di Lorenzo Borselli*
La “sicurezza” dimenticata, quella stradale
(ASAPS) – In questo momento in Italia è forte la richiesta di maggior sicurezza: la politica ha esteso il diritto alla difesa domestica e ha chiuso i porti per limitare gli sbarchi, si sventolano cappi e si digrignano i denti. L’istanza è senz’altro giusta, perché in un Paese moderno e civile tutti hanno il diritto di andarsene a spasso senza il timore di essere aggrediti o di starsene in casa con le finestre aperte.
Istanza giusta, dicevamo, perché nonostante un codice penale molto severo (ricordiamo che si tratta di una legge entrata in vigore nel 1930, a firma di Vittorio Emanuele III, e poi adeguata nel tempo), in carcere sembra non andarci nessuno, o quasi: in realtà, le carceri sono piene, a nostro avviso perché ce ne sono poche e talmente cadenti che tutto si può dire della vita di un detenuto tranne che la pena intramuraria possa davvero tendere, salvo pochi illuminati o fortunati casi, alla cosiddetta “rieducazione” del condannato, come recita l’articolo 27 della nostra Costituzione...
da il Centauro n. 222
Da il Centauro 222 – Luglio/agosto 2019. (ASAPS)