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Articoli 13/11/2003

Psicologia del giovane conducente

Psicologia del giovane conducente


di Angelo Brunello

I  dati statistici indicano chiaramente come i giovani italiani, in particolare i maschi, violino costantemente le norme del codice della strada. Molti esperti del mondo giovanile attribuiscono questo comportamento alla voglia di mettersi in mostra e al desiderio di sfidare i propri limiti e quelli della fortuna.
Anche la ricerca di autonomia e indipendenza dalla famiglia e dagli adulti in genere, sembra essere una concausa della forte incidentalità stradale dei giovani italiani. L’avere la patente di guida e magari una propria automobile consente di non dipendere per gli spostamenti, dai genitori o amici e per questo sentirsi ormai grandi e forti, liberi di poter gestire gli impegni e i divertimenti.
Una ricerca svolta dal Dipartimento di Idraulica, Trasporti ed Infrastrutture Civili del Politecnico di Torino su un campione di circa 2.500 giovani tra i 14 e 19 anni delle regioni Piemonte e Valle d’Aosta, ha cercato di analizzare i comportamenti scorretti degli adolescenti alla guida e le cause che li generano.
Dalla ricerca il primo dato che emerge è che più della metà dei ragazzi sotto i 19 anni ha guidato almeno una volta negli ultimi sei mesi un veicolo a motore. Molti di questi poi hanno guidato senza avere il titolo a farlo o perché non avevano l’età adatta o perché non possedevano la patente di guida.

Anche questa ricerca evidenzia la propensione maggiore alla guida e al rischio dei maschi, in particolar modo nel biennio 16/17 anni, ed evidenzia come la scelta della scuola possa influenzare i comportamenti, che risultano più trasgressivi, oltre alla guida anche per l’uso di sostanze psicoattive, negli studenti degli Istituti professionali e tecnici. Il comportamento trasgressivo sembra portare i giovani piemontesi e valdostani ad una serie di azioni tutte pericolose per la salute e tutte collegate tra loro. Chi viola frequentemente le norme del codice della strada di solito fuma sigarette, beve sostanze alcoliche e fa ampio uso di vari tipi di droghe.
Si può parlare di comportamenti trasgressivi a 360 gradi con un’unica propensione al rischio che porta a svariati risultati. L’unico minimo comune denominatore riscontrabile nella trasgressione è la minore importanza della cura della salute e il disinteresse per il futuro che i giovani non curanti delle regole posseggono. In particolare la ricerca ha evidenziato che chi guida in modo pericoloso di solito fuma sigarette, consuma alcolici, usa marijuana o altre droghe, ha rapporti sessuali ed una visione del cibo legata a motivazioni consolatorie. Al contrario chi rispetta le regole del codice della strada attribuisce maggiore importanza alla scuola, ai risultati ottenuti e ha maggior considerazione del proprio futuro, avendo le idee abbastanza chiare sui propri desideri e aspirazioni. Questa categoria di giovani di solito vive in un contesto familiare protettivo in cui si dà molta importanza alle regole e al loro rispetto.
La ricerca del Politecnico di Torino ha cercato di dare delle spiegazioni al comportamento deviante. Nella fase adolescenziale, della crescita, assume grande importanza l’apparire già adulti e già indipendenti ed avere una propria identità ben definita. C’è chi si dimostra adulto sgommando o correndo a tutta velocità per le strade, c’è chi invece preferisce studiare ed ottenere un titolo di studio. Il poter spostarsi liberamente con i propri mezzi di trasporto viene considerato un successo dal giovane perché inizia a diventare autonomo dai genitori che non hanno più sotto controllo la vita fuori casa del figlio. Gli educatori, per cercare di ottenere maggiori risultati nella prevenzione dell’incidentalità stradale, dovrebbero tenere conto di tali motivazioni. Il raccontare che uno scontro frontale a 50 Km/h può essere mortale può non essere influente nella scelta dei comportamenti secondo l’ottica giovanile, anzi per assurdo, può diventare deleterio perché può invogliare alla sfida per superare i propri limiti e in questo caso le leggi della fisica.
Per educare i giovani ad una guida corretta è necessario che, in primis gli educatori, ma anche tutti gli altri guidatori, siano più rispettosi delle regole. Il giovane viene influenzato sia positivamente che negativamente dalle abitudini e dagli atteggiamenti degli adulti e tende ad emulare i gesti che ritiene più adatti alla propria personalità. Un sondaggio, presentato pochi mesi fa a Bruxelles sulle arrabbiature alla guida, ci fa ben sperare. Risulta infatti che gli italiani si arrabbino sempre più per il non rispetto delle norme del codice della strada o per la mancanza di rispetto nei confronti degli altri utenti piuttosto che per la presenza di code o intoppi. I giovani lentamente iniziano a seguire l’esempio degli adulti visto che si irritano maggiormente per il non rispetto delle regole, piuttosto che per altri motivi. In ogni caso rimangono sensibili anche ai rallentamenti o ai conducenti che procedono più piano di loro, magari rispettando i limiti di velocità.
Per consolarci si può dire che la ricerca equipara i comportamenti aggressivi alla guida degli italiani a quella degli altri paesi europei.


 

 

 

 

 

 


di Angelo Brunello

Giovedì, 13 Novembre 2003
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