I dati parlano chiaro, i furti dei veicoli nel nostro paese sono in calo costante, dal 1991 ad oggi la flessione netta è del 44,5%, c'è così tanta euforia che qualcuno inizia a preoccuparsi, non è che con l'aria che tira, ed il fenomeno ormai debellato, sopprimono le squadre di polizia giudiziaria della Stradale e ci mandano tutti allo stadio in ordine pubblico. Certo che se analizziamo i dati con superficialità ci sarebbe poco da dire, anzi potremmo sfruttare l'occasione per dire quanto siamo stati bravi ed efficienti ma siccome qualche dubbio c'è venuto vorremmo invece cercare di capire perché, nonostante continuiamo da anni a dire che questo particolare fenomeno criminale è sottovalutato o comunque non sufficientemente affrontato, si registra un calo così considerevole e costante. Qualcosa sarà pur successo, quali sono le condizioni che hanno determinato tale favorevole situazione, per questo vogliamo fare alcune brevi riflessioni e lo facciamo non solo guardando in casa nostra ma più in generale nei Paesi della Comunità europea, consapevoli che solo così si ha un quadro reale della situazione. Guardando attentamente i dati italiani, non una, come diceva il buon Lubrano, ma almeno due domande nascono spontanee: • Quale particolare piano strategico è stato attuato nel nostro Paese per combattere il fenomeno e determinare un calo così consistente • Quali strumenti e quante risorse umane sono state utilizzate E se ci fosse sfuggito qualcosa: • Perché nonostante il costante e considerevole calo dei furti non assistiamo anche percentualmente ad un incremento analogo dei veicoli rinvenuti; • Perché il calo riguarda solo alcune categorie di veicoli mentre per alcune la tendenza è opposta e in aumento. • Perché il calo riguarda più o meno tutti i paesi della Comunità europea e di buona parte del mondo. Già queste poche e semplici considerazioni mi portano a pensare che il calo costante dei furti dei veicoli nel nostro Paese, nonostante l'indiscutibile impegno delle forze di polizia, sia imputabile più a fattori esterni o comunque in parte indipendenti dalle nostre strategie di contrasto sia interne che internazionali. In effetti, analizzando gli ultimi dieci anni, iniziative importanti ci sono state e possono essere così sintetizzate:
Targhe modificate da AW093 PP a AW093 PR
Retro della targa dove si nota la gamba aggiunta alla P trasformata in R, e "lo studio di fattibilità" sulla P per trasformarla in B • 1995 il Consiglio dell'Unione Europea adotta un'azione comune che prevede di estendere il mandato di Edu ed Europol, anche al traffico illecito di autovetture ed alle operazioni connesse quali il riciclaggio, considerandole di notevole allarme sociale al pari del traffico di droga o del materiale nucleare. • 1997 - nasce in Italia la divisione SIRENE l'ufficio che assicura il collegamento con gli omologhi uffici dei Paesi aderenti all'Accordo di Schengen; - veniva riconosciuta alla Polizia Stradale la competenza specifica in materia di traffico illecito di veicoli; • 1998 - viene ridisegnata la nuova struttura organizzativa della Polizia Giudiziaria nella Polizia Stradale; - viene istituita la Divisione III^ di Polizia Giudiziaria nell'ambito del Servizio Polizia Stradale. • 2001 - ci allacciamo a Eucaris (European Car and Driving Licence Information System ) è un sistema che dal 1994 interconnette le banche dati di diversi Paesi relative ai veicoli immatricolati e alle patenti di guida e quelle dei veicoli e documenti da ricercare, in modo da consentire la verifica sulla corrispondenza dei dati effettivi al momento della nazionalizzazione dei veicoli e la loro lecita provenienza. In Italia la direzione generale della Motorizzazione Civile è autorizzata ad accedere al C.E.D. interforze. - viene distribuito il primo CD di EuVID. La prima edizione è sostanzialmente divisa in due sezioni in una sono riportate le carte di circolazione di 37 stati, nell'altra viene descritto il controllo dei dati di identificazione di 12 marche di autovetture. • 2002 - Europol, allo scopo di contrastare i traffici illeciti d'autovetture immatricolate in uno stato straniero mediante l'utilizzazione di documentazione di circolazione falsificata con stampati rubati in bianco, realizza il BLANCO DOC DATABASE, contenente le serie alfanumeriche dei documenti di circolazione trafugati in bianco trasmessi