Cento
morti negli ultimi cinque anni su un tracciato lungo 109 chilometri,
da Roma alle coste del Lazio meridionale. Un dato che parla di un morto
ogni mille metri, a cui si aggiungono più di tremila feriti,
per un totale di 1.930 incidenti registrati dalla polizia stradale.
La strada statale 148, da tutti conosciuta come Pontina, è da
tempo una delle strade italiane con maggiore frequenza di incidenti
gravi. Un’indagine elaborata due anni fa da Aci e Istat la poneva
all’undicesimo posto tra le arterie più pericolose della
penisola. Lo schianto di lunedì mattina, sulla cuspide che la
divide da via Cristoforo Colombo, è soltanto l’ultimo di
una lunga serie di tragedie che hanno insanguinato la Pontina. L’ultima
vittima, prima di lunedì, risaliva al 22 giugno: un motociclista
romano di 33 anni morto in sella alla sua Yamaha sulla corsia sud della
statale, all’altezza di Castel Romano. Più a sud, nei pressi
di Aprilia, lo scorso 30 marzo è finita in tragedia la gita scolastica
della classe quarta M dell’istituto tecnico “Carlo Cattaneo”,
del quartiere Vigna Murata. Il pullman su cui stavano viaggiando gli
studenti, diretti allo stabilimento Eni Tecnologia di Nettuno, si è
ribaltato all’altezza del chilometro 44, causando la morte di un
ragazzo romano di 21 anni, Eros Corizza, e il ferimento di altri undici.
Neanche i pedoni sono immuni da rischi, sulla Pontina. L’8 maggio
un uomo di 40 anni è stato investito e ucciso mentre stava attraversando
la strada all’altezza di Borgo Montello, a Latina. L’investitore,
un giovane alla guida di una Fiat Punto, ha inutilmente tentato di soccorrere
la vittima. Una serie di casi che fa riflettere in una strada che resta
tra le più importanti nella viabilità del Lazio, con flussi
di quasi 60 mila veicoli al giorno e punte di 5.500 auto transitate
all’ora per ciascun senso di marcia.
Fa.Ro