1. PREMESSA
Con il decreto-legge 27 giugno 2003, n. 151 (convertito in legge il 1°
agosto 2003) sono state introdotte alcune modifiche al Codice della Strada,
puntando anche su norme volte ad indurre gli utenti verso una guida
maggiormente difensiva e responsabile (in particolare, la patente a punti).
A fronte di questi provvedimenti del Governo, sono state osservate dalle
Forze dell’Ordine nel bimestre 1/7/03 -31/8/03 delle variazioni sul numero
di incidenti rilevati e sulle loro conseguenze rispetto all’analogo periodo
dell’anno 2002.
I dati messi a disposizione dagli organi di controllo (sostanzialmente
relativi agli ambienti stradali "autostrade", "strade statali" e "strade
provinciali", che nel seguito indicheremo complessivamente con l’acronimo
ASP) sono sintetizzati nella tabella sottostante, insieme alle variazioni
osservate nel corso del bimestre luglio-agosto del 2003 rispetto al
corrispondente periodo dell’anno 2002 (tab. 1):
TAB.1: INCIDENTI VERBALIZZATI IN AMBIENTE ASP
Confronto tra i dati relativi al bimestre luglio-agosto
2003 e 2002-2003
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Incidenti rilevati |
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Incidenti mortali |
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Incidenti con lesioni |
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Incidenti con danni materiali
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Persone decedute |
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Persone ferite |
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Ora,
pur tenendo conto che questi dati si riferiscono ad una parte degli incidenti
che sono avvenuti (quelli verbalizzati dalle Forze dell’Ordine),
può essere di interesse applicare tecniche di analisi costi-benefici
per valutare l’ordine di grandezza del beneficio economico associato
alla variazione dei dati di mortalità e morbosità su essi
stimabile.
Nel seguito verranno riportati i risultati di una tale valutazione, da
noi realizzata sulla base dei risultati ottenuti nell’ambito del
progetto DATIS (progetto di ricerca dell’ISS, finanziato dal Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti) per la quantificazione del fenomeno
"Incidenti Stradali" e dei costi socio-sanitari a questo connessi.
Va anzitutto precisato che la valutazione si riferisce, in ragione delle
competenze istituzionali dell’Istituto Superiore di Sanità,
all’effetto delle disposizioni normative succitate sui soli costi
socio-sanitari (danni alla persona). Sono esclusi pertanto dalla stessa
i costi associati a danni alle cose (ad es. veicoli ed infrastrutture),
che da precedenti stime risultano avere un ordine di grandezza vicino
a quello dei danni alle persone. Inoltre nella configurazione dei costi
per danni alle persone, in ragione dei dati disponibili, non sono state
considerate tutte le voci possibili. Pertanto la presente stima è
di carattere conservativo: il beneficio così quantificato è
sottostimato rispetto a quello realmente ottenuto, in quanto le voci di
costo (e di beneficio) considerate non esauriscono l’intera configurazione
dei costi degli incidenti stradali, anche se per i danni alla persona
sono certamente tra le più rilevanti.
Non sarà inutile ricordare che le metodologie d’analisi economica
utilizzate forniscono valori di stima, utili al processo decisionale,
e non certo valori contabili.
Le stime successivamente riportate esplorano più livelli e sono
basate su fonti diverse:
1. i dati delle forze dell’Ordine relativi ai bimestri 2002-2003;
2. i dati delle statistiche di tutti gli incidenti stradali verbalizzati;
3. i dati sanitari dell’incidentalità stradale.
Come si vedrà, le diverse stime segnalano in ogni caso benefici
di grande portata.
2. VALUTAZIONE DEL BENEFICIO
ECONOMICO ASSOCIATO ALLA RIDUZIONE
DEGLI INCIDENTI STRADALI OSSERVATA
(anno 2003 vs. anno 2002, luglio-agosto)
I dati, relativi al primo bimestre dell’applicazione della nuova
legge che ha introdotto la patente a punti, mostrano una riduzione del
21,9% del numero di decessi e del 25,6% del numero dei feriti rispetto
all’analogo periodo dello scorso anno.
In termini assoluti, confrontando i due anni, si osservano in meno 203
morti e 7006 feriti.