ufficialmente ad EUROPOL da Belgio, Estonia, Germania, Francia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo e Ungheria. - viene distribuito il CD di EuVID in italiano. Francamente bisogna dire che si tratta di ottime ed importanti iniziative, che avevano lo scopo principale di: 1. Organizzare i servizi investigativi e dotarli di uomini e mezzi;- 2. Coordinare l'azione di contrasto nazionale ed internazionale;- 3. Dotare le forze di polizia impegnate nel fenomeno di nuovi strumenti didattici e di conoscenza. Ma siamo certi che le cose siano andate tutte in quel verso e che quindi siano state queste a determinare l'attuale situazione? Se non ci fermiamo alla sola enunciazione dei vari progetti si può dire che le cose non sempre sono andate come avrebbero dovuto, ossia i presupposti per affrontare seriamente il fenomeno c'erano, ma come sempre, in alcuni casi, ci siamo persi per strada, un caso per tutti la circolare del Capo della Polizia datata 12.04.97, che disponeva, tra l'altro, che la Direzione Centrale del personale provvedesse ai necessari potenziamenti dell'organico, da realizzare con precipuo riguardo a sei compartimenti, mentre alla Direzione tecnico logistica era chiesto di curare "l'adeguato incremento delle dotazioni informatiche", invece nulla, così l'intera struttura, nonostante gli sforzi della Divisione III^ di Polizia Giudiziaria del Servizio Polizia Stradale che si fa in quattro, è in perenne emergenza impossibilitata a trattare il fenomeno come si dovrebbe. Come se non bastasse mi sembra di registrare un'insufficiente attenzione al fenomeno, se si ha la pazienza e la voglia di dare uno sguardo ai rapporti Interpol ed Eurogol 2002 ne viene fuori un impressione sconfortante, il fenomeno del furto e riciclaggio dei veicoli è liquidato in poche righe, poche le idee e soprattutto le proposte ed iniziative per affrontare il tema furti auto che, nel rapporto Europol addirittura viene definito "problema limitato ma serio". In effetti non so a chi è venuto in mente di dare un simile giudizio ma ciò mi preoccupa: Come si può definire limitato un fenomeno di così vaste proporzioni. Un altro segnale negativo arriva dal rapporto sullo stato della sicurezza e sul fenomeno della criminalità organizzata in Italia presentato lo scorso 14 agosto dal Ministero dell'Interno. Dal rapporto emerge che in Italia interagiscono diversi piani criminali: criminalità diffusa, organizzata e di stampo mafioso; inoltre lo scenario è reso ancora più complesso dalla sempre più forte presenza della criminalità straniera che opera con iniziative autonome integrandosi con i gruppi delinquenziali nazionali. A contendersi il primato tra le organizzazioni criminali internazionali più forti nel nostro Paese sono gli albanesi e maghrebini, ma si consolidano sempre di più anche i gruppi cinesi, nigeriani, russi e colombiani. Ognuno predomina in settori specifici: prostituzione, tratta di esseri umani, traffico di droga e così via. Come è facile rilevare, rispetto a quelli che sono indicati come i gruppi più forti non si fa alcun accenno al loro coinvolgimento nel particolare fenomeno criminale del furto e riciclaggio di veicoli, mentre secondo lo stesso rapporto, per quanto riguarda il traffico illecito di veicoli i più agguerriti risulterebbero i rumeni. Sempre secondo lo stesso rapporto questo tipo di criminalità risulta collegata a gruppi criminali operanti a livello internazionale. Addirittura nel descrivere il fenomeno dei furti nelle ville si dice: "Diminuisce del 2.8 per cento il fenomeno della rapine in villa, un reato attribuibile per lo più a cittadini stranieri, in prevalenza albanesi. Nel 2002 sono state infatti arrestate per questo tipo di rapine 119 persone di cui 93 cittadini extracomunitari.", senza fare nessun cenno alle decine di autovetture di grossa cilindrata sottratte nel corso di tali furti, vero obbiettivo di molte di queste bande, veicoli che con molta probabilità sono stati piazzati nel mercato dell'Est Europa. Quindi è dato pochissimo spazio al fenomeno che ci interessa, né si ritiene che i gruppi di criminalità straniera più agguerriti siano coinvolti nel fenomeno; francamente non sembra che questo sia lo specchio della realtà, sicuramente anche questo è un segnale di scarsa considerazione del furto di veicoli quale segmento di elevato profilo criminale.
