REGGIO
EMILIA, PAURA IN A/1: FAMIGLIA DIMENTICA IL BIMBO NELL’AREA DI SERVIZIO.
LO RECUPERA LA STRADALE E LO RIPORTA AI GENITORI SMEMORATI, MA COMUNQUE
TERRORIZZATI
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![]() Foto tratta dal film "Mamma ho perso l’aereo" | (ASAPS)
REGGIO EMILIA – Questa giornata non la dimenticherà nessuno
tra quelli che in un modo e nell’altro, ieri, hanno vissuto la vicenda.
Non la dimenticherà l’operatore del COA, che ha ricevuto la chiamata,
non la dimenticheranno gli agenti di pattuglia, che hanno trovato il piccolo
scordato dai genitori, non la dimenticheranno questi ultimi, che in preda
al panico hanno proseguito la marcia mancando un paio di caselli. Ma soprattutto
non la dimenticherà lui, l’involontario e piccolo protagonista della
vicenda che ha dell’incredibile. Lui, 6 anni da compiere, ha cominciato
a guardarsi attorno e per una mezz’ora abbondante ha cercato papà
e mamma in tutti gli avventori dell’autogrill, senza riconoscere in nessuno
i volti familiari e amici inspiegabilmente scomparsi. Alla fine gli Angeli
con gli stivali lo hanno ritrovato, ormai piangente ed esausto. |
Lo hanno coccolato, lo hanno fatto salire in macchina con loro e poi via,
verso Milano e verso quei due genitori che insieme al fratellino di appena
due anni erano ripartiti verso casa. Forse il babbo pensava che avesse
pensato mamma a far salire il piccolo scomparso sul sedile posteriore,
o viceversa. Dopo qualche chilometro, però, lo strano silenzio
ha attirato la loro attenzione e lì – non fosse per il risvolto
tragico che poteva prendere la vicenda – ci viene in mente la celebre
scena del film "mamma ho perso l’aereo", in cui i due basiti
genitori si guardano a lungo negli occhi prima di lanciare, all’unisono,
un fortissimo (e comico) grido di disperazione. Terrorizzati, hanno chiamato
il 113, che li ha messi in comunicazione con il COA. "State calmi,
uscite a Parma ed aspettate lì...", Gli agenti arrivano a
tutta birra, consapevoli che nemmeno un istante può essere lasciato
al caso. Lui è lì, sulla porta, in lacrime. L’abbraccio
dei poliziotti lo rassicura solo un po’. Solo il sonno ristoratore tra
le braccia di mamma pone fine a quella giornata cominciata storta e finita
bene. (ASAPS)
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