Dai risultati del progetto DATIS2 sappiamo che ad ogni morto corrispondono
2-3 invalidi gravi (nella gran parte relativi a traumi cranioencefalici
e spinali): applicando cautelativamente un rapporto di 2 invalidi gravi
per ogni morto, possiamo stimare in circa 406 il numero di invalidità
gravi evitate mediante l’applicazione delle nuove norme. Della gravità
dei feriti nulla è dato a sapere; ma dal DATIS sappiamo che ad
ogni morto corrispondono 20 ospedalizzazioni per incidente stradale (questo
dato è congruente con quanto osservato in altri Paesi: ad esempio,
negli USA detto rapporto e pari a 1:19). Possiamo, quindi, stimare il
numero di ricoveri tra i feriti osservati pari a 4060 unità.
Applicando, in cascata con queste valutazioni epidemiologiche, tecniche
di valutazione monetaria agli indicatori sullo stato di salute della popolazione
possiamo stimare il beneficio economico per la collettività, indotto
dalla variazione di tali indicatori, in termini di di costi sociali e
di assistenza sanitaria risparmiati.
Quanto alle dimensioni di costo, sono stati considerati elementi di costo
diretto ed indiretto, (Drummond3). In ragione dell’argomento trattato
nel presente lavoro non sono stati presi in considerazione i costi diretti
non sanitari. Sono stati esclusi, quindi, dalla valutazione i costi relativi
a danni alle cose ed all’assistenza sociale e familiare (assistenza
domiciliare, ristrutturazioni abitative, reinserimento lavorativo, etc.),
quelli assicurativi e legali, nonché quelli dei servizi d’emergenza
non sanitari (polizia, vigili del fuoco, etc.). Inoltre tra i costi indiretti
non sono stati presi in considerazione quelli relativi all’invalidità
temporanea. Riguardo all’invalidità permanente, data la scarsa
disponibilità di dati, è stata presa in considerazione solo
la stima degli invalidi gravi, definendo come tali coloro che abbiano
riportato una percentuale di invalidità riconosciuta superiore
al 10 per cento. Tale stima risulta più consistente in quanto vi
è concordanza fra gli studi esistenti sui parametri che sono alla
sua base (Pitidis4). Infine tra costi diretti sanitari non sono stati
valutati quelli di assistenza riabilitativa e protesica, di assistenza
sanitaria domiciliare, di assistenza medica di base e quelli relative
alle prestazioni di pronto soccorso cui non sia seguito il ricovero ospedaliero.
Riguardo ai costi indiretti, dai risultati del progetto DATIS, riferendoci
al criterio produttivistico-reddituale, nell’ambito dell’approccio del
capitale umano (Pitidis5), abbiamo calcolato un costo indiretto (valore
attuale della potenziale perdita di produzione futura) di 918.260 Euro
per ogni perdita di vita umana e di 209.682 Euro per ogni invalidità
grave (percentuale di invalidità maggiore del 10 per cento).
Relativamente ai costi diretti, in ragione dell’attività da noi
svolta e dei dati disponibili, abbiamo valutato solo i costi di assistenza
sanitaria sulla base di quelli di assistenza ospedaliera che, da quanto
riportato nella letteratura internazionale (Bauer &. Meerding6) rappresentano
una quota compresa tra il 60 ed il 70 per cento del totale della spesa
di assistenza sanitaria. In Italia non disponiamo di una valutazione specifica
per i traumi, tuttavia le stime più recenti (Relazione sullo Stato
Sanitario del Paese 1996) sulla spesa sanitaria pubblica complessiva valutano
la spesa (effettiva) per l’assistenza ospedaliera essere pari a circa
il 60 per cento di quella totale.
La valutazione dei costi ospedalieri di ricovero per incidente stradale
può essere effettuata, secondo l’approccio d’incidenza, per
gruppi di iso-risorse. Sui dati delle SDO relative ai ricoveri ospedalieri
del 1999, che sono stati aggregati secondo Raggruppamenti Omogenei di
Diagnosi (ROD), abbiamo calcolato il costo totale di assistenza ospedaliera
sulla base delle tariffe ROD nazionali stabilite dalla normativa vigente.
Tale valore è stato riproporzionato per il costo totale d’assistenza
sanitaria ed attualizzato a valori correnti. Abbiamo stimato un costo
medio (costo per singolo paziente ricoverato) d’assistenza sanitaria
(ospedaliera ed extraospedaliera) per incidente stradale di 4.122 Euro.
