Giovedì 04 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su
Articoli 16/05/2019

di Luigi Altamura*
PRONTO IL DECRETO DISPOSITIVI E BARRIERE STRADALI DI SICUREZZA PER I MOTOCICLISTI

Foto da staticfanpage.akamaized.net

E' pronto per essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, (che ASAPS pubblica in anteprima) denominato "salva-motociclisti". Il decreto è stato fortemente voluto anche dalle associazioni dei motociclisti, sempre più numerose nel nostro Paese, per migliorare le strutture stradali e i guard-rail che tante vittime e feriti gravi hanno provocato nell'ultimo decennio. In questi giorni il testo ha avuto anche il via libera dalla Corte dei Conti, dopo la pubblicazione anche sul portale dell'Unione Europea, nell'area denominata "sistema di informazione sulle regolamentazioni tecniche". Nei preamboli del testo legislativo si elencano i provvedimenti oggi in vigore, tra i quali ricordiamo il decreto del Ministro dei lavori pubblici 18 febbraio 1992, n. 223, recante “Istruzioni  tecniche per la progettazione, l'omologazione e l'impiego delle barriere stradali di sicurezza", il decreto 5 novembre 2001 concernente «Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade», il decreto 19 aprile 2006 concernente «Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali», il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei  trasporti 21 giugno 2004, concernente «Aggiornamento  delle  istruzioni  tecniche  per la progettazione, l'omologazione e l'impiego delle barriere stradali di sicurezza e le prescrizioni tecniche per le prove delle barriere di sicurezza stradale». Nel 2009 (ben 10 anni sono trascorsi) era stato costituito un apposito gruppo di lavoro per la predisposizione delle linee guida  generali per la corretta installazione in strada dei dispositivi di ritenuta stradale, composto da  rappresentanti del Consiglio superiore dei lavori pubblici, della direzione generale per le  infrastrutture stradali, del Ministero dello sviluppo economico, degli enti locali, dei gestori delle infrastrutture stradali, nonché dai rappresentanti di categoria e da esperti del mondo accademico, gruppo che si era espresso favorevolmente sulla necessità di predisporre un atto normativo italiano che disciplinasse l’esecuzione delle prove d’urto secondo la norma UNI CEN/TS 1317-8 e l’installazione dei dispositivi di protezione per i motociclisti, in ragione dell’elevato numero di motociclisti presenti sulle strade italiane. Il decreto perciò disciplina l’installazione dei dispositivi stradali di sicurezza per motociclisti (DSM) continui su barriere di sicurezza stradale discontinue. Le barriere continue sono quelle che presentano dal lato del traffico una superficie continua sia in senso orizzontale che verticale per un’altezza di almeno 80 cm dal piano viabile. Tutte le altre sono da intendersi discontinue.

Foto da motociclisti-incolumi.com

Negli allegati al decreto sono descritte le istruzioni tecniche per l'impiego dei dispositivi stradali di sicurezza per i motociclisti, posti in opera espressamente per proteggere il conducente e/o il passeggero, caduto dal motociclo o ciclomotore, che, scivolando sul piano stradale, si diriga verso la barriera di sicurezza, in ambito sia urbano che extraurbano. I dispositivi dovranno essere realizzati di modo da mitigare l’effetto dell’urto sulla barriera della persona  caduta, evitandone il contatto diretto con pericolose discontinuità. Aspetto molto importante è l'individuazione delle zone da proteggere, dovranno essere infatti montati sulle barriere discontinue installate o da installare lungo il ciglio esterno della carreggiata su tutte le strade ad uso pubblico aperte al transito di veicoli a motore, nei tratti di curva circolare, di cui al decreto ministeriale 5 novembre 2001, della singola carreggiata, caratterizzato da un raggio minore di 250 m per i progetti che riguardano i casi previsti dall’articolo 2 del decreto ministeriale 18 febbraio 1992. Il progettista della installazione dei dispositivi di ritenuta stradale potrà effettuare valutazioni atte a verificare, con apposita relazione tecnica, la possibilità di non installare il DSM in considerazione di elementi quali l’entità e la composizione del traffico, le condizioni di percorrenza, la velocità di progetto (o la velocità operativa, per i tronchi stradali già in esercizio), la geometria plano-altimetrica del tracciato, la composizione della sezione stradale e le dimensioni della piattaforma, la conformazione e le caratteristiche degli spazi marginali, le caratteristiche di aderenza superficiale (o la possibilità di ricorrere ad altri provvedimenti o azioni di sicurezza attiva), la regolamentazione della circolazione, nonché tutti gli altri elementi significativi per la valutazione delle condizioni di sicurezza “intrinseca” dell’infrastruttura.

I dispositivi dovranno essere installati, anche al di fuori delle predette casistiche, in corrispondenza di punti singolari della strada quali curve circolari aventi un raggio minore di 250 m ed intersezioni in corrispondenza dei quali si siano verificati nel triennio cinque incidenti con morti e/o feriti, che abbiano visto il coinvolgimento di motoveicoli e/o ciclomotori. Qui sarà fondamentale l'opera degli enti proprietari strade, affinchè siano georeferenziati in modo corretto tutti gli incidenti stradali attraverso gli organi di polizia stradale, per fornire utili elementi ai progettisti, L'Italia si adegua al resto d'Europa, anche se il decreto entrerà in vigore solo sei mesi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Peccato, sarebbe servita una procedura più tempestiva, ma le norme saranno operative nel 2020. Lo pretendono gli utenti motorizzati a due ruote.

* Comandante Corpo Polizia Municipale di Verona


>Qui il testo del Decreto del MIT


Un provvedimento atteso dai tanti motociclisti. Speriamo si concretizzi in tempi brevi. Ecco dove dovranno essere montati (tipologia curve e tratti a pregressa sinistrosità grave).
L'Italia si adegua al resto d'Europa, anche se il decreto entrerà in vigore solo sei mesi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Peccato, sarebbe servita una procedura più tempestiva, ma le norme saranno operative nel 2020. Lo pretendono gli utenti motorizzati a due ruote. (ASAPS)

 

Giovedì, 16 Maggio 2019
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK