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Notizie brevi 24/08/2004

Varese - Cronaca di un altro investimento di un Agente della Polizia Stradale. Gravissimo. Morto un cittadino cinese.

Varese
Cronaca di un altro investimento di un Agente della Polizia Stradale. Gravissimo.
Morto un cittadino cinese.

(ASAPS) BUSTO ARSIZIO – Sono da poco passate le 19,30, sulla A/8 Varese Milano, poche centinaia di metri prima dello svincolo di Castellanza. Un equipaggio della sottosezione autostradale di Busto Arsizio, composto dall’Assistente Giovanni BALDINI e dall’Agente Domenico ROMANI, decide di controllare una Mercedes, a bordo della quale viaggia un uomo di nazionalità cinese. Il veicolo di servizio si accoda all’auto di Yong FU PIN, accende i lampeggianti e impone l’alt. Tutto secondo copione: comincia così, come centinaia di altre volte, il turno in quella prima linea che è l’autostrada, quella giungla che tutti sembrano tenere sotto controllo, finché viaggiano. Quella giungla in cui la Specialità continua a combattere contro gli eccessi di una mobilità che non è più sostenibile, sempre carente di uomini e meritevole di più attenzioni, contro una delinquenza che uccide e contro una società che impugna un volante specchio del proprio degrado. Giovanni e Domenico approntano il controllo, e il più giovane si avvicina al conducente fermato, mentre due auto che probabilmente viaggiavano in corteo con l’orientale si fermano un poco più avanti. Domenico e il signor FU PIN fanno appena in tempo ad incrociare i loro sguardi sulla corsia di emergenza, ed ecco che una Ford Fiesta li travolge. È un tratto a tre corsie e non dovrebbero esserci rischi in un controllo di questo tipo, ma gli agenti e l’utente non hanno fatto i conti con il cecchino del volante che sta arrivando. La piccola Ford li falcia a velocità elevatissima, li travolge e li scaglia lontano. Nemmeno lo schianto del primo impatto della Fiesta sul guardrail centrale riesce a salvare i due malcapitati. Si voltano, ma è troppo veloce quella freccia impazzita scoccata dal destino contro di loro. Yong FU PIN muore sul colpo, mentre Domenico ROMANI, 34 anni ancora da compiere, resta esanime a terra. È il suo capopattuglia a soccorrerlo: Giovanni chiama disperatamente aiuto al Centro Operativo, che provvede ad inviare sul posto diversi equipaggi sanitari, che una volta stabilizzato il poliziotto lo hanno ospedalizzato al Civile di Legnano, dove si trova ricoverato in condizioni critiche. Il “cecchino”, un pluripregiudicato, sembra che sia a sua volta ferito, era in preda all’alcol: l’etilometro si è fermato a 2,32 g/l. Lo strappo dello scontrino di accertamento dall’apparato di analisi dell’alcolemia è stato seguito dal rumore metallico delle manette, strette ai suoi polsi dagli agenti della Polizia Stradale intervenuti successivamente per i rilievi e che lo hanno arrestato, in accordo con la Procura della Repubblica, per omicidio volontario. Domenico, originario di Teramo, è agente della Polizia di Stato dal 1999, anno in cui ha frequentato il corso che ha preceduto la sua prima assegnazione, la sottosezione di Busto Arsizio. Proprio lo scorso anno aveva frequentato il corso di specializzazione al Caps di Cesena e da pochi giorni aveva subito la morte del papà. È difficile, anche per lo studioso più fine della psiche umana, catalogare l’omicida seriale della strada. In genere le motivazioni che possono spingere un signore della porta accanto o un qualsiasi bravo ragazzo a compiere efferatezze di ogni tipo con le razze del volante tra le mani sono la conseguenza di una patologia e di un criminale menefreghismo dei possibili effetti del proprio irresponsabile comportamento. Per il killer della strada, questa patologia può chiamarsi in mille modi: etilismo acuto, tossicodipendenza, mancanza di inibizioni, incoscienza. Per chi le subisce può chiamarsi solo dolore o morte.

Martedì, 24 Agosto 2004
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