In base a queste cifre, valutando cioè soltanto i costi legati
alla morte, all’invalidità grave e all’assistenza sanitaria
degli ospedalizzati possiamo costruire una tabella riassuntiva (tab. 2):
TAB.2: STIMA DEL BENEFICIO ECONOMICO
Incidenti verbalizzati in ambiente ASP nel bimestre: periodo 2002-2003
(1 luglio - 31 agosto)
Tipologia
Soggetti |
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Beneficio
Economico TOTALE
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Persone
decedute |
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Invalidi
Gravi |
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Persone
Ricoverate |
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TOTALE
GENERALE
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Il
beneficio economico complessivo, in termini di perdita di capacità
produttiva evitata e di costi di assistenza sanitaria risparmiati, che
si evidenzia in base alle voci considerate risulta essere quindi pari
a 288.272.992 e.
Possiamo ragionevolmente concludere che quanto indotto dall’applicazione
delle nuove norme - per quel che riguarda gli eventi rilevati dalle Forze
dell’Ordine, come comunicati - appare dell’ordine delle centinaia
di milioni di euro.
3. ESTENSIONE DELLA VALUTAZIONE
OTTENUTA ALL’INTERO VOLUME
DEGLI INCIDENTI STRADALI VERBALIZZATI NEL BIMESTRE CONSIDERATO
La valutazione precedente aveva carattere per così dire "descrittivo",
facendo riferimento ad eventi realmente osservati ("contati").
Può essere di interesse ora tentare un approccio "induttivo",
ovvero cercare di valutare - sempre in termini di stima - quale sia stato
l’effetto delle norme su tutto il volume degli incidenti stradali
verbalizzati del nostro Paese: considerando anche gli incidenti verbalizzati
su strade urbane ed extraurbane, i dati forniti per l’ASP rendono
conto insieme di circa la metà dei morti e di un quarto dei feriti
che è dato osservare.
La tabella sottostante (tab. 3) "corregge" questo bias, tenendo
conto che nel 2001 il rapporto "Morti ASP/Morti totali" è
stato del 49.8% e ipotizzando che i dati forniti per il bimestre siano
sostanzialmente relativi all’ambiente ASP:
TAB.3: STIMA DEL BENEFICIO ECONOMICO
Volume totale degli incidenti verbalizzati nel bimestre: periodo 2002-2003
(1 luglio - 31 agosto)
Tipologia Soggetti |
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Stima riduzione totale (casi)
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Beneficio Economico TOTALE
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Persone decedute |
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Invalidi Gravi |
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Persone Ricoverate |
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TOTALE GENERALE
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4.
ESTENSIONE DELLA VALUTAZIONE OTTENUTA ALL’INTERO VOLUME DEGLI INCIDENTI
STRADALI VERBALIZZATI NELL’ANNO
Le valutazioni sin qui presentate facevano riferimento al bimestre luglio-agosto.
Non sembra privo di interesse ora chiedersi quale beneficio si avrebbe
se quest’effetto perdurasse per un anno.
A questo scopo, si può considerare che indicativamente, sulla base
dei trend osservati nell’ultimo triennio (1999-2001), il numero di
morti delle statistiche degli incidenti stradali verbalizzati per il 2002
può essere stimato intorno a 6.700 unità.
Applicando a questa cifra la riduzione di mortalità osservata nel
bimestre, e ricostruendo come si è visto il numero di invalidi
e di ricoverati, si perviene alla seguente tabella (tab. 4):
TAB.4: Volume totale degli incidenti verbalizzati
nell’anno (2003 vs. 2002)
Tipologia
Soggetti |
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Stima
riduzione annua (casi)
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Beneficio
Economico Annuo
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Persone
decedute |
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Invalidi
Gravi |
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Persone
Ricoverate |
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TOTALE
GENERALE
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5.
ESTENSIONE DELLA VALUTAZIONE
OTTENUTA ALL’INTERO VOLUME DEGLI
INCIDENTI STRADALI NELL’ANNO
(Verbalizzati e non Verbalizzati)
Come noto, il numero di morti per incidenti stradali nell’anno, derivante
dal conteggio delle schede di morte, è sistematicamente superiore
al numero di morti riportati dalle statistiche degli incidenti verbalizzati7.
A fronte dei circa 6700 morti riportati da queste ultime, in termini di
schede di morte si contano circa 7500 decessi. E, ovviamente, il dato
più affidabile è quest’ultimo. Il numero di feriti,
peraltro, è ben più numeroso di quello dei feriti verbalizzati:
una recente stima del progetto DATIS colloca il numero annuo di accessi
al PS per incidente stradale al di sopra di 1.500.000 di casi. Il numero
di ricoverati in seguito ad incidente stradale è stato dal DATIS
ben quantificato, mediante i dati relativi alle schede di dimissione ospedaliera
(SDO), che attualmente riguardano la quasi totalità degli Istituti
di cura e ricovero pubblici e privati. In poche parole, ogni volta che
un soggetto viene dimesso dall’ospedale, viene compilata una scheda
individuale in cui si riporta anche la causa di ospedalizzazione.
