L’industria
dell’auto non sta attraversando uno dei suoi momenti migliori, facendo
segnare da un paio di anni una sensibile contrazione delle vendite, ma
quella dei furti di automobili non se la passa meglio.
Abbiamo fatto un paragone fra “industrie”, forse un po’ azzardato,
ma neanche tanto.
Se prendiamo in considerazione i dati del nostro archivio storico, possiamo
verificare che dal 1990 al 2002 in Italia sono state rubate quasi tre
milioni e seicentomila vetture. E’ vero che 1.750.000 sono state ritrovate,
cioè il 48,76%, ma è anche vero che quasi 1.850.000 sono
sparite nel nulla, o meglio hanno cambiato proprietario. Non sono cifre
industriali quelle elencate?
Dicevamo che però anche la Furti Auto Spa non se la passa molto
bene. Alcune considerazioni sui grandi numeri: il picco dei furti nel
nostro Paese è stato toccato nel 1991 con 367.252 vetture rubate,
un balzo del 20% in più rispetto alle 305.857 del 1990.
Poiché quelle rinvenute furono 160.518 pari al 43,71%, se ne deve
dedurre che solo in quell’anno santo per i topi d’auto, ben 206.704 vetture
non furono più ritrovate.
Dal 1991 in poi il trend ha iniziato un lento e graduale declino riportando
le cifre sotto quota 300.000. Solo nel 1996 ci fu un colpo di coda con
un ritorno a 305.000 furti, dopo di che il passo verso la diminuzione
è stato più deciso, 281.000 nel 1997, 263.000 nel 1999,
222.000 nel 2000, 211.000 nel 2001, 203.694 nel 2002, record minimo degli
ultimi 12 anni anche se si tratta ancora di 558 vetture al giorno che
spariscono. Per altro nello stesso periodo è migliorata sensibilmente
anche la percentuale dei rinvenimenti passata dal 42,30% del 1990 al 53,95
del 2002. Il che significa che il “netto” per i ladri di quattroruote
si è assottigliato. Certo se si considera un costo medio di 15-20.000
euro per ogni veicolo rubato il danno totale fa segnare ancora cifre da
capogiro, cioè oltre 3 miliardi di euro, cifra che avremmo difficoltà
a scrivere in lire. Resta il fatto che dal 1991 ad oggi il calo dei furti
è stato del 44,5%, una percentuale considerevole. A chi va l’alloro
dei meriti? E’ difficile dirlo, si possono fare solo delle supposizioni.
La Polizia
Stradale Italiana e la gerdarmeria Austriaca al valico del Brennero,
un valico dove spesso si sequestrano auto rubate
Intanto è migliorato il sistema degli antifurto ad alta tecnologia
satellitari o solo artigianali, ma sempre più affidabili. Oggi
il ladro professionista in molti casi deve analizzare bene il veicolo
che ha preso d’occhio e i suoi sistemi d’allarme. Deve impiegare più
tempo per renderli inattivi, con una maggiore esposizione al rischio.
Le case costruttrici sono (finalmente) diventate poi molto più
collaborative con le forze di polizia per l’identificazione dei veicoli.
Sono stati moltiplicati e affinati i riferimenti interni al veicolo
per consentirne una più celere e sicura identificazione. Le indagini
di polizia si sono fatte più efficaci, più coordinate.
La terza divisione del Servizio Polizia Stradale diretta dal Dr. Vincenzo
Di Gregorio e la sua squadra da anni fanno egregiamente la loro parte.
Non ci siamo mai spiegati però perché per una rapina in
una tabaccheria da 500 euro si mobilitano eserciti di divise in una
città e prendono il volo persino gli elicotteri, mentre per il
furto (o la rapina) notturno di una berlina da 40.000 euro in qualche
caso si viene invitati a presentare la denuncia il giorno dopo in orario
d’ufficio. Vogliamo aggiungere anche che oggi il sistema di controllo
nei porti e ai valichi è molto più approfondito e il coordinamento
con le polizie degli altri paesi, specie europei, è diventato
meno occasionale, con preziosissimi scambi di informazioni fra le varie
polizie di settore. Le bande organizzate nei furti di vetture da esportare
all’estero o da cannibalizzare, cioè smontate e rivendute a pezzi,
vedono protagonisti gli stranieri con ai vertici i marocchini, gli albanesi
e Kosovari e i romeni in forte rimonta. La mala italiana è chiamata
in causa per organizzare il taroccamento del numero di telaio e degli
altri punti di identificazione, ma ricopre un ruolo sempre più
marginale.
