Agente si spara e si toglie la vita: ora si indaga per istigazione al suicidio
La Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta sulla morte di Gian Marco Lorito, l'agente di Polizia locale di 43 anni in servizio a Palazzolo sull'Oglio che si è tolto la vita, all'alba di martedì mattina, sparandosi un colpo con la pistola d'ordinanza. Non ci sono dubbi, purtroppo, sulla dinamica dell'accaduto. Per questo, a seguito dei primi e doverosi accertamenti medico-legali, è stato subito dato il via libera alla sepoltura. I funerali saranno celebrati giovedì pomeriggio a Cirié, provincia di Torino, il paese dove abitano i genitori e la sorella.
Dal punto di vista giudiziario, invece, la vicenda è tutt'altro che conclusa. Sul gesto estremo di Lorito stanno indagando i carabinieri della compagnia di Chiari, coordinati dalla Procura nella figura del pubblico ministero Corinna Carrara. L'ipotesi di reato, al momento, è quella di istigazione al suicidio.
Vittima dell'odio dei social network?
Inevitabile dunque immaginare che saranno passati al setaccio i numerosi messaggi di odio, sui social network e non solo, che sarebbero stati rivolti a Lorito quando solo pochi giorni fa, a Bergamo, aveva parcheggiato la sua auto di servizio in uno stallo riservato ai disabili. L'agente si era subito scusato, con una lettera in cui esprimeva il proprio “rammarico”: si era anche auto-multato, consegnando 100 euro di contributo all'Anmic, l'Associazione nazionale mutilati e invalidi civili per prima aveva segnalato su Facebook l'errore di Lorito.
Tutto sembrava essersi risolto, ma forse non nel cuore e nella testa dell'agente che da più di 20 anni operava sul territorio bresciano. Originario di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, aveva lavorato prima a Erbusco e poi a Palazzolo. Nella sua carriera si ricordano arresti, inseguimenti, encomi. Era figlio di un carabiniere, e negli anni aveva tenuto alto l'onore della divisa, anche indossando le vesti di agente di Polizia locale.
Dal punto di vista giudiziario, la vicenda è tutt'altro che conclusa. Sul gesto estremo di Lorito stanno indagando i carabinieri della compagnia di Chiari, coordinati dalla Procura nella figura del pubblico ministero Corinna Carrara. L'ipotesi di reato, al momento, è quella di istigazione al suicidio. (ASAPS)