Auto impazzita, stop dopo un chilometro: le verità nel cellulare dell’investitore
Massimo Renelli si è fermato un chilometro dopo aver investito Sonia Farris ed Elisa Rondina, poi ha chiamato i soccorsi lui stesso. Il tasso alcolemico presente nel suo sangue, rilevato due volte, è stato prima di 2,02 g/l e poi di 1,93 g/l. Era ubriaco, ma aveva anche usato il cellulare mentre guidava la sua Fiat Grande Punto lungo quel buio tratto dell’Arceviese? Gli investigatori, coordinati dal Pm Ruggero Dicuonzo lo stanno appurando. Oltre all’auto infatti, anche il telefonino di Renelli è stato sequestrato. L’altro nodo da sciogliere è se l’autotrasportatore 47enne era o meno sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, ma questo lo dirà nei prossimi giorni il risultato dell’esame delle urine. L’investitore ora si trova in cella di sicurezza ancora sotto choc, ma formalmente agli arresti domiciliari in assenza di un luogo alternativo ritenuto idoneo. Comparirà domani davanti al gip Sonia Piermartini per la convalida dell’arresto e dovrà rispondere di omicidio stradale plurimo aggravato.
Gli accertamenti sono ancora in fase embrionale, tra le certezze della procura c’è il fatto che Renelli non è fuggito, tra le contestazioni infatti non c’è al momento l’ipotesi di omissione di soccorso. Ha detto agli agenti della polizia stradale di aver sentito l’urto senza però aver capito cosa fosse successo all’alba del maledetto 6 gennaio. Secondo le prime ricostruzioni, il 47enne ha proseguito per circa un chilometro dopo l’impatto in cerca di una rientranza dove poter fermare l’auto, poi è tornato indietro a piedi e ha chiamato i soccorsi. E’ stato trovato sul posto insieme a un'altra persona che lo ha raggiunto poco dopo, visto che al momento della tragedia Renelli era al volante da solo. I corpi di Sonia ed Elisa erano stati sbalzati in un campo a diversi metri di distanza dal luogo dell’impatto. L’auto le ha travolte quando stavano completando, o avevano addirittura già completato, l’attraversamento per raggiungere la macchina con la quale erano arrivate alla discoteca Megà. Lo dimostrano sia le tracce ematiche trovate sul posto sia i segni dell’impatto sull’auto di Renelli, presenti nella parte frontale della vettura, che verranno comparati con i risultati delle due autopsie affidate al medico legale Manuel Papi e previste per giovedì prossimo. Per chiarire l’esatta dinamica della tragedia infatti, gli investigatori aspettano di conoscere anche quali arti sono stati colpiti per primi dall’auto impazzita.
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Caspita ancora con questa storia dell’auto impazzita!! Ma allora bisognerà aprire appositi centri di igiene mentale per automobili!! Qui di impazziti (e ubriachi e drogati!) ci sono solo i conducenti per ostacolare e stoppare i quali si sta facendo ben poco prima degli incidenti e, a volte, anche dopo! Anche se capiamo che è un titolo giornalistico, ma evitiamo le nebbie killer, il ghiaccio assassino e tutto il resto.(ASAPS)