La tentazione di analizzare meglio la portata anche economica di questa
concentrazione dei furti di auto rimane forte. Dei valori assoluti abbiamo
già parlato. Ora vediamo di rapportarla al parco circolante per
capire come il rischio sia diminuito in modo vistoso.
Abbiamo detto che è stato il 1991 l’anno Horribilis dei furti
di auto con 367.252 vetture involate. In quell’anno il parco autovetture
era esattamente di 28.434.923 veicoli (Fonte ACI), nel 2002 a fronte
di 203.694 furti, il parco autovetture era di 34 milioni. Se ne deduce
quindi che nel 1991 il rapporto parco veicoli furti era del 12,9 per
mille, nel 2002 è del 6 per mille, cioè meno della metà.
La domanda, direbbe qualcuno, nasce spontanea, siamo sicuri che ora
non ci sia spazio per ridurre i costi delle polizze furto?
I
furti Regione
per Regione
Regina incontrastata nella poco gradevole classifica dei furti rimane
da anni la Campania, che con i suoi 42.958 furti nel 2002 si è
addirittura superata dello 0,9% rispetto 42.570 del 2001. Unica consolazione
l’incremento del 7,5% dei rinvenimenti, passati da 15.802 a 16.994.
Al secondo posto è rimasto il Lazio con 38.491 furti e una diminuzione
del 2,2% rispetto ai 39.361 del 2001. Roma ovviamente (senza voler stimolare
motti leghisti) la fa da padrona con 35.680 furti, in calo del 2,4% rispetto
al 2001. Si pensi che nella sola capitale si rubano ancora quasi 100 auto
al giorno, un sesto del totale nazionale.
Al terzo posto la Lombardia con 33.324 furti, che però fa segnare
un netto calo rispetto ai 38.542 del 2001, -13,5%. Anche la Puglia, passata
da 21.784 a 20.495 furti, fa segnare un buon calo di quasi il 6%. In aumento
i furti auto del Piemonte passati da 16.136 a 17.234 +6,8%. Al Piemonte
con l’Emilia-Romagna va però il miglior risultato nei ritrovamenti
col 72%. Pressoché stazionaria l’attività dei ladri in Sicilia
con 17.278 furti rispetto ai 17.310 dell’anno prima. Buono il calo in
Emilia -Romagna con 7.038 furti -10,4%, modesto nel Veneto con -2,8% e
5.217 furti. Positive la Toscana con una diminuzione che sfiora il 5%,
la Calabria con -3,5% e l’Abruzzo con -1,7%.
Le migliori performances sono state tuttavia fatte segnare dalla Liguria
che è passata da 3.654 furti nel 2001 a 2.824 nel 2002 con un vistoso
calo del 22,7% e dell’Umbria e le Marche che, con numeri pur più
modesti hanno fatto registrare cali rispettivamente del 15,4 e dell’11,5%.
Incrementi invece per la Sardegna +9,5% e per il Friuli +10,5%. Alla Basilicata
il record degli incrementi di furti per il 2002 +27,6% ma qui si tratta
di numeri piccoli, 523 auto rubate in tutto l’anno come 5 giorni a Roma.
Le
marche e i modelli
più appetibili
Quando si proiettano i dati dei furti sulle marche e sui singoli modelli
delle varie case automobilistiche il discorso si fa un po’ più
complesso.
Bisogna infatti considerare il numero dei vari modelli nel parco autoveicoli
e di questi la percentuale che poi si rinviene.
Allora scopriremo che al vertice delle auto più rubate ci sono
le utilitarie (italiane) e le vetture di gamma medio-bassa. E’ evidente
che il furto di una Punto spesso è un furto d’uso, cioè
consumato per un utilizzo momentaneo del veicolo, o un furto come reato
“mezzo”, cioè adibito per il consumo di altri reati,
quali spaccio, furto in appartamenti.
A dimostrazione di quanto affermato basti pensare che la vettura più
(facilmente) rubata in Italia è ancora la Fiat Uno con 37.632 furti
nel 2002; però si deve considerare che di questi ben 30.775 veicoli
sono stati ritrovati, una percentuale di quasi l’82%.
Se si vanno a verificare i rinvenimenti fra le berline di prestigio come
Mercedes, BMW, Audi a fronte di numeri assoluti ovviamente molto bassi,
si rileva una percentuale di rinvenimento fra il 30 e il 35%.
