenuti probabilmente più operativi, perché metterà in una stessa sala le associazioni che seguono l’utenza stradale, e le autorità locali. Se ne parlerà a febbraio, e noi saremo lì. Riccardo Matesic | |