RCAuto, da domenica 16 febbraio introdotto il bonus familiare. Un obbrobrio giuridico che penalizzerà chi sulla strada si comporta correttamente
Domenica 16 febbraio è entrato in vigore il provvedimento di legge che introduce il bonus familiare nella regolamentazione dell’assicurazione per la responsabilità civile. Una disposizione di legge che nasce per ridurre i costi assicurativi delle famiglie dando la possibilità di assicurare tutti i veicoli di famiglia con la classe di merito più favorevole, in tutti i casi di stipulazione di un nuovo contratto e in tutti i casi di rinnovo di contratti già stipulati, in assenza di sinistri con responsabilità esclusiva o principale o paritaria negli ultimi 5 anni.
Nei fatti però la norma, come è stata scritta dal legislatore, si è trasformata in un “mostro giuridico” che rischia non solo di danneggiare le famiglie meno ricche che hanno un solo veicolo ma addirittura di far lievitare le tariffe assicurative. Rischio sottolineato dall’ANIA e dalle stesse Associazioni dei consumatori che hanno espresso perplessità sul provvedimento, in quanto nei fatti opera solo una ridistribuzione dei costi degli incidenti con una diminuzione dei prezzi a favore delle famiglie che dispongono di più veicoli, a scapito di quelle che ne possiedono solo uno.
La nuova disposizione sulla Rc Auto scardina definitivamente il sistema bonus/malus in quanto prende in considerazione unicamente la condotta “virtuosa” di uno soltanto dei familiari a prescindere dalla storia di guida degli altri membri della famiglia, peraltro anche se proprietari di mezzi di altra categoria con ben diverso rischio di sinistrosità (autocarri, moto...).
In un momento in cui si sta cercando di premiare i virtuosi alla guida, incentivando i buoni comportamenti sulla strada e responsabilizzando i guidatori al rispetto delle regole del Codice della Strada con l’obiettivo di ridurre gli incidenti stradali, questa norma vanifica ogni incentivo di buon comportamento al volante.
A cosa servono gli investimenti in telematica sulle auto per tracciare lo stile di guida e premiare con sconti chi è virtuoso se poi la legge fa di tutto per non tenerne conto? A cosa servono gli anni di esperienza maturata alla guida? Che senso ha considerare allo stesso modo veicoli diversi (scooter, auto, camion) che si guidano in modo completamente diverso ed hanno indice di rischio anch’esso diverso? Per il nostro legislatore nulla. Siamo arrivati al “socialismo” della strada dove tutti (buoni e cattivi, giovani ed anziani, neopatentati e guidatori esperti) sono uguali.
di Luigi Pallavicini