Ebbene, le schede di dimissione per trauma da incidente stradale sono,
in base agli ultimi dati, circa 150.000. Queste discordanze sono fisiologiche
e non debbono sorprendere: le statistiche degli incidenti verbalizzati
hanno infatti come unità "l’incidente"; quelle sanitarie,
invece, "l’infortunato". Entrambe le statistiche sono utili
(e appaiono complementari), ma hanno diversa sensibilità ed obiettivi
di fondo.
Applicando le diminuzioni osservate all’intero universo dell’incidentalità
stradale, visto dal versante delle statistiche sanitarie, per le voci
di costo precedentemente considerate abbiamo nell’anno:
• MORTI EVITATE: 1.643
• INVALIDITA’ GRAVI EVITATE: 3.286
• RICOVERI EVITATI: 38.400
L’effetto economico di queste riduzioni è riportato nella
tab. 5:
TAB.5: STIMA DEL BENEFICIO ECONOMICO
Tipologia Soggetti |
Stima riduzione annua (casi)
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Beneficio Economico TOTALE
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Persone decedute |
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Invalidi Gravi |
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Persone Ricoverate |
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TOTALE GENERALE
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Volume
totale degli incidenti nell’anno (verbalizzati e non verbalizzati)
Sulla base delle ultime due valutazioni, possiamo concludere, quindi,
che nell’anno il possibile beneficio è dell’ordine dei
2 miliardi di euro.
Il beneficio economico è stimato in termini di costi risparmiati
ed è espresso al lordo dei costi di implementazione delle azioni
di prevenzione adottate.
Se ci si pone in una pura ottica finanziaria e si considerano solo le
somme che lo Stato deve erogare ogni anno per sostenere il servizio di
assistenza sanitaria ai ricoverati per incidente stradale, tenendo
conto cioè dei soli costi diretti sanitari, si può valutare
che, permanendo così le cose, vi sarà nell’anno un
beneficio di almeno 158 milioni di Euro. Stabilendo il vincolo che per
ogni somma investita in prevenzione vi debba essere un ritorno economico
pari ad almeno tre volte la somma impegnata, si può tracciare una
frontiera d’efficienza di spesa in azioni di prevenzione8. Nell’esempio
in questione tale soglia è di 40 milioni di Euro con un beneficio
netto di ca. 120 milioni di Euro. Dal punto di vista dell’intera collettività,
il costo sociale è molto più elevato e viene a comprendere
i costi indiretti; pertanto, il beneficio economico valutabile nell’anno
è di oltre 2 miliardi di Euro: la frontiera di efficienza degli
investimenti in prevenzione sale a ca. 600 milioni di Euro ed il beneficio
netto a ca. 1.800 milioni di Euro.
6.
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI
Le valutazioni precedentemente esposte dimostrano come investire nella
sicurezza stradale sia non soltanto efficace in termini di miglioramento
dello stato di salute della popolazione e nel contribuire a creare delle
condizioni più civili e sicure per la convivenza, ma anche economicamente
conveniente in quanto consente di evitare un depauperamento cospicuo di
risorse umane e finanziarie. Le disposizioni normative adottate, se si
manterrà nel corso dell’anno la riduzione d’incidentalità
stradale osservata nel primi mesi della loro applicazione, comporteranno
un notevole risparmio di risorse assistenziali (strumentali e finanziarie)
per lo Stato (con possibilità di riallocazione delle stesse) ed
una consistente diminuzione di costi sociali (umani e monetari) per la
collettività.
I risultati mostrati vanno indubbiamente considerati indicativi: tuttavia,
desideriamo ancora una volta sottolineare che le valutazioni effettuate
rappresentano sicuramente una sottostima del reale impatto delle
nuove norme.
Infatti, in un contesto diverso in termini di conoscenza dei dati di base,
avremmo potuto considerare, come in parte già segnalato, altre
voci di costo, quali:
• I costi dei servizi d’emergenza.
• i costi della semplice assistenza al Pronto Soccorso per coloro
che non vengono poi ricoverati;
• i costi dell’assistenza medica di base;
• i costi delle invalidità permanenti meno gravi;
• i costi delle invalidità temporanee;
• i costi di riabilitazione;
• i costi delle cure protesiche;
• i costi di assistenza domiciliare;
• i costi per il riadattamento abitativo e del veicolo (nel caso
di invalidità);
• i costi di reinserimento sociale;
• le diverse spese (assenze dal lavoro, spostamenti, ecc.) dei familiari
degli infortunati e dei deceduti;
• i costi relativi alla riparazione dei veicoli e delle infrastrutture;
ai danni materiali in genere;
• i costi assicurativi e legali;
• i costi giudiziari (e l’onere aggiuntivo per una giustizia oberata
da procedimenti).
