Come già detto, si tratta di veicoli nella disponibilità di soggetti che non hanno interesse a risultarne proprietari: chi, ad esempio, ha la patente ritirata. Oppure chi non ha i requisiti per trovarsi sul territorio italiano (clandestini) oppure non dovrebbe essere in circolazioni, come i latitanti. Oppure ancora chi utilizza il veicolo per scopi illeciti. L’inchiesta di Data Room cita il caso di una banda arrestata dalla procura di Venezia che aveva fatto intestare 1.279 auto a sei senza fissa dimora- Auto che secondo gli inquirenti erano servite per 102 rapine e furti in quattro regioni del Nord Italia e in otto Paesi d’Europa. Ci sono anche casi di “furbetti”, che intestando le auto a prestanome nullatenenti o irreperibili non pagano bolli, multe, pedaggi autostradali, parcheggi e via dicendo.
UN PERICOLO IN CASO DI INCIDENTE
Un discorso a parte merita il caso nel quale si abbia la sfortuna di avere un incidente nel quale la responsabilità è del conducente di un’auto fantasma. Trattandosi di veicoli spesso non assicurati, è impossibile sottoscrivere una costatazione amichevole o chiedere il risarcimento danni. Anche perché, se l’intestatario non ha beni di proprietà non c’è nulla a cui aggrapparsi.
Per ottenere il rimborso, chi subisce un incidente non dovrà rivolgersi alla propria compagnia assicurativa ma fare riferimento al Fondo Vittime della Strada, con tempi di rimborso molto dilatati. Il Fondo si alimenta con una trattenuta su ogni polizza Rc Auto, quindi i danni delle auto fantasma li pagano gli automobilisti onesti.
SI MUOVE IL GOVERNO
Dopo l’articolo del Corriere e dopo tre interrogazioni parlamentari, finalmente il Governo sembra intenzionato a risolvere il problema delle auto fantasma. Durante la seduta parlamentare del 10 gennaio scorso, il sottosegretario ai trasporti Roberto Traversi ha reso noto che i ministeri dell’Interno, della Giustizia e dei trasporti avvieranno un tavolo comune per affrontare la questione e individuare delle soluzioni.
In particolare, si punta a sfruttare il nuovo documento unico di circolazione dei veicoli e la maggiore velocità delle informazioni offerta dalla digitalizzazione per individuare in tempo reale quei soggetti che hanno già un numero consistente di auto intestate bloccando immediatamente l’esecuzione del passaggio di proprietà. In questo modo si dà forza ed esecuzione all’articolo 94-bis del Codice della Strada, che disciplina il divieto di intestazione fittizia di veicoli.