Roma |
(ASAPS) ROMA – La corsa dell’oro nero, in Italia, è destinata ad avere ripercussioni non solo sulle tasche delle famiglie automunite, che vedranno aggravarsi la spesa per il pieno di 400 euro circa all’anno, ma anche sulle tariffe del trasporto pubblico, prima tra tutte la categoria dei tassisti. L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi da Carlo Bologna, portavoce dell’Associazione Italiana Taxi, che ha ricordato agli organi di stampa in quale grave difficoltà si trovino oggi i tassisti, anche a causa della crescente concorrenza di autobus e metropolitane. “La nostra categoria – ha detto Bologna all’Ansa – tra aumenti dell’RC auto e della benzina è letteralmente a pezzi. Se il carburante continua ad crescere dovremo chiedere un aumento delle tariffe anche fino a 1 euro al chilometro, dagli attuali 75 centesimi”. L’aumento prospettato è però inadeguato in partenza: secondo l’associazione di categoria, infatti, “per andare in linea con i costi dovremmo arrivare anche a 1,25 euro al chilometro”. A peggiorare la situazione ci sarebbe anche l’aumento delle potenzialità del trasporto pubblico. A Roma, fanno notare i tassisti, gli autobus a due piani “ci hanno tagliato le gambe”. È innegabile, però, che il servizio taxi in Italia è tra i più cari in assoluto, non certo alla portata abituale del cittadino medio. (ASAPS) |