• Il risparmio di carburante e il minor inquinamento indotto da una
velocità media più contenuta e, più in generale,
la riduzione dei costi di congestione ed ambientali (esternalità
negative) prodotta da una circolazione più fluida.
Non dimentichiamo poi che calmierare il fenomeno "Incidenti Stradali",
oltre a comportare una riduzione diretta nel consumo di risorse assistenziali
(ad es. prescrizioni terapeutiche, accertamenti diagnostici, servizi alberghieri,
etc.) significa anche poter riallocare risorse di pregio (ad es., maggiore
disponibilità di posti-letto, recupero di disponibilità
di personale ed apparecchiature tecnico-scientifiche specializzati, disponibilità
di sangue per trasfusioni, etc.) o potenziare indirettamente settori speciali
(si pensi che nel progetto DATIS è stato rilevato che il 60-70%
dei soggetti presenti negli Istituti di Riabilitazione per grave trauma
cranio-encefalico o spinale è in terapia riabilitativa in seguito
ad incidente stradale9).
Vale, inoltre, la pena di sottolineare come nei dati riportati sia "nascosto"
un importante effetto, purtroppo non attualmente evidenziabile: la
riduzione di gravità degli infortuni che comunque avvengono.
Questo fenomeno è stato osservato in molti studi nel mondo: in
Italia, l’ISS ha quantificato intorno al 50% questa riduzione di gravità
nel caso delle cinture di sicurezza (progetto SISI, 1989-1995) e nel caso
del casco (progetto Casco2000 e progetto DATIS10). Con l’aumento consistente
dell’uso delle cinture e del casco, avvenuto in luglio e ancora persistente,
come a tutti è dato osservare (e come confermato dai dati che stanno
pervenendo al sistema Ulisse11 di sorveglianza nazionale di questi dispositivi,
che segnalano un incremento generalizzato dell’uso delle cinture, dal
30% a più dell’80%, più di 5 punti sopra la mediana europea),
unitamente alla riduzione generalizzata della velocità media dei
veicoli (che sarebbe bene quantificare in modo rappresentativo), i futuri
dati - più completi -, in particolare le schede di dimissione ospedaliera,
mostreranno certamente una cospicua riduzione della gravità dei
traumi comunque avvenuti, con ovvi riflessi sulla durata dell’ospedalizzazione,
l’invalidità e i costi delle terapie.
In ultimo, come si sarà notato, non abbiamo considerato i "costi
umani", il dolore, la sofferenza: difficile quantificarli, ma la
loro presenza è innegabile, così come il loro peso12.
Tuttavia, può certo essere di soddisfazione osservare che, avendo
il progetto DATIS stimato che in media un ricovero per incidente stradale
ha durata intorno a 7 giorni13, sono stati nel complesso evitati agli
italiani nel bimestre in questione più di 28.000 giorni di degenza
in ospedale, che proiettati all’anno diventano 268.800 giorni.
Concludendo, è nostra opinione che i risultati qui presentati,
a livello di stima, dimostrano tangibilmente che insistere nel promuovere
la sicurezza stradale è una strada che conviene percorrere.
A questo proposito, in base alla nostra esperienza di studio, riteniamo
che i principali punti di riferimento per il futuro possano essere così
riassunti:
• migliorare i sistemi informativi e, soprattutto, la loro integrazione,
facendo sì che sia possibile disporre di informazione in tempo
reale per un’efficace gestione delle cose;
• promuovere ricerche specifiche sulle cause degli incidenti;
• migliorare quanto prima lo stato presente dell’ambiente stradale;
• sistematizzare e rinforzare i controlli per reprimere i comportamenti
ad alto rischio (guida in stato di ebbrezza o sotto l’influenza di sostanze,
comportamenti aggressivi, velocità pericolosa, ecc.);
• valorizzare e rendere più incisivo il lavoro svolto dalle
Commissioni Mediche Locali;
• favorire gli stili di guida difensiva, tramite educazione e informazione.
In ultimo, nel breve periodo (un anno), appare importante a nostro avviso
"non abbassare la guardia"
Mercoledì, 10 Dicembre 2003
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