Forzatura della serratura Per quanto riguarda i gruppi italiani, unico altro riferimento è accennato su gli insediamenti 'ndranghetisti piemontesi e lombardi, che orientando la politica criminale mafiosa calabrese nel nord Italia, hanno proiettato i propri interessi anche in questa regione (Valle d'Aosta), ove sono risultati presenti elementi collegati con le cosche Iamonte (Melito Porto Salvo), Nirta (S. Luca), Facchineri (Cittanova), Libri (Reggio Calabria) e Torcasio (Lamezia Terme) attivi, soprattutto, nel narcotraffico, nelle rapine, nelle estorsioni, nelle truffe, nella ricettazione di auto rubate ed in tentativi di infiltrazione nell'economia locale. Anche questo mi sembra un po' poco per descrivere un fenomeno come quello in questione o è un caso che le regioni più interessate al fenomeno sono quelle a più alto tasso di infiltrazione mafiosa. E' francamente impensabile che organizzazioni criminali come la camorra siano al di fuori di un business così lucroso, o che non si siano interessate alle 42.958 auto rubare solo sul territorio campano lo scorso anno. Nonostante questa poca considerazione, sembra invece che in Europa, anche a fronte del calo degli ultimi anni, il fenomeno rimanga tutto nella sua drammaticità, ed oggi c'è il rischio, dato gli ottimi risultati e i toni che si leggono nei rapporti ufficiali, che venga ulteriormente sottovalutato. Ma vediamo invece cosa realmente succede. Nell'Unione europea si registrano attualmente circa 1,3 milioni di furti di veicoli l'anno, approssimativamente il cinquanta, sessanta per cento dei quali è ritrovato, in sostanza si tratta di circa 400.000 / 500.000 veicoli che scompaiono, oltre a quelli che rimangono in circolazione nei rispettivi stati di origine, gli altri si ritiene siano esportati principalmente nei Paesi dell'est, ma anche nel nord Africa. Francamente tutto questo non sembra un "problema limitato ma serio" ma qualcosa di più. Gli Stati più colpiti sono quelli produttori di veicoli come il Regno Unito, la Germania, la Francia e l'Italia. Non a caso sei Paesi europei sono tra i primi dieci nel mondo. 1 - L'Australia: 7,12 per 1000 abitanti 2 - La Danimarca: 6,00 per 1000 abitanti 3 - Regno Unito: 5,67 per 1000 abitanti 4 - La Nuova Zelanda: 5,63 per 1000 abitanti 5 - La Norvegia: 5,16 per 1000 abitanti 6 - La Francia: 5,05 per 1000 abitanti 7 - Il Canada: 5,02 per 1000 abitanti 8 - L'Italia: 4,23 per 1000 abitanti 9 - Gli Stati Uniti: 4,09 per 1000 abitanti 10 - L'Irlanda: 3,82 per 1000 abitanti Certamente a favorire questo particolare crimine ha contribuito l'abbattimento delle frontiere interne che ha agevolato lo spostamento dei veicoli rubati da uno stato all'altro senza particolari controlli. Un altro fattore favorevole alle organizzazioni criminali è la facilità nei collegamenti, il sistema di infrastrutture europee li ha migliorati sensibilmente. Oggi in poche ore si riescono a coprire tratti di strada che fino a qualche hanno fa richiedevano giorni, si pensi ai collegamenti frequenti e veloci via mare tra Italia e Balcani o nell'attraversamento della Manica o nella facilità di collegamento tra le Repubbliche del Baltico.
