Strage del pullman Erasmus, nuove cause di parenti e sopravvissuti
Genova - A tre anni dalla strage dell’Erasmus, l’inchiesta spagnola sulla strage delle studentesse, denunciano i parenti delle vittime, procede con una «lentezza esasperante»: tre anni di indagini preliminari, ricominciate per due volte, dopo altrettante richieste di archiviazione, solo per la testardaggine delle famiglie.
Nel frattempo c’è chi pensa già al prossimo passo, un ricorso alla Corte europea dei Diritti dell’uomo, e chi invece ha intentato una causa civile in Italia, come Laura Ferrari, ex studentessa di legge, oggi avvocato a Modena, sopravvissuta alla strage: «Cerco di andare avanti come posso, come accade a chi vive un evento traumatico di questa portata. È inaccettabile tenere appese le persone per tre anni a delle indagini preliminari». Una causa civile che ha come base una normativa comunitaria che prevede la possibilità di chiedere i danni alla compagnia mandataria assicurativa italiana che si era a sua volta appoggiata a quella spagnola.
I fatti risalgono al 20 marzo 2016. A Freginals, in Catalogna, si schianta un autobus di linea che collega Valencia a Barcellona. L’autista, Santiago Rodrigues Jimenez, ammette di essersi addormentato alla guida. Si tratta di un mezzo notturno, a basso costo, per questo trasporta tanti giovanissimi, molti studenti Erasmus. Sono tredici le vittime, fra loro sei sono studentesse italiane: Elisa Valent, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Lucrezia Borghi, Elisa Scarascia Mugnozza, Serena Saracino e Francesca Bonello, studentessa genovese di 24 anni.
Tommaso Fregatti
Marco Grasso
da ilsecoloxix.it
Certo che anche la giustizia spagnola... (ASAPS)
“A tre anni dalla strage dell’Erasmus, l’inchiesta spagnola sulla strage delle studentesse, denunciano i parenti delle vittime, procede con una «lentezza esasperante»: tre anni di indagini preliminari, ricominciate per due volte, dopo altrettante richieste di archiviazione, solo per la testardaggine delle famiglie.