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Notizie brevi 02/07/2019

Incidenti stradali, no allo stop dei controlli

I camionisti – spesso sotto accusa – da lassù raccontano di certe lucine sempre accese, nelle auto: sono tablet e telefonini appoggiati sulle ginocchia di automobilisti lanciati magari a tutta velocità in autostrada. Follie? No, realtà quotidiana. Siamo al volante ma non possiamo separarci da tweet e like, abbiamo davanti la strada ma proprio in quel momento arriva il beep di un messaggio WhatsApp e ci pare irrinunciabile vedere chi è. Il cellulare alla guida è "la sbornia del terzo millennio" (definizione rubata a Giordano Biserni dell’Asaps, che si occupa di sicurezza stradale da una vita e continua da nonno, impossibile pensare che un giorno si possa stancare). In attesa delle punizioni severe annunciate, contiamo i morti. Ma non basta ancora.

Perché ci mettiamo alla guida ubriachi davvero, e giugno è stato un mese da lasciare sgomenti, una strage di ragazzi che ci pare fuori dal tempo. Ci sentivamo al sicuro: emergenza superata, sballo da confinare negli anni Ottanta e Novanta. Invece no. L’incubo è tornato, di prepotenza, e ci ha trovato impreparati. Distratti (come quando siamo al volante). Il virus si è insinuato in ogni momento della giornata, non è più limitato alle ore maledette di quei tragici fine settimana. Con una differenza, però: oggi le battaglie sono quasi inesistenti e gli etilometri pure. Non c’interessa capire cosa scatti nella testa di chi si mette al volante in condizioni pietose. Piuttosto, se uno fa così non deve guidare.

L’impegno del nostro giornale per la sicurezza stradale parte da qui: una campagna di responsabilità, rinunciando a certi slogan dal consenso facile. Guardiamoci attorno. Siamo spiati dalla tecnologia – anche al volante – e siamo rincorsi dalle multe (che pochi pagano). Ma difficilmente incappiamo nella pattuglia che ci mette in riga: patente, libretto, soffio... E non vale solo per l’alcol. I controlli – lo denunciano con i numeri le associazioni impegnate sulla sicurezza stradale – sono stati ridotti drasticamente. Mentre molti sistemi, come i velox, hanno le armi spuntate. Anche per colpa di chi si è servito della parola sicurezza per rimettere a posto i bilanci. Un tradimento che ha finito per legittimare, pericolosamente, chi guida sentendosi al di sopra di tutto.

di Rita Bartolomei

da quotidiano.net


Il cellulare alla guida è "la sbornia del terzo millennio" (definizione rubata a Giordano Biserni dell’Asaps, che si occupa di sicurezza stradale da una vita e continua da nonno, impossibile pensare che un giorno si possa stancare). In attesa delle punizioni severe annunciate, contiamo i morti. Ma non basta ancora.”
 

Martedì, 02 Luglio 2019
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