Nella classifica per marche, la Fiat è la regina incontrastata
con 91.971 furti, seguita dalla Lancia con 22.312.
I due marchi da soli superano il 50% del “fatturato” furti in
Italia.
Come abbiamo però visto i modelli delle marche italiane sono quelli
che vengono percentualmente più rinvenuti.
Al terzo posto la Volkswagen, prima fra le straniere (ma con modelli molto
diffusi), con 12.459 furti, seguita dalla Ford con 11.379, la Renault
con 8.230.
Mercedes con 7.660 furti si colloca al 6° posto ma la percentuale
rispetto al circolante è di tutto rispetto.
Seguono le Alfa Romeo con 6.408, le BMW con 4.549, le Audi con 4.164.
Agli ultimi due posti la Porsche con 184 furti e la Ferrari con 46, ma
volete mettere la soddisfazione del ladro in questi casi?
Diamo ora un’occhiata veloce ai modelli maggiormente presi di mira fra
vari marchi.
Per le
Fiat abbiamo già detto del primo posto assoluto conquistato dalla
Uno con 37.632 furti (ma con l’82% dei rinvenimenti) seguita dalla Punto
con 12.288 furti e 5.183 rinvenimenti (42%) segue la Panda con 6.781
e 5.702 rinvenimenti, all’ultimo posto la 600 con 1.583 furti e 594
rinvenimenti, 37%.
Fra le Lancia reginetta del furto la Y10 con 11.383 furti, ma 8.601
vetture, il 75%, sono state recuperate. A seguire la Y con 5.231 furti
e 2.099 recuperi. Al terzo posto la prima e datata berlina, la Thema,
con 2.310 furti e 1.759 rinvenimenti.
Per le Volkwagen, la più amata dai ladri è l’inossidabile
Golf con 6.632 furti e 2.432 rinvenimenti 37%, seguono Polo con 2.406
(909) e Passat con 1.759 (689).
Fra le Ford è la Fiesta la più rubata con 3.830 furti
e 2.517 rinvenimenti (65%), seguono le Escort, le Transit e la Focus.
E’ la Clio fra le Renault il modello più rubato 2.880, le rinvenute
sono 1.080 (37%), seguono in graduatoria la Megane con 1.180 (336) e
la Twingo 1.086 (352).
Fra le Mercedes 789 macchine rubate sono di modello non definito. Fra
i modelli 250 le macchine rubate sono 739, quelle rinvenute 249, pari
al 34%, seguono le E200 con 506 furti e 206 rinvenimenti, 431 le C220
rubate e 126 ritrovate. Il minor numero di furti si conta fra le E270,
appena 201 e 39 ritrovate.
Uno sguardo alle Alfa Romeo ci dice che la 164 e la 156 sono praticamente
alla pari. 1367 furti la prima e 1360 la seconda. Però le 164
vengono ritrovati in una percentuale nettamente maggiore 964 (69%),
rispetto alle 156, ritrovate in 419, 30%.
Il Provida
in funzione, oltre chemisurare la velocità può accertare
in tempo reale se la targa é di un veicolo rubato
E’ la 320 fra le BMW quella presa più di mira con 1.023 furti e
322 rinvenimenti pari al 31%, segue la 318 con 747 furti e 260 rinvenimenti.
Fra le meno rubate, ovviamente, la X5 e la 325.
In casa Audi la A4 è in testa con 1.080 furti e 371 rinvenimenti
34%, seguita dalle A3 con 840 e 228 rinvenimenti e la vecchia Audi 80
con 792 e 440.
Fra le sportive di lusso analizziamo i furti delle Porsche e Ferrari.
Per le tedesche la 911 è al top dei furti con 59 vetture rubate
e 24 ritrovamenti 41%, seguita dalla Carrera con 54 e 24, 44% e la Boxter
con 39 furti e 14 ritrovamenti, 36%.
E’ strano invece come fra le 46 Ferrari denunciate come rubate, i dati
del Dipartimento della P.S. evidenzino che ben 28 (4 le ritrovate) siano
di modello non definito. Sarà per lo stato di choc dei proprietari?
3 le 512 rubate, 1 rinvenuta, 2 le 342, ritrovate entrambe, 2 le 550 e
1 F360, nessuna ritrovata.
Insomma, su 64 Ferrari che hanno preso il volo solo 10 sono tornate al
nido, il 15%.
Qui i furti non sono d’uso, le Ferrari son troppo belle, non si restituiscono.
* Presidente Asaps
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