SICUREZZA
STRADALE – CONFRONTARSI PER PREVENIRE Di Lorenzo Borselli | |
FIRENZE – “Una riduzione del 15% degli incidenti stradali”.
A chi sembra un risultato da poco consigliamo di partecipare, prima di
parlare ancora, ad un incontro dell’Associazione Italiana Familiari
e Vittime della Strada che non sia però un convegno, perché
l’effetto, lo affermiamo con assoluta certezza, non sarebbe lo stesso. | |
La
campagna si è mossa con lo slogan “la vita è tua non
perderla per strada” ed ha coinvolto istituzioni, associazioni di
categoria e la Polizia Municipale gigliata. Mentre dalle ampie vetrate
del Salone dei Dugento si intravedevano le bellezze della suggestiva Piazza
della Signoria, Cioni ha ricordato il perché di tutti quelli stendardi
appesi nei punti neri della viabilità fiorentina..
Già, perché a Firenze tutto è cominciato così, con le immagini dei tantissimi giovani che sono morti sulle strade della città, affisse sui lampioni, sulle mura dei palazzi, ai crocevia dei viali. Visi sorridenti, volti felici, espressioni spensierate di età nelle quali è innaturale, se non ci fossero spesso gli incidenti stradali, morire. “Ad aprile e maggio 2004 – ha detto Cioni aprendo i lavori del convegno – ovvero nei mesi in cui si è svolta materialmente la campagna e in quello successivo, i sinistri stradali sono diminuiti del 15%. Evidentemente la campagna basata sulle immagini scioccanti di incidenti e sui volti delle vittime della strada ha sortito l’effetto desiderato”. . Nei primi sei mesi del 2004 la Polizia Municipale ha rilevato 2.290 incidenti con un bilancio di 9 morti. Ad oggi il bilancio dei deceduti è salito 13. “Per adesso si tratta di numeri ancora apprezzabili, se così si può dire, soprattutto se paragonati ai 33 morti dell’anno scorso. Ovviamente – ha continuato l’assessore Cioni – si tratta ancora di numeri troppo alti e testimoniano come ancora manchi una cultura diffusa del rispetto delle regole”. Secondo il combattivo membro della giunta capeggiata da Leonardo Domenici, il 99% degli incidenti sono infatti causati da violazioni del codice della strada, prima fra tutte la velocità eccessiva, seguita dal mancato rispetto del semaforo rosso o la guida in stato di ebbrezza. “Nel corso della campagna di aprile la Polizia Municipale ha effettuato controlli notturni e diurni dedicando particolare attenzione alla guida in stato di ebbrezza: sono stati oltre 5.500 i veicoli fermati con oltre 1.300 violazioni rilevate”. Una parte di controlli venne poi effettuata all’interno di 5 discoteche cittadine, e su 507 volontari ben 233 sono risultati in stato di ebbrezza. I 20 autovelox fissi, piazzati sui black points, hanno rilevato nei primi sei mesi del 2004 quasi 11mila violazioni al limite: 1.818 hanno riguardato veicoli che hanno superato di oltre 40 di chilometri quello massimo consentito. Dopo Cioni è toccato al presidente dell’Asaps dottor Giordano Biserni, che ha cominciato parlando della pericolosa regressione – nei suoi effetti benefici – della patente a punti. “Il sistema deve essere rivisto al più presto – ha detto l’ex Ispettore Superiore della Polizia Stradale – altrimenti non potremo mai centrare gli obiettivi previsti: la riduzione del fenomeno della mortalità e della lesività sulle strade è l’obiettivo imposto dell’Unione Europea di dimezzare le vittime entro il 2010”. A 14 mesi dall’entrata in vigore della PaP, infatti, sta accadendo quello che l’Asaps aveva purtroppo predetto. “Dobbiamo avere la certezza della sanzione e della decurtazione – ha continuato Biserni – senza aver troppa paura di toccare la sensibilità di chi al volante esagera e si comporta come un criminale. Abbiamo esempi di serial killer della strada, in cui conducenti alla quinta sospensione di patente, ancora una volta ebbri o drogati, hanno ucciso più persone in un colpo solo. Ed è necessario intervenire anche sul controllo dei requisiti in soggetti anziani, e soprattutto sulle modalità di recupero dei punti, che non può essere automatico. E poi serve un organo che coordini l’attività dei giudici di pace, dei quali non è possibile fare a meno ma che non possono annullare un verbale della Polizia Stradale perché non contestato in lingua croata ad un camionista di quella nazionalità. Qui siamo all’eccesso”. Gli applausi di approvazione non sono mancati, ma non è finita qui. Il presidente Biserni è tornato sulla questione dei 150 in autostrada. “Il ministro Lunardi intende sensibilizzare gli italiani sulla violenza stradale mandando in onda spot scioccanti: noi dell’Asaps abbiamo gli archivi pieni di immagini che molti nemmeno possono immaginare e saremo ben lieti di poter aiutare il Ministro. Ma continua a sembrarci una contraddizione il fatto che proprio lui voglia a tutti i costi alzare il limite senza alcuna ragione, quando altri partner in