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Notizie brevi 11/09/2004

da"Net Manager.it" dell’11 settembre 2004 - Sicurezza stradale: la gestione dei limiti di velocità La Consulta nazionale sulla sicurezza stradale è contraria all’innalzamento del limite di velocità a 150 chilometri all’ora sulle autostrade, previsto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tale aumento dei limiti non è coerente con il piano nazionale sulla sicurezza stradale

da"Net Manager.it" dell’11 settembre 2004
Sicurezza stradale: la gestione dei limiti di velocità

La Consulta nazionale sulla sicurezza stradale è contraria all’innalzamento del limite di velocità a 150 chilometri all’ora sulle autostrade, previsto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tale aumento dei limiti non è coerente con il piano nazionale sulla sicurezza stradale

Gli incidenti stradali costano a ogni cittadino italiano 600 euro all’anno. Una cifra nettamente superiore alla media dell’Unione europea, che si attesta sui 460 euro pro-capite. Si calcola, infatti, che i 6.700 morti e i 340.000 feriti sulle strade italiane, nel 2002, abbiano comportato un onere complessivo di 34 miliardi di euro per lo Stato, le imprese e le famiglie.

Per ridurre il costo sociale delle stragi stradali di circa 200 euro pro-capite (abbassandolo da 600 a 400 euro), è necessario investire almeno 30 euro a persona (attualmente sono circa 8), in linea con la media europea compresa tra 30 e 40.
La riduzione di morti e feriti conseguente all’introduzione della patente a punti è un dato importante (nel primo anno di applicazione della nuova normativa, tra luglio 2003 e luglio 2004, gli incidenti sono calati del 14,5% e in particolare quelli mortali del 18,2% e quelli con feriti del 16,6%), ma in regressione e che quindi richiede una continuità di azioni e finanziamenti come previsto dal Piano nazionale della sicurezza stradale.

Questo il messaggio lanciato in occasione della sessione plenaria della Consulta nazionale sulla sicurezza stradale, l’organismo creato dal Cnel e dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che si è riunita il 21 luglio scorso a Villa Lubin.
“E’ giusto un allarme sui gravi incidenti - ha affermato Mario Sai, coordinatore della Consulta - che tornano a ripetersi in concomitanza con gli spostamenti estivi. Allarme non deve voler dire, però, regressione verso una logica di emergenza. Soprattutto, non si può accettare che per la sicurezza stradale ci siano grandi allarmi e pochi finanziamenti. E’ indispensabile, infatti, aumentare la spesa in sicurezza stradale, fino a raggiungere valori proporzionalmente analoghi a quelli dei maggiori Paesi europei”.

 

Allo stato attuale, la dotazione finanziaria del Piano nazionale della sicurezza stradale, predisposto dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti con il contributo della Consulta e delle parti sociali, è stata pari a 125 milioni di euro per il primo programma annuale di attuazione e a 200 milioni per il secondo.
“Restano completamente scoperte - ha avvertito Sai - le ulteriori otto annualità. La Consulta sottolinea, quindi, la necessità di destinare non meno di 1 miliardo di euro ogni anno per i prossimi tre programmi di attuazione, destinati sia a cofinanziare misure e azioni a livello regionale, provinciale e comunale, sia a interventi nazionali”.

“Nel corso dell’assemblea plenaria della Consulta nazionale sulla sicurezza stradale del 21 luglio scorso - ha dichiarato il coordinatore della Consulta, Mario Sai - la questione dell’aumento dei limiti di velocità sulle autostrade non era all’ordine del giorno.
La richiesta del suo inserimento nella lettera da inviare al Ministro Lunardi, relativa alle garanzie di finanziamento del Piano nazionale della sicurezza stradale, non è stata accolta dalla Presidenza. Per la Consulta valgono su questo argomento le indicazioni contenute nel Piano stesso e cioè che “esiste una correlazione diretta (rilevata statisticamente dalle amministrazioni competenti in materia di mobilità e sicurezza stradale di diversi Paesi) tra velocità in assoluto e numero/gravità degli incidenti stradali”, ma che sia anche necessario “individuare ed eliminare condizioni di incoerenza e assicurare una regolamentazione della velocità più omogenea e, soprattutto, più coerente ed efficace”.

 

In questo quadro - ha sottolineato Sai - la Consulta si è dichiarata disponibile, fin dall’annuncio del Ministro sul provvedimento sull’innalzamento dei limiti di velocità in alcuni tratti autostradali, ad operare per migliorare il quadro conoscitivo sugli effetti della velocità nei diversi contesti.

Questo è necessario per rafforzare le misure di prevenzione-controllo-repressione e per attuare tutte le azioni previste nel capitolo del Piano relativo alla ‘Gestione dei limiti di velocità’. In particolare, sono importanti l’analisi dettagliata degli incidenti in relazione alla velocità di percorrenza e l’elaborazione di criteri e indirizzi generali per la definizione dei limiti di velocità sui diversi tipi di strada”.

 

Durante l’incontro, sono state presentate anche le migliori pratiche locali per la sicurezza stradale, tra cui i progetti pilota dei centri provinciali di monitoraggio (Milano, Bologna, Roma, Reggio Calabria) e gli interventi a livello comunale (Genova e Trento). In occasione della sessione plenaria, si è insediato inoltre il Forum Giovani della Consulta nazionale sulla sicurezza stradale, che si riunirà a settembre per definire un programma di azione.

Il Forum si occuperà degli aspetti che riguardano in particolare la popolazione giovanile, dal patentino alla sicurezza sulle ‘strade del divertimento’, ma anche della promozione di percorsi casa-scuola protetti.

 

Negli ultimi cinque anni, in Italia, gli incidenti hanno provocato 750 morti e 58.000 feriti tra i minori di 14 anni. Una fascia che fa registrare un tasso di mortalità inferiore alla media nazionale (2,3 decessi ogni 100.000 persone contro11), ma non ancora soddisfacente. Basti pensare che, se si garantissero condizioni di sicurezza per i bambini analoghe a quelle dei Paesi europei che mostrano le migliori performance (come Olanda e Regno Unito), ogni anno in Italia salveremmo da 130 a 180 bambini dalla morte sulle strade e i feriti diminuirebbero di 30-40.000.

 

Fonte: CNEL

Sabato, 11 Settembre 2004
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