Quanti
fiori sulle strade e quante storie finite tragicamente sull’asfalto.
E le cause? Sono quasi sempre le stesse: al di là della velocità
e della distrazione, soprattutto le condizioni psicofisiche del conducente,
la non conoscenza delle norme e un approccio psicologico sbagliato alla
guida.
Sono questi, per il comandante della Polizia stradale di Parma Giuseppe
Ferrara i principali motivi che stanno dietro agli incidenti mortali:
"Uno dei fattori di rischio più comuni negli incidenti
mortali è la condizione psicofisica di chi è alla guida
- spiega il comandante Ferrara. Ad esempio, l’affaticamento e la sonnolenza
sono all’origine di questi terribili incidenti, ma raramente emergono
in sede di verifiche. Nell’incidente mortale possiamo solo desumere
che il conducente abbia avuto un colpo di sonno. Ma chi guida deve capire,
con senso di maturità, che se è stanco deve fermarsi.
Senza dimenticare l’approccio alla guida: c’è chi guida con aggressività,
con comportamenti scorretti e a volte anche ostili, che prima o poi
sfoceranno nell’incidente stradale. Su questo non c’è dubbio.
C’è’ chi vive il sorpasso come un affronto". E se a livello
nazionale solo nell’ultimo fine settimana sono state 48 le persone decedute
negli incidenti stradali, per quanto riguarda il territorio di competenza
della Stradale, nell’ultimo anno c’è stato un calo degli incidenti
mortali del 16,6 per cento: "Chiaramente non è possibile
fare un’analisi su un periodo ristretto, come un fine settimana - continua
Ferrara - ma occorre basarsi su periodi molto più lunghi, perché
quello degli incidenti stradali è un fenomeno molto complesso.
Abbiamo preso in considerazione
il periodo dall’1-9-2002 al 31-8-2003 e lo abbiamo comparato a quello
dall’1-9-2003 al 31-8-2004.
I numeri parlano chiaro: un calo del 14,58 per cento sugli incidenti
con soli danni a cose, del 10,85 per cento per gli incidenti con feriti,
e del 16,6 per cento gli incidenti mortali. Ovviamente questi dati andrebbero
poi completati con quelli raccolti dalle altre forze di polizia e cioé
vigili urbani e carabinieri.
Sono comunque dati molto interessanti, perché nel primo periodo
abbiamo avuto 569 incidenti con solo danni a cose, 350 con feriti e
12 mortali (13 persone decedute); mentre nel secondo periodo 486 gli
incidenti con danni solo a cose, 312 con feriti e 10 incidenti mortali
(11 persone decedute)".
Per quanto riguarda invece le tratte autostradali, e cioè sull’A1
il tratto da Fiorenzuola a Parma e sull’A15 da Parma a Berceto, dove
opera soltanto la Polizia stradale, si parla di dati oggettivi: "Comparando
gli stessi periodi - aggiunge Ferrara -, ci troviamo con 21,83 per cento
degli incidenti con soli danni a cose in meno, con il 3,84 per cento
di incidenti con feriti in meno, e con un calo del 44,4 per cento di
incidenti mortali, ovvero il 50 per cento di persone decedute in meno.
Un dato decisamente rilevante.
Dall’1-9-2002 al 31-8-2003, abbiamo rilevato
458 incidenti con soli danni a cose, 156 incidenti con feriti e 9 mortali
(10 persone decedute), mentre nell’analogo periodo 2003-2004, 358 incidenti
con soli danni a cose, 150 con feriti e 5 incidenti mortali (5 persone
decedute), per cui quasi metà rispetto al periodo precedente.
Il calo dei sinistri stradali è evidente" E’ chiaro che
non è facile soffermarsi sui numeri, quando si parla di vere
tragedie umane.
Tuttavia, rispetto agli anni passati, pare che la situazione dei sinistri
sulle strade e autostrade sia davvero migliorata: "Certamente,
l’introduzione della patente a punti ha dato dei buoni risultati - ricorda
Ferrara - La gente è infatti più attenta e rispettosa
del codice stradale.
Dall’altra parte il nostro compito è di misurare quello che accade.
Se il calo dei sinistri esiste, significa che è stata introdotta
una buona normativa.
Senza dimenticare l’impegno delle forze di polizia nel servizio di prevenzione
e di repressione.Un servizio soprattutto di controllo, che è
stato certamente potenziato: basta dire che nel periodo di luglio e
agosto abbiamo impegnato 700 pattuglie.
Ma è bene ricordare che più del 90 per cento degli incidenti
è da collegare al comportamento sbagliato dell’uomo" "Manca
il rispetto di regole fondamentali - sottolinea il comandante Ferrara
- A partire dalla velocità inadeguata, dalla mancanza di rispetto
delle distanze di sicurezza. In ambito autostradale, basta una distrazione
di un solo secondo: per esempio il telefonino cellulare va usato o con
il vivavoce o con l’auricolare, diversamente è opportuno spegnerlo.
Perché a 130 chilometri all’ora, è sufficiente avere un
secondo di distrazione per guardare il numero che ha chiamato sul telefonino,
per perdere i 36 metri della distanza di sicurezza e quindi tamponare
il veicolo successivo".
Mara
Varoli