Il caso di Simon Gautier
Geolocalizzazione: Italia in ritardo E scoppia la polemica sul 112
da corriere.it
Parla Mario Balzanelli, presidente nazionale della Società italiana sistema 118
“Balzanelli spiega poi l’enorme ritardo con cui si sta muovendo la macchina dell’emergenza nell’applicare le direttive europee: «Nonostante l’Europa abbia sancito che il numero unico dell’emergenza 112 si affianchi ai numeri nazionali dell’emergenza e non che li sostituisca, il modello italiano di 112 invece, proprio perché irrazionalmente sostitutivo degli altri numeri nazionali di emergenza, ha di fatto pesantemente rallentato, se non paralizzato, l’implementazione della tecnologia di geolocalizzazione sul territorio».” Nel resto dell’intervista il dottor Balzanelli spiega ancor meglio i dettagli della situazione del 112 in Italia. (ASAPS)
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Se in Italia fosse già stata applicata la direttiva Ue sulla geolocalizzazione automatica tramite chiamata a un numero di emergenza dagli smartphone, Simon Gautier forse si sarebbe potuto salvare. Mario Balzanelli, presidente nazionale della Società italiana sistema 118, sottolinea che «in Italia non è ancora disponibile il sistema tecnologico Advanced Mobile Location (Aml), previsto dal decreto del ministero dello Sviluppo economico del 2009, grazie al quale, pure in assenza di rete internet, dallo smartphone di chi richieda il soccorso parte immediatamente un Sms al 112 che comunica le coordinate Gps corrispondenti esattamente al punto in cui si trova la vittima».
I ritardi
Balzanelli spiega poi l’enorme ritardo con cui si sta muovendo la macchina dell’emergenza nell’applicare le direttive europee: «Nonostante l’Europa abbia sancito che il numero unico dell’emergenza 112 si affianchi ai numeri nazionali dell’emergenza e non che li sostituisca, il modello italiano di 112 invece, proprio perché irrazionalmente sostitutivo degli altri numeri nazionali di emergenza, ha di fatto pesantemente rallentato, se non paralizzato, l’implementazione della tecnologia di geolocalizzazione sul territorio».
Un modello italiano
«L’Europa precisa che i servizi di emergenza devono essere in grado di trattare e rispondere alle chiamate effettuate al 112 almeno in modo rapido ed efficace quanto le chiamate ai numeri di emergenza nazionali», prosegue Balzanelli. Dieci Paesi su 19, a partire dalla Francia, hanno realizzato il modello. «Tutto questo non è stato fatto in Italia, il 112 è stato introdotto in modo sostitutivo e non parallelo rispetto agli altri numeri, con costi enormemente maggiori, con ritardo aggiuntivo certificato sui tempi d’intervento correlato al doppio passaggio tra centrali operative. Quindi tempi più lunghi, costi maggiori, soccorsi più lenti. Proprio un bel guadagno per gli italiani e per chi si trovi in Italia».