Una forzatura nella parte alta dello sportello Spesso prima che la vittima si sia accorta del furto del proprio veicolo questo ha gia attraversato più di una nazione europea arrivando magari a destinazione senza alcun controllo e quindi senza alcuna possibilità di rintraccio e recupero. Senza parlare dei collegamenti transcontinentali, ad esempio i veicoli rubati nel Regno Unito che sono stati ritrovati in Pakistan, o di quelli rubati in Giappone riciclati in Inghilterra. A maggio del prossimo anno cadranno altre 10 frontiere (Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta e Cipro), di cui ben 8 nell'est. La domanda è legittima, si apriranno nuovi e lucrosi mercati, si pensi ai tre stati del baltico (Estonia, Lettonia, Lituania) ove la richiesta di auto di lusso è notevole e dove già operano organizzazioni criminali collegate con l'Italia, l'abbattimento di quelle frontiere non ci deve preoccupare? Esistono e quali sono le strategie di contrasto a questi nuovi scenari? I gruppi malavitosi italiani sapranno approfittare velocemente di questa nuova opportunità, sicuramente aumenteranno i loro collegamenti con i nuovi gruppi criminali del continente dalla Russia, l'Estonia e la Polonia. Gia ora arrivano segnali inquietanti sulla mafia russa ed ucraina la quale sembra orientata su questo particolare fenomeno criminale. E noi cosa stiamo facendo? Già ora, nonostante i controlli di frontiera organizzazioni malavitose sono dedite a traffici di veicoli rubati in Europa occidentale e trasportati in Polonia e da lì in Russia ed altri mercati come l'Ungheria e la Romania - usando i collegamenti fra le organizzazioni criminali italiane, tedesche, polacche e bulgare. Attualmente il problema più preoccupante sembra essere quello del mercato russo dove i commercianti richiedono veicoli di recente costruzione ma usati, quindi già immatricolati all'estero. Dove non si arriva con il lecito si utilizzano veicoli riciclati provenienti da tutti i Paesi dell'Europa dell'ovest. I veicoli sono rubati attraverso le reti criminali iugoslave, albanesi, russe, polacche, nei paesi dove è più facile trovare la vasta gamma di veicoli richiesti dal mercato illecito, cioè Germania, Inghilterra, l'Italia, Paesi Bassi e Finlandia considerati un vero e proprio supermercato ove reperire le vetture e far fronte all'enorme domanda proveniente dai Paesi della ex Unione Sovietica, ma come già detto anche da alcuni stati dell'Asia e del nord africa. Dalla Polonia o altri stati come l'Albania, che fanno da intermediari, i veicoli raggiungono le repubbliche baltiche, l'Ucraina, la Russia, la regione del Caucaso o Kazakhstan. Destinazioni che gia oggi sono a rischio per questo tipo di traffici, cosa accadrà da maggio del prossimo anno? Quanto saranno disposte a collaborare le nuove polizie, come sono organizzate e quali strumenti adottano per combattere questo particolare crimine. C'è poi da affrontare il fenomeno inverso, ossia, ci preoccupiamo esclusivamente dei veicoli che ogni anno sono rubati nel nostro Paese, e formiamo le nostre valutazioni su quanti di questi sono stati rinvenuti e restituiti ai legittimi proprietari, mentre non sento spendere una parola su quanti veicoli rubati all'estero sono riciclati nel nostro Paese attraverso l'acquisto da parte di più o meno ignari nostri connazionali. Non conosciamo se esistono le statistiche europee, nessuno è un grado di valutare e studiare i flussi, quanti veicoli rubati in Italia sono stati ritrovati all'estero e in quali nazioni e viceversa quanti veicoli ad esempio rubati in Germania sono stati rinvenuti in Italia e in quale altre nazioni d'Europa, come si fa in questa situazione a determinare in modo chiaro il fenomeno e affrontare ed attuare le strategie di contrasto. Ci si rende conto che è pura utopia, ma possibile che nell'ambito delle strutture soprannazionali europee non si possa mettere in cantiere un monitoraggio costante di questo particolare crimine, o qualcuno pensa che non serva. Si è solo sognatori se si considera che non riesca a sapere nemmeno quello che succede nella propria provincia mentre si pensa a quello che succede in Europa e nel mondo. Quindi va bene la soddisfazione per i risultati acquisiti ma sicuramente c'è ancora molto da fare sotto il profilo del coordinamento interno e esterno, dello scambio di informazioni e soprattutto sul potenziamento delle strutture investigative sia per quanto riguarda gli uomini che i mezzi, questione quest'ultima che andrà affrontata seriamente. Le squadre di Polizia Giudiziaria della Stradale, non possono più operare in perenne emergenza, in questa situazione non è possibile programmare alcun tipo di