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Notizie brevi , Droga 13/02/2020

Trasportò 300 chili di droga, preso ricercato

La Polstrada ha fermato in A28 un trentenne: viveva a Sacile ma in Albania era stato condannato a 4 anni e otto mesi

SACILE. Ricercato in madrepatria, aveva trovato casa a Sacile. La mano della giustizia non lo aveva trovato. Finché, durante un controllo in autostrada, in A28, non l’ha fermato una pattuglia della Polstrada di Pordenone, giovedì pomeriggio, nel territorio comunale di Sacile.

Al volante dell’auto c’era il trentenne D.J, domiciliato in riva al Livenza, ma residente in Albania. Sul suo capo pendeva un mandato di cattura internazionale emesso dal tribunale di Durazzo.

Il giovane era stato infatti condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione. Condanna che doveva ancora scontare. Durante un controllo stradale in Albania era stato sorpreso dalle forze dell’ordine con un ingente carico di droga: 300 chilogrammi di cannabis.

Così, giovedì pomeriggio, quando i poliziotti in autostrada hanno interrogato la banca dati sono emersi i precedenti. Subito è scattato l’allerta: era stato spiccato un mandato d’arresto europeo nei confronti del giovane.

Gli agenti della Polstrada hanno chiesto tramite l’Interpol conferma al ministero dell’Interno che il provvedimento fosse tuttora in essere. È stata domandata anche conferma dell’identità del soggetto, in modo da escludere un caso di omonimia. Era proprio lui.

Il gabinetto della polizia scientifica di Pordenone ha dato infatti una risposta positiva, dopo le verifiche personali e domiciliari effettuate in collaborazione con i detective della squadra mobile di Pordenone, agli ordini del vicequestore aggiunto Francesco Mattioli. Concluse le procedure, il giovane è stato tradotto ieri sera al carcere di Pordenone.

Il cittadino albanese è a disposizione del presidente della Corte d’appello presso la Procura generale di Trieste. Spetta infatti al presidente, su domanda dello stato estero e a richiesta motivata del ministro della Giustizia, convalidare l’arresto entro le successive 48 ore e disporre una misura coercitiva in attesa dell’arrivo della domanda di estradizione.

Nei casi urgenti la polizia giudiziaria – in questo caso la Polstrada di Pordenone– può procedere all’arresto, se ricorrono determinate condizioni. La misura può essere disposta, per esempio, in caso di sentenza di condanna a una pena detentiva. Come in questo caso. Lo Stato estero richiedente ha specificato il reato e fornito anche la descrizione dei fatti e gli elementi per l’esatta identificazione della persona.

I.P.
da messaggeroveneto.gelocal.it


“Ricercato in madrepatria, aveva trovato casa a Sacile. La mano della giustizia non lo aveva trovato. Finché, durante un controllo in autostrada, in A28, non l’ha fermato una pattuglia della Polstrada di Pordenone.” (ASAPS)

Giovedì, 13 Febbraio 2020
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