La velocità,
ma soprattutto gli artifici per rendere illeggibili le targhe delle
moto, finiscono nel mirino di carabinieri, polstrada e polizia municipale.
Nello scorso fine settimana i controlli congiunti in Valbormida e nel
Sassellese hanno portato a elevare un centinaio di contravvenzioni:
di queste, circa il 70% è però relativo alla manomissione
delle targhe delle moto.
«Per tutta l’estate - spiega il comandante della polizia municipale
di Sassello, Luigi Aragone - abbiamo svolto un servizio di prevenzione.
L’obiettivo è scoraggiare i guidatori che mantengono velocità
troppo elevate, ma soprattutto contrastare il fenomeno della manomissione
delle targhe». I controlli hanno riguardato le strade più
a rischio: dalla provinciale "334" di Pontinvrea (dove un
motociclista era stato immortalato mentre viaggiava a 142 km/h nell’abitato
di Sassello), alla "29" del Cadibona (spesso teatro di gravissimi
incidenti). Le due principali direttrici utilizzate dai gruppi di motociclisti
che arrivano dal Piemonte e dalla Lombardia.
I sistemi utilizzati da alcuni centauri per non farsi identificare dall’autovelox
sono molti, ma ormai conosciuti dalle forze dell’ordine. Si va dalla
semplice inclinazione della targa, in modo che resti quasi orizzontale
e non permetta all’autovelox di rilevare i numeri, alla spruzzata di
lacca per capelli. Ma c’è anche chi annoda una bandana al sellino
in modo che sventolando copra in parte le cifre e chi applica un elastico
scuro spesso alcuni centimetri.
Giovanni
Vaccaro.