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Le famiglie delle vittime della strada dicono no al progetto di allargare le maglie per la vendita di liquori: i giovani sono a rischio
L'ira dei genitori: «Così aumenteranno morti e incidenti»
Le reazioni

Foto Blaco - Archivio ASAPS

Le famiglie parlano di proposta «inaccettabile» e lanciano l'allarme sui rischi correlati all'abuso di alcol, dagli incidenti stradali fino al coma etilico. Gli esperti sottolineano come dilatare i tempi di vendita contribuisca ad alimentare il consumo in un Paese dove «la legge che vieta la somministrazione di alcolici ai minori di 18 anni è già largamente disapplicata». Non raccoglie consensi la proposta che i titolari di discoteche e locali da ballo avanzano al ministero dell'Interno «per allineare l'Italia agli altri Paesi europei». Il Moige usa parole dure: «È una ipotesi irricevibile - dice il direttore generale del Movimento italiano genitori, Antonio Affinita - Ci auguriamo invece che il ministro disponga controlli ancora più stringenti. Mi dispiace ricordare che sulle strade noi abbiamo dieci terremoti di Amatrice l'anno, i morti negli incidenti stradali che lasciano nel lutto migliaia di famiglie. Questo deve farci riflettere sulle conseguenze dell'abuso di alcol. Serve maggiore rigore. Una nostra indagine recente dimostra come nel 65% dei casi nessun controlla l'età al momento dell'acquisto della bevanda alcolica, e ne 38% dei casi, nonostante la verifica della minore età, gli esercenti non si sono rifiutati di vendere le bevande alcoliche».

Anche Nicoletta Rosa, segretaria dell'Associazione genitori Atena, che a Bergamo svolge una importante attività di prevenzione al disagio giovanile, con attenzione particolare all'alcolismo, si dice preoccupata: «Noi abbiamo chiesto al contrario di anticipare sia l'apertura che la chiusura dei locali, è assurdo che le discoteche aprano a mezzanotte o all'una. Non possiamo che disapprovare. I ragazzi oggi cominciano a bere molto presto, durante gli aperitivi, e quando arrivano nei locali e nelle discoteche hanno un tasso alcolemico già molto alto». È un problema che i volontari dell'associazione conoscono bene: «È vero che c'è una ripresa dell'uso di cocaina, ma l'alcol è un grosso problema tra i giovani, soprattutto fra le ragazze. Andiamo nelle discoteche e chiediamo ai ragazzi di fermarsi per 3-4 ore prima di rimettersi in macchina se devono guidare: ricordo che la legge sui valori dell'alcolemia è nata proprio per evitare le stragi del sabato sera. Se potessero bere fino alle 5 o alle 6, dovrebbero aspettare fino al mattino?».

Si dice contrario anche Sergio Toscano, presidente dell'Associazione familiari e vittime della strada: «Già il limite attuale è pericoloso, se l'orario dovesse essere posticipato sarebbe anche peggio. Il numero di persone che si mette alla guida dopo aver bevuto come dopo avere assunto droghe è alto, e molti per questo perdono la vita». Spiega Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale Alcol dell'Istituto superiore di Sanità: «La decisione è delle autorità nazionali. Ma le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della Sanità come di altri organismi di tutela della salute e della sicurezza sono quelle di ridurre la disponibilità di bevande alcoliche e di regolamentare le vendite in maniera più restrittiva, addirittura limitando la "densità" territoriale delle licenze perché è dimostrato che più "densa" è la zona in cui si vendono e più alto è il rischio di problemi alcol-correlati. La correlazione tra consumo d alcol e incidenti è dimostrata, anche perché nelle prime ore del mattino si accumulano stanchezza e uso di sostanze».

Di certo, riferisce Sabrina Molinaro, epidemiologa e ricercatrice Cnr-Ifc, «i giovanissimi hanno modificato i loro comportamenti ed è aumentato il numero di chi beve per sballarsi, il cosiddetto "binge drinking", benché siamo ancora lontani dalle abitudini dei Paesi del nord Europa». Dati comunque preoccupanti: secondo lo studio Espad-Italia, il 35,5 per cento degli studenti delle scuole superiori riferisce infatti di aver fatto 5 o più bevute di fila negli ultimi trenta giorni (il 25 per cento con età di 15 anni e il 38 per cento con età di 16 o più anni).

 

Maria Rosa Tomasello
DA GAZZETTA DI MANTOVA

 


Anche le famiglie delle vittime della strada la pensano come noi. (ASAPS)
 

Giovedì, 27 Giugno 2019
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