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Notizie brevi 31/05/2019

L’ultimo selfie

Ai funerali di Lauda nella cattedrale di Vienna sfila una processione di persone composte, silenziose. Col cellulare in mano intente a farsi il selfie con la bara.
Un tempo, davanti alla bara di una persona importante, i pensieri correvano veloci, intensi, a catturare momenti e ricordi, stupiti di essere lì, proprio lì, davanti alla storia, davanti a quella persona.
Davanti alle bare “de’ forti”, se non si accendevano dentro noi “egregie cose”, certo si accendeva l’emozione, e il rispetto.
Ma oggi viviamo in un esasperato bisogno di presenzialismo mediatico, la nostra identità ci è espropriata, vive sui social.
Così due giovani si immortalano mentre volano sull’autostrada bagnata a 200 Km/h: poco dopo vanno fuori strada e, illesi e ebbri di velocità e di chissà cosa, scendono dall’auto e muoiono investiti da chi sopraggiunge.
In questa orgia di narcisismo il Foscolo nella poesia “Dei sepolcri” spendeva parole per la patria ma riusciva anche a elogiare gli affetti perché
“Sol chi non lascia eredità d’affetti poca gioia ha nell’urna” e la sua polvere si perde fra le ortiche se nessuna donna innamorata lo prega e nessun passeggero solitario sente quel sospiro che a lui arriva dal suo tumulo, dalla sua bara.
Sentire un sospiro, oppure farsi un selfie.
 
Siegfried Stohr


La riflessione di Siegfried Sthor sul funerale a Niki Lauda: Sentire un sospiro, oppure farsi un selfie. (ASAPS)

Venerdì, 31 Maggio 2019
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