attività investigativa, tutto l'enorme lavoro che viene svolto è solo grazie alla passione e allo spirito di abnegazione del personale al quale si continua a chiedere sacrifici per altro scarsamente o per nulla remunerati. Non aiuta la sfavorevole congiuntura economica, le poche risorse sono state ulteriormente ridimensionate, oggi l'ordine perentorio è risparmiare, così ci troviamo a combattere una guerra senza gli adeguati strumenti ed investimenti. E' per tutte queste ragioni che in questo particolare scenario si può affermare che il calo dei furti può essere attribuito senza alcun dubbio anche ai progressi compiuti dalla Polizia nella lotta a tale forma di crimine, (bontà loro), ma soprattutto, io penso, a migliori misure di sicurezza e protettive adottate sui veicoli, ad una maggiore attenzione e consapevolezza da parte dell'utenza, dalle modifiche apportate alle polizze assicurative, oppure anche da una certa saturazione del mercato. Per questioni di spazio, non potendo affrontarli tutti, mi soffermerò sul fattore che mi sembra abbia più inciso nel determinare il calo di questo fenomeno ed è l'utilizzo di migliori misure di sicurezza e protettive sui veicoli. Nell'Unione europea sono stati varati disposti giuridici in base ai quali i costruttori automobilistici sono obbligati a dotare tutti i nuovi veicoli di dispositivi di bloccaggio. Tale disposto è entrato in vigore in Germania dal gennaio 1995 e nel resto dell'Unione europea nell'ottobre 1998. E' proprio con l'introduzione di questi sistemi, ma anche di altri come, satellitari, dissuasori ed identificatori elettronici della proprietà, che si ha la svolta. Attualmente il nostro interesse è rivolto ai sistemi di identificazione, un sistema particolarissimo che può essere classificato tra i sistemi dissuasori, ossia quei sistemi che più che impedire il furto lo scoraggiano, ma la cosa per noi più interessante è che i sistemi consentono inoltre l'esatta identificazione del veicolo nonostante a questi siano stati sostituiti i dati di identificazione. Da anni le forze di polizia di tutto il mondo auspicano maggiore collaborazione da parte delle case costruttrici alle quali viene chiesto di installare sul veicolo diversi sistemi che consentano in fase di controllo l'identificazione veloce e certa. Ora la tecnologia esiste ed è efficiente. Si tratta di installarla sul numero maggiore di veicoli. Vedremo quanto saranno disponibili le case costruttrici, se capiranno ed adotteranno il sistema, che ha costi contenuti, oppure continueranno ad essere poco interessate a contrastare il fenomeno, tanto, come dice qualche maligno, se è vero che ci sarà chi acquista un veicolo illecito, sottraendo risorse al mercato legale, è pur vero che ci sarà un derubato che sarà costretto a ricomprarlo, magari nuovo. Come esempio prenderò in considerazione il prodotto della ditta DATATAG, in quanto si tratta della ditta che ha fornito gratuitamente alle forze dell'ordine in Italia gli scanner che consentono di "leggere" il sistema. In sostanza si tratta di diverse marchiature sia di carattere dissuasivo che identificativo. Il cuore del sistema è costituito dai TRASPONDER, in sostanza si tratta di piccoli microchip, che possono essere letti da speciali scanner forniti alle forze dell'ordine di tutta Italia. Il codice di ogni singolo trasponder viene registrato sul computer centrale della ditta, unitamente ad altri dati utilissimi per l'identificazione del veicolo in caso di furto: • Cognome Del Cliente • Numero di telefono • Targa • Numero della Chiave di Accensione • Motore, Telaio • VIN o numero di serie • Numeri del Risponditore • Numero Chimico Incisione • Numero di Datadot (microdot) I dati sono a disposizione delle forze dell'ordine che controllano il veicolo 24 ore su 24. I trasponder vengono istallati in posti difficilmente accessibili e in caso di rimozione danneggerebbero le parti protette rendendole prive di valore. Proprio in questi giorni sta per essere messo in commercio un kit per autoveicoli, con l'utilizzo di nuove tecnologie. Pensate alla facilità di rintracciare un veicolo rubato che montasse questo sistema e se questo sistema fosse utilizzato di serie su tutti i veicoli sarebbe un'ulteriore rivoluzione come l'utilizzo dell'immobilizzer che già tanti risultati ha dato. Questi sono gli strumenti che rendono più semplice ed efficace la nostra attività se a questo si aggiungesse una maggiore consapevolezza ed impegno e qualche risorsa in più, dove potremmo arrivare! Allora si che ci dovremmo veramente preoccupare, come dicevamo all'inizio. * Ispettore Capo Polizia Stradale, Rimini
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