Europa pensano addirittura ad abbassarlo (la Svizzera lo porterà a 110 nell’ambito del progetto “Visione Zero”, ndr), o che il Parlamento abbia affossato una legge in materia di orari di chiusura delle discoteche, quando nella pur democratica Australia è entrato in vigore il coprifuoco per i conducenti under 20 (dalle 22 alle 6 del mattino, ndr)”. Al termine dell’intervento di Biserni, l’avvocato Federico Alfredo Bianchi, Coordinatore Giustizia dell’associazione e moderatore del dibattito, ha passato la parola al dottor Andrea Noventa, del Dipartimento delle dipendenze dell’Asl di Bergamo, che ha affrontato il delicato problema della epidemiologia del fenomeno “ebbrezza” sulla strada, mostrando dati relativi all’informazione da parte dei datori di lavoro (quando la guida è un fatto professionale) e su come sia necessaria un coordinamento nella raccolta delle informazioni, sulla falsa riga di quanto proposto a suo tempo dal nostro sodalizio in materia di anagrafe del sinistro stradale, partendo dalla sua causa fino all’analisi del più recondito effetto. Un momento di particolare commozione è stato vissuto quando ha parlato Germano Rossi, padre di un giovane morto in un terribile incidente insieme a tre coetanei. “Mio figlio Paolo se n’è andato una notte insieme a Luca, Fabrizio e Giorgio” La platea si è zittita, mentre Germano ha raccontato con la voce rotta dall’emozione, con quali parole si è rivolto alla corte Europea di Strasburgo, chiedendo che l’Italia venga processata per inadempienza delle sue stesse leggi. Gli alti magistrati hanno mandato alla sbarra il nostro Paese, che negli anni non ha mai tenuto fede al proprio patto di insegnare ai ragazzi delle scuole le regole primarie della circolazione stradale, le regole per sopravvivere. Il dottor Franco Taggi, dell’Istituto Superiore di Sanità, spesso sulle pagine de Il Centauro, ha fatto invece una lunga analisi della sinistrosità. Prima ha illustrato la parabola della mortalità europea dal 1990 al 1999, evidenziando i grandi progressi del Regno Unito. Poi è entrato nei dati, sconvolgendo gli uditori. Negli anni ’90, infatti, sono morti sulle strade 19mila bambini (da 0 a 14 anni), mentre 55mila hanno riportato invalidità permanenti e 350mila sono stati invece sottoposti a ricoveri ospedalieri. Un dato agghiacciante, che assume ancor più spessore quando Taggi ha rivelato il numero complessivo degli accessi in Pronto Soccorso: oltre un milione. Dei 300mila morti complessivi, 100mila avevano tra i 15 e i 19 anni, mentre 300mila hanno riportato ferite irreversibili, 2 milioni sono stati ricoverati in ospedale e 6 milioni sono stati sottoposti a cure. È la shoàh dell’adolescenza, un olocausto che l’umanità non riesce a ricordare: di questo l’Asaps è più che sicura, e non può che annuire quando il medico romano spiffera senza tanti complimenti “un’evidenza scientifica” incontrovertibile. Secondo gli ultimi risultati che arrivano dalla strada, moltissimi giovani fanno uso di sostanze stupefacenti ed alcoliche, tanto da definire l’attuale momento storico “tragico”. “Assistiamo – ha detto Franco Taggi – all’escalation della Cocaina, una sostanza che agisce in chiave negativa su aggressività e sulla percezione. È una situazione di cui abbiamo perso il controllo. Questi soggetti, che spesso mostrano tendenze recidive, insieme agli altri attori negativi della guida, devono essere buttati fuori dal sistema, non devono guidare più”. Applausi. È stata insomma una giornata di lavori in cui il tempo, francamente, non è bastato per sentire tutti. È stata una grande occasione, un’altra, per confrontarsi e scambiare opinioni. Dopo hanno parlato il dottor Potito Iascone, Consulente di Diritto e Tecnica della Circolazione Stradale e dei Trasporti, che ha dissertato sull’attuale normativa stradale, il giovane dottor Jacopo Pasquini, dell’Agenzia Regionale di Sanità, che ha mostrato i risultati delle ricerche epidemilogiche sul territorio, e il dottor Paolo Dimauro, direttore del Dipartimento delle Dipendenze dell’ASL 8 di Arezzo. Poi è toccato al Sovrintendente della Polizia Stradale di Pisa Barbara Bonanni, autore del best seller “Lo Scusario”, già uscito in libreria in due volumi, dei quali uno dedicato alle scuse degli automobilisti ed uno di quelle degli scooteristi. Ma hanno parlato anche il nostro amico Marco Guidarini, Presidente dell’AMI e medico chirurgo traumatologo, autore de “Una guida per chi guida”, di cui è stata pubblicata la recensione sul nostro sito. Infine i padroni di casa dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, Ernesto Restelli e Carla Mariani, appassionata e coraggiosa coordinatrice Stragi del Sabato Sera. Il nostro grazie va soprattutto a loro, e in particolare a Sergio Cianti. Siamo sicuri che Diego possa vederlo e, senz’altro, sarà fiero di lui. |