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Editoriali 06/11/2019

Quella volta che: “Caro brigadiere se voleva essere amato da tutti, doveva fare il pompiere!”

Eravamo a metà degli anni ‘70 ed ero un giovanissimo brigadiere della Polizia Stradale di Firenze appena uscito dal corso. Ero di pattuglia con un espertissimo appuntato (allora - epoca stellette - gli assistenti capo si chiamavano così), dopo aver fermato un automobilista e avere avuto una piccola discussione per il contesto di una sacrosanta violazione al codice, mi lamentavo con l’appuntato dicendo che non tutta la gente ci amava, anzi...
L’esperto collega mi guardò in silenzio e poi mi disse: “vede caro brigadiere, se lei voleva essere amato da tutti, ma proprio tutti, non doveva fare il poliziotto ma il pompiere... Perché loro, i Vigili del Fuoco, soccorrono la gente quando è a rischio della vita per il fuoco, per l’acqua oppure è fra le macerie o incastrata fra le  lamiere...  anche noi aiutiamo la gente certo, ma spesso vietiamo o sanzioniamo o siamo schierati in piazza o allo stadio...” Quelle considerazioni dell’appuntato mi fecero riflettere molto negli anni.
Non so se fu per quelle parole che diversi anni dopo mio fratello, Carlo, diventò Vigile del Fuoco e quando vedo i suoi colleghi all’opera dal vero e in Tv nei soccorsi per le calamità  nelle varie tragedie d’Italia,  mi emoziono molto fino a commuovermi e mi vengono in mente le riflessioni del saggio appuntato che oggi comprendo molto meglio di allora. Anche se capisco altrettanto bene che  di solo amore ma con stipendi miseri non si vive bene.
 
Giordano Biserni
Presidente ASAPS

 

Mercoledì, 06 Novembre 2019
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