Anche i
morti sulle strade sono vittime di Bin Laden. Può sembrare una
battuta ma in parte è così.
I controlli antiterrorismo, sempre più intensi e con aumento
esponenziale degli obiettivi da proteggere, assorbono risorse umane,
mezzi, economie.
Uno dei primi settori che vanno a patire, di conseguenza, la penuria
di uomini e mezzi è la sicurezza stradale con scarsità
di pattuglie sulla rete stradale principale, dove sarebbero però
altrettanto importanti, non va dimenticato, anche per il controllo del
territorio.
E pensare che - fateci caso - le immagini dei TG con lamiere fumanti
e contorte di un gravissimo incidente autostradale, spesso si confondono
con quelle successive di un grave attentato a Baghdad, con auto squarciate
e cadaveri, o viceversa.
Abbiamo fatto l’abitudine ad entrambe le scene.
La maggiore tensione verso il rischio, purtroppo non solo teorico, di
proditori attacchi terroristici in casa nostra, ci distrae dall’altrettanto
minaccioso rischio: quello della strada.
In un fine settimana si contano, poi, una cinquantina di morti sulle
strade, proprio come una guerra, proprio come a Baghdad.
Ma il nemico? Beh, in questo caso siamo sempre noi no?
Le potenziali vittime di domani spesso sono i carnefici di oggi.
Qui però non facciamo esplodere bombe al tritolo, ma bombe ad
alta velocità orizzontale, altrettanto micidiali. Non siamo vittime
del petrolio infiammato, ma di alcol ingerito.
E’ così che si combatte la nostra guerra casalinga, altrettanto
stupida altrettanto inutile.
Giordano
Biserni
Presidente Asaps