da"Net Manager.it" dell’11
settembre 2004 |
Gli incidenti stradali costano a ogni cittadino italiano 600 euro all’anno. Una cifra nettamente superiore alla media dell’Unione europea, che si attesta sui 460 euro pro-capite. Si calcola, infatti, che i 6.700 morti e i 340.000 feriti sulle strade italiane, nel 2002, abbiano comportato un onere complessivo di 34 miliardi di euro per lo Stato, le imprese e le famiglie.
Per ridurre il costo sociale delle stragi
stradali di circa 200 euro pro-capite (abbassandolo da 600 a 400 euro), è
necessario investire almeno 30 euro a persona (attualmente sono circa 8), in
linea con la media europea compresa tra 30 e 40.
Questo il messaggio lanciato in occasione
della sessione plenaria della Consulta nazionale sulla sicurezza stradale,
l’organismo creato dal Cnel e dal ministero delle Infrastrutture e
Trasporti, che si è riunita il 21 luglio scorso a Villa Lubin.
Allo stato attuale, la dotazione finanziaria
del Piano nazionale della sicurezza stradale, predisposto dal ministero
delle Infrastrutture e Trasporti con il contributo della Consulta e delle
parti sociali, è stata pari a 125 milioni di euro per il primo programma
annuale di attuazione e a 200 milioni per il secondo.
“Nel corso dell’assemblea plenaria della
Consulta nazionale sulla sicurezza stradale del 21 luglio scorso - ha
dichiarato il coordinatore della Consulta, Mario Sai - la questione
dell’aumento dei limiti di velocità sulle autostrade non era all’ordine del
giorno.
In questo quadro - ha sottolineato Sai - la Consulta si è dichiarata disponibile, fin dall’annuncio del Ministro sul provvedimento sull’innalzamento dei limiti di velocità in alcuni tratti autostradali, ad operare per migliorare il quadro conoscitivo sugli effetti della velocità nei diversi contesti. Questo è necessario per rafforzare le misure di prevenzione-controllo-repressione e per attuare tutte le azioni previste nel capitolo del Piano relativo alla ‘Gestione dei limiti di velocità’. In particolare, sono importanti l’analisi dettagliata degli incidenti in relazione alla velocità di percorrenza e l’elaborazione di criteri e indirizzi generali per la definizione dei limiti di velocità sui diversi tipi di strada”.
Durante l’incontro, sono state presentate anche le migliori pratiche locali per la sicurezza stradale, tra cui i progetti pilota dei centri provinciali di monitoraggio (Milano, Bologna, Roma, Reggio Calabria) e gli interventi a livello comunale (Genova e Trento). In occasione della sessione plenaria, si è insediato inoltre il Forum Giovani della Consulta nazionale sulla sicurezza stradale, che si riunirà a settembre per definire un programma di azione. Il Forum si occuperà degli aspetti che riguardano in particolare la popolazione giovanile, dal patentino alla sicurezza sulle ‘strade del divertimento’, ma anche della promozione di percorsi casa-scuola protetti.
Negli ultimi cinque anni, in Italia, gli incidenti hanno provocato 750 morti e 58.000 feriti tra i minori di 14 anni. Una fascia che fa registrare un tasso di mortalità inferiore alla media nazionale (2,3 decessi ogni 100.000 persone contro11), ma non ancora soddisfacente. Basti pensare che, se si garantissero condizioni di sicurezza per i bambini analoghe a quelle dei Paesi europei che mostrano le migliori performance (come Olanda e Regno Unito), ogni anno in Italia salveremmo da 130 a 180 bambini dalla morte sulle strade e i feriti diminuirebbero di 30-40.000.
